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Sui portaborse con contratto da colf

Alice Anselmo si difende scaricando la colpa all'Ars, mentre il M5S ricorda di aver denunciato lo scandalo tempo fa

07 gennaio 2014

Nei giorni scorsi è scoppiata la polemica sulla "furbata" architettata da alcuni parlamentari siciliani che avrebbero inquadrato i propri collaboratori applicando il contratto delle colf.
Uno di questi parlamentari è il deputato dell'Udc, Alice Anselmo, che ha reso noti i contratti dei suoi due portaborse su richiesta del presidente dell'Ars, Giovanni Ardizzone (LEGGI).
"Purtroppo la Presidenza dell'Ars non ha dato alcuna indicazione su come inquadrare i portaborse - ha detto Anselmo, difendendo la sua scelta - Il Consiglio avrebbe dovuto fornire delle soluzioni ai deputati e invece non ha fatto nulla. Comunque il contratto di lavoro domestico prevede diverse tutele e lo ritengo legittimo".

Se la Anselmo, che è anche avvocato, è uscita allo scoperto, altri parlamentari invece si trincerano nel silenzio. Sarebbero in molti, tra i 90 inquilini di Palazzo dei Normanni, infatti ad avere adottato il contratto da colf ai propri collaboratori, assunti giusto in tempo per mantenere il contributo da 3.180 euro che avrebbero perso se non avessero fatto firmare i contratti ai portaborse entro il 31 dicembre 2013, alla luce della nuova legge sulla spending review, approvata dall'Ars il 18 dicembre.
Portaborse con contratto da colf lavorerebbero anche nei gruppi parlamentari del Pdl e di Articolo 4; oltre ad Anselmo anche altri colleghi Udc avrebbero compiuto la stessa scelta e si parla anche di altri gruppi.

Al momento nessuno è in grado di quantificare il numero esatto dei portaborse assunti negli ultimi giorni dello scorso mese, approfittando della 'finestra' concessa dalla legge che garantiva i contratti in essere al 31 dicembre e di conseguenza i rimborsi ai parlamentari. Probabilmente si saprà di più a fine gennaio, quando i deputati presenteranno il conto all'amministrazione di Palazzo dei Normanni, chiedendo il contributo per le spese dei portaborse, previa rendicontazione.

Il portavoce M5S all’Ars, Giancarlo Cancelleri, ha scritto dello "scandalo" dei portaborse-colfsul blog di Grillo: "In questi giorni è scoppiato lo scandalo dei collaboratori dei deputati regionali con contratti di colf e badanti. Scandalo? Noi questa vergogna l'abbiamo denunciata mesi e mesi fa, ma a nessuno è sembrato fregare nulla". "Il M5s ha ovviamente deciso di fare contratti in linea con le normative vigenti, per rispetto delle leggi e delle persone che lavorano con noi".
"La stampa - ha scritto ancora Cancelleri - racconta la notizia confondendo il lettore, come a far trapelare che siamo tutti complici di questo affare, ma così non è. Raccontano anche che il M5s abbia chiesto indietro i soldi a cui aveva rinunciato in precedenza o ancora che il M5s abbia assunto altri 20 collaboratori in extremis. Tutto falso. Il M5s continua ancora a restituire il 70% dello stipendio per finanziare il fondo del microcredito per le piccole imprese e il nostro staff lavora per tutto il gruppo parlamentare, non abbiamo collaboratori personali, portaborse, autisti o badanti al seguito".
Cancelleri conclude: "Quello che abbiamo detto in campagna elettorale rimane un impegno inderogabile, non facciamo nessun passo indietro. Per distruggere la nostra credibilità sarebbero pronti a vendersi le madri, diffidate, sono giornalai!".

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07 gennaio 2014
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