Stroncato commercio illegale di reperti archeologici siciliani che venivano venduti sul Web
Avere una buona familiarità con Internet e conoscere la Storia dell'Arte: bastavano questi due elementi per poter fare dei veri e propri affaroni e arricchire la propria collezione d'arte o, magari, finalmente cominciarne una.
Bastavano, perché da oggi gli amanti dell'arte questa possibilità non ce l'hanno più. Infatti, chi aveva organizzato l'illecito mercato di reperti archeologici sul Web è stato denunciato.
Per la precisione sono state 25 le persone denunciate, che commercializzavano soprattutto su eBay, il più importante sito d'aste online, i preziosi reperti.
Sono stati i carabinieri del Nucleo per la tutela del patrimonio culturale di Palermo, grazie anche alla collaborazione dei responsabili italiani di eBay, a stroncare un traffico che riguardava tutte e nove le province siciliane, e città di altre regioni italiane. L'operazione, denominata ''Archeoweb'', ha impegnato per sei mesi i militari in una complessa attività di analisi e di riscontri condotti tramite la Rete, e proprio grazie internet, le indagini hanno confermato un'ampia rete di transazioni fatte anche all'estero e contatti con Stati Uniti, Canada, Spagna, Francia, Inghilterra, Germania, Svizzera, Malta, Brasile ed Australia.
Le indagini hanno condotto al sequestro di circa novemila reperti di origine siciliana, fra i quali monete in oro, argento e bronzo, vasellame, manufatti in bronzo e anche un'antica pergamena, tutti in genere ricollegabili ai periodi greco, romano, bizantino e arabo-normanno.