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Su strade che non portano da nessuna parte

Sul pilone inclinato del viadotto sulla Palermo-Sciacca e sul sequestro di alcuni tratti della SS 640 CL-AG

01 dicembre 2015

È stato ripristinato dalle squadre dell'Anas il giunto del viadotto sulla strada statale Palermo-Sciacca che era stato rimosso ieri per consentire i controlli. Il tratto tra i territori comunali di San Cipirello e San Giuseppe Jato nel Palermitano era stato vietato l'altro ieri al traffico delle vetture in mattinata e poi riaperto nel pomeriggio in "seguito a un accurato riscontro che non ha evidenziato ulteriori problematiche", dice l'Anas che inoltre informa: "Il viadotto, che già era sotto costante monitoraggio dei nostri tecnici, era stato chiuso per motivi precauzionali dai carabinieri. Sono stati incrementati i monitoraggi topografici di alta precisione e sono stati installati ulteriori sensori per verificare l'evoluzione della situazione". Inoltre "anche stamattina non sono state riscontrate problematiche ed è garantita la circolazione in piena sicurezza".

"In Sicilia - ha sottolineato l'Anas - abbiamo programmato un piano di interventi da 3,3 miliardi di euro per il periodo 2015-2019, nel quale è compreso il viadotto Traversa 1 sulla Palermo-Sciacca. Gli interventi sono finalizzati a innalzare i livelli di sicurezza della rete siciliana, con una quota consistente dedicata alla manutenzione straordinaria dei viadotti".

Per quanto riguarda, invece, il sequestro posto dai carabinieri in alcuni tratti del raddoppio della statale 640 Caltanissetta-Agrigento, sequestro effettuato su ordine del gip nisseno per il presunto utilizzo di materiali irregolari e improprie procedure tecniche, la società Tecnis che ha svolto i lavori con una nota ha precisato quanto segue: "L'autorità giudiziaria di Caltanissetta ha sottoposto a sequestro 6 pali su un totale di 2.200 realizzati da Tecnis sulla statale 640. Le notizie fornite non lasciano alcuno spazio alla possibilità dell'errore umano nella mera esecuzione del lavoro, rispetto alla dolosa e infedele esecuzione dell'opera, che non sussiste".

"Le non conformità che hanno condotto al sequestro erano già note da tempo tanto che la Cmc (Cooperativa muratori e cementisti di Ravenna) - osserva ancora la società - rilevando nel giugno 2015 le quote che Tecnis possedeva in Empedocle 2, ha trattenuto ben 500.000 euro per la risoluzione delle non conformità note, tra cui rientravano le opere sequestrate, e ben 700.000 euro per eventuali problematiche che potessero sorgere". "La Cmc, quindi, pur dichiarandosi stranamente 'vittima' nella vicenda in esame - prosegue la nota - nell'atto di acquisizione delle quote di Empedocle2 da Tecnis ha espressamente dichiarato di non aver nulla a che pretendere in relazione ai lavori eseguiti, che vengono pertanto accettati con assunzione di ogni relativo rischio, anche in relazione ai ritardi esecutivi e per gli esiti che dovessero derivare dal procedimento avviato dalla Procura di Caltanissetta. Tanto denota la perfetta conoscenza del problema e la soluzione già adottata".

[Informazioni tratte da ANSA, Lasiciliaweb.it]

- Ma esiste in Sicilia una strada buona? (Guidasicilia.it, 30/11/15)

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01 dicembre 2015
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