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Sui vaccini in... saldo

I governi europei hanno comprato troppe dosi di vaccino contro l'influenza A e adesso li svendono

07 gennaio 2010

I governi europei hanno comprato troppi vaccini contro l'influenza A. Sì, insomma, la temuta pandemia, che si è poi rivelata più leggera delle aspettative, ha preoccupato così tanto da scatenare nei governi la corsa all'acquisto, per la felicità dei giganti farmaceutici che si sono occupati di produrre e vendere il vaccino (la svizzera Novartis, la britannica GlaxoSmithKline, la francese Sanofi Aventis e la statunitense Baxterhe).
E cosa se ne fa un Paese di una scorta eccessivamente grande di un antitodo quando questo non serve?

La Francia e la Germania hanno già iniziato a riverdere i vaccini anti-influenza A in eccesso.
I governi stanno cercando di "piazzare" le loro scorte ai paesi dell'Est. Altri governi, invece, sono orientati, come ha suggerito l'Organizzazione mondiale della Sanità, a offrire i medicianali alle comunità del Terzo Mondo.
L'Italia preferisce aspettare prima di prendere una decisione. Quindi, almeno per ora, dall'Italia nessuna partita di vaccini anti-influenza A verrà ceduta "in saldo".  Il nostro Paese, infatti, almeno per il momento, si dissocia dalla decisione di altre nazioni europee di rivendere parte i propri stock di dosi in eccesso. Per due semplici ragioni: la quantità di dosi acquistate dall'Italia è pari a 24 milioni, quindi non in eccedenza, e la campagna vaccinale è ancora in corso. Dunque, per adesso, non c'è un surplus di vaccini, e se ci sarà lo si potrà dire solo alla fine delle vaccinazioni, ovvero non prima di fine febbraio.
Ogni decisione e valutazione verrà dunque presa solo al termine della campagna vaccinale. Lo ha ribadito nei giorni scorsi il direttore generale Prevenzione e sanità del ministero della Salute, Fabrizio Oleari. L'Italia, ha spiegato Oleari, ha acquistato 24 milioni di dosi di vaccino contro l'influenza A dall'azienda farmaceutica Novartis, per un importo pari a circa 184 milioni di euro. Al momento, ha ricordato, "sono state somministrate in Italia 850.000 dosi di vaccino, ma la campagna vaccinale continua".

Secondo i partiti d'opposizione sui vaccini per l'influenza A è emersa poca trasparenza del ministro della salute Fazio su contratti e uso reale. "Si apra un'inchiesta parlamentare - ha chiesto l'esponente dell'Udc Luca Volontè - sull'intera vicenda, dall'allarmismo ingiustificato all'acquisto spropositato di vaccini, ai contratti 'nascosti' persino alla Corte dei Conti, fino alla destinazione delle enormi scorte inutilizzate".
Di parere opposto il senatore Pdl Domenico Gramazio: "Le 24.000.000 di dosi di vaccino acquistate dall'Italia - ha rilevato - riguardano solo il 40% dei cittadini vaccinabili, per cui il governo italiano, a differenza di altri in Europa che hanno acquistato enormi quantità di vaccino, ha agito con intelligenza". Invece, il presidente dei senatori del Pdl, Maurizio Gasparri, ha commentato: "Registro con piacere che il mio allarme sullo scandalo vaccini trova attenzione nel mondo politico. È bene che il Parlamento si occupi dell'acquisto in tutto il mondo di centinaia di milioni di dosi di vaccino antinfluenzale mai utilizzate. L'Oms ed altri organismi cosa hanno da dire? Le multinazionali che si sono arricchite non la faranno franca. Il principio di precauzione non deve far rima con speculazione. Il governo italiano si unisca a una iniziativa per la verità e la salute".
Silvana Mura, membro Idv nella commissione affari sociali, ha sottolineato: "Il capogruppo Pdl Gasparri chiede da giorni di fare luce sulle scorte di vaccino. Il presidente Palumbo risponde parlando di polemiche pretestuose. Considerata l'autorevolezza dei due esponenti del Pdl si può affermare che la maggioranza è spaccata sull'ipotesi di un'inchiesta parlamentare e ci domandiamo per quale motivo Nella gestione dell'intera vicenda dell'influenza A ci sono molte zone oscure sulle quali è opportuno fare luce, ad iniziare dalla secretazione dei contratti relativi all'acquisto dei vaccini, già denunciata dalla Corte dei Conti. La richiesta di un'inchiesta parlamentare, oltre ad essere uno strumento di estrema trasparenza, sarebbe la soluzione migliore per dimostrare che tutto ha funzionato alla perfezione nella gestione dell'emergenza, rassicurando e dando fiducia per il futuro ai cittadini sull'efficienza dello stato".

La sovrabbondanza di vaccini è stata determinata, subito dopo l'estate, dalle indicazioni che sono arrivate dall'Oms. Allora, infatti, l'organizzazione aveva previsto la somministrazione di due dosi a persona. Ma, mano a mano che l'influenza si diffondeva per l'Europa, gli epidemiologi si sono resi conto che la pandemia non era troppo virulenta e che una sola dose sarebbe bastata a coprire anche le persone con patologie croniche. E' stata l'Emea, l'autorità europea dei farmaci, ad inviare a tutti i paesi una nota nella quale si specificava che sarebbe stata sufficiente una sola dose per proteggere adulti e bambini.
Con ogni probabilità i calcoli dell'Oms si sono rivelati non corretti anche per un altro motivo non previsto: la poca adesione dei cittadini (e anche dei medici) alla campagna vaccinale. Non era stato messo in conto, cioè, che un così alto numero di persone si sarebbe rifiutato di vaccinarsi pur appartenendo alle categorie sociali consigliate (dai sanitari a quelli che lavorano nei servizi pubblici) o anche in quelle dei pazienti a rischio. Per questo le scorte, in quasi tutti i paesi, sono rimaste inutilizzate.

VACCINI SULL'INFLUENZA A: DAL SOSPETTO ALLA VERGOGNA
di Oliviero Beha (rubrica 'Indietro Savoia' - TiscaliNotizie.it)

"Che quello dei vaccini per prevenire o ridurre l'effetto del Virus A sia un pasticcio, è l'unica cosa certa della faccenda. Non lo dico io, che non conto nulla, bensì ahimé la realtà. E trattare la questione in modo calcistico come ormai si fa per tutto in Italia, dal destra/sinistra a escort/trans al Ponte sullo Stretto eccetera eccetera, serve solo a rimbambire ulteriormente un popolo già sufficientemente rimbambito di suo dalla realtà (ndr.: smettetela di vederla da destra o da sinistra, siamo tutti inguaiati…). Ma qui la cosa è ancora più grave, essendoci di mezzo la salute, la salute dei bambini, la salute dei neonati: è come sparare su civili indifesi e disarmati...". Ho virgolettato questo periodo perché è una citazione. Anzi, un'autocitazione. L'avete già letto, credo.

La polemica con il professor Fernando Aiuti - Era il 10 novembre dell'anno scorso, l'inizio di un mio intervento proprio qui, su questo portale. Il giorno dopo sono stato ospite di Exit, la trasmissione della gestante D'Amico su La7. Avevo di fronte un luminare come il professor Fernando Aiuti e un direttore generale del Ministero. Solo perché ho ripetuto le cose già scritte qui - che quindi potete tranquillamente rileggervi per avere un'idea più chiara e allargata se non vi è di troppo sforzo - e precedentemente affrontate sul mio behablog, me ne hanno dette di tutti i colori, non rispondendo mai nel merito. La sostanza delle accuse e addirittura inizialmente delle offese era all'incirca: "Ma come ti permetti tu profano di interloquire con noi esperti della materia?".
Ora viene fuori la verità degli affari e delle chiacchiere - Oggi, a due mesi di distanza, e siamo solo al 5 di gennaio, la verità dei fatti sta smascherando vistosamente la verità degli affari e delle chiacchiere sui vaccini, il virus H1N1, la febbre suina ecc.. Anche se i numeri ancora contrastano, e prendendo per buoni quelli per eccesso e non per difetto, si sono vaccinati meno di 800 mila italiani e solo il 15% tra medici e personale del ramo. Le vittime finora sarebbero (anche qui per eccesso perché tutt'altro che chiaramente attribuibili al virus e non ad altre cause) 193, le dosi di vaccino restanti 23 milioni dei 24 prenotate e pagate alla fornitrice, la multinazionale Novartis, senza né penale né possibilità di restituzione né alcuna vera clausola di garanzia per i compratori. A scatola chiusa, insomma. E già i media per lo più insistono che la "fregatura", cioè soldi pubblici male investiti (184 milioni e 80 mila euro al netto dell'Iva), è stata peggiore per altri paesi, come se il punto fosse il "mal comune mezzo gaudio" del famigerato proverbio.
I dati condannano gli investimenti sui vaccini - Invece il punto è un altro, e assai più grave. Ma ci arriviamo. Un mese dopo quel mio articolo sui vaccini qui e quella trasmissione che come ogni cosa che attiene alla salute suscitò anche ovviamente e giustamente un vespaio, il 12 dicembre su un altro blog mio, Italiopoli, ho pubblicato questo post di uno studioso italiano molto conosciuto come naturopata, cioè Luca Avoledo, che ha un approccio alla malattia o meglio alla salute diverso e sempre più diffuso sul pianeta. Ne riporto l'inizio. "Come molti avevano preannunciato - tra cui noi -, l'allarme suscitato dalla nuova influenza suina A H1N1 è stato eccessivo e non giustificato. Lo documenta oggi una ricerca americana. Dubbi anche sull'efficacia dei farmaci. Vittime in Italia: 137. Tasso di mortalità: bassissimo, lo 0,0033% (contro quello molto più alto, pari allo 0,2%, dell'influenza stagionale). Tutto il mondo gettato nel panico: ingiustificatamente. Miliardi spesi per fare scorta di farmaci: buttati al vento. Corsa affannosa al vaccino: inutile. L'allarme per l'influenza messicana, poi influenza suina, poi influenza A H1N1, non aveva fondamento. Uno studio americano, condotto dall'Harvard School of Public Health e pubblicato su PLoS Medicine, oggi rivela che la pandemia di nuova influenza è stata la più debole della storia e il virus della A H1N1 è un virus "blando". Non bastasse, a detta del British Medical Journal, il farmaco impiegato nella terapia della nuova influenza A H1N1 non è efficace nel prevenirne le complicanze respiratorie, come la polmonite...". E non mi dedico almeno qui e oggi alla ricostruzione della storiaccia, dei convolgimenti internazionali politici, economici, farmaceutici di questa "febbre suina" venuta così a puntino per il grande investimento (o smaltimento?) delle dosi di una multinazionale che sembra arrivare dappertutto, compresa ovviamente la nostra classe politica.
Come facciamo a fidarci delle scelte politiche sulla salute pubblica? - E qui mi dispiace ma le responsabilità sono corali ma non le stesse per gravità. Si parte dal Ministero competente, si toccano per li rami le parentele, si coinvolgono i media che non hanno fatto il loro lavoro e un'opposizione che non ha chiesto chiarezza e controlli come doveva. Resta il punto a mio giudizio più grave: come facciamo a fidarci delle scelte politiche sulla salute pubblica dopo casi/fatti/fattacci come questo? Ci si rende conto del tremendo colpo alla credibilità del tutto dopo il cazzotto inferto alla nostra salute per gli eventuali rischi collaterali dei vaccini in questione e quello alle nostre tasche? Davvero ci rimane solo la consolazione che "tutto il mondo è paese"? E se altrove inchieste adeguate ci si augura che scoprano e facciano punire i responsabili di questo pasticcio prima sospetto e ora vergognoso, nel paese dei De Lorenzo e dei Poggiolini che cosa vi aspettate che accada?

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07 gennaio 2010
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