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Sul caso della scomparsa della piccola Denise Pipitone ritorna la pista della vendetta privata

Svolta nelle indagini: la sorellastra di Denise da testimone a indagata

05 maggio 2005

AGGIORNAMENTO
Trapani: sorellastra Denise indagata, atto dovuto
E' un atto dovuto, precisano gli inquirenti, l'iscrizione tra gli indagati della sorellastra di Denise Pipitone, scomparsa in settembre da Mazara del Vallo. Dopo la notizia su un quotidiano, gli investigatori hanno fatto sapere che la ragazza non ha ''alcun collegamento con la sparizione della bambina'' ed è indagata ''per avere detto il falso'' durante gli interrogatori. La giovane, figlia della ex moglie del padre di Denise, avrebbe fornito un alibi smentito dalle tracce del suo telefonino.
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L'inchiesta sulla scomparsa della piccola Denise Pipitone ha preso una svolta importante: la sorellastra della bambina è indagata con l'accusa di avere avuto un ruolo, non si sa ancora quale, nel sequestro.
Della sorellastra di Denise, figlia del padre della piccola avuta da un precedente matrimonio, che all'epoca della scomparsa, il primo settembre dell'anno scorso, non aveva diciotto anni (compiuti in questi giorni), a occuparsene è la Procura dei minorenni di Palermo, ma l'indagine resta comunque collegata strettamente a quella della Procura di Marsala, che cerca eventuali complici per questa pista che indaga sul versante di possibili ''vendette private''.
All'origine, secondo gli inquirenti, ci sarebbero i rancori che l'ex moglie del padre naturale di Denise e della figlia oggi indagata, avrebbero avuto nei confronti della mamma della bambina scomparsa, Piera Maggio.

Fu proprio questa la prima pista seguita dai carabinieri, con le intercettazioni e le analisi dei tabulati telefonici.
Quando l'allora diciassettenne fu interrogata, la sua storia non convinse affatto i magistrati, e la tecnologia smentì presto il racconto di quella mattinata del primo settembre. Così, all'inizio dell'anno, in assoluto riservo, la Procura di Marsala ha preso contatti con la Procura dei minorenni di Palermo e la diciassettenne è finita nel registro degli indagati.
A mettere in evidenza alcune pesanti contraddizioni è stato un drammatico interrogatorio. La ragazza infatti sosteneva di trovarsi in una certa strada di Mazara, ma il suo cellulare l'ha smentita.
I carabinieri e un consulente informatico della Procura sono andati a ritroso, traccia elettronica dopo traccia, ripetitore dopo ripetitore, e hanno ricostruito tutti i movimenti della ragazza nelle ore che Denise scompariva.
Le ''orme'' lasciati dal cellulare della ragazza sembrerebbero dire - questa l'accusa - che si trovava nella stessa zona dove è scomparsa la bambina. Poi il segnale del telefonino si spostò fuori città, per ritornare a Mazara un'ora dopo.

I magistrati hanno interrogato la giovane, lei si è difesa strenuamente, assistita dall'avvocato Gioacchino Sbacchi, il legale di tanti processi eccellenti (uno su tutti quello a Giulio Andreotti). L'inchiesta è proseguita con le audizioni del fidanzato e della madre.
Alcuni testimoni hanno inoltre raccontato dei rancori nei confronti della signora Piera Maggio.
La pista d'indagine ha preso così consistenza. Ma il procuratore Silvio Sciuto non ha mai tralasciato anche le altre possibili piste.

L'inchiesta vede adesso adesso il coordinamento strettissimo fra il procuratore Sciuto e la collega di Palermo Maria Teresa Ambrosini.
C'è ormai un pool che si occupa a tempo pieno del caso, composto dai sostituti Maria Angioni, Angela Avila e Maria Grazia Puliatti.
A Mazara e a Palermo, i magistrati preferiscono non fare dichiarazioni sull'ultima svolta nell'inchiesta. Anche l'avvocato Sbacchi ribadisce: ''Io non dico assolutamente nulla''.

Il procuratore Silvio Sciuto, sulla svolta dell'indagine, non vuole fare, per il momento, alcun commento.
Nessun commento nemmeno da parte di Piera Maggio che stamani è stata presa d'assalto dai giornalisti nella sua abitazione di Mazara del Vallo: ''Non voglio dire nulla sulla notizia dell'indagine che ho appreso e riguarda la ragazza indagata''.
A Piera Maggio è stato chiesto se riteneva attendibile il fatto che la sua bambina possa essere stata prelevata dalle persone che sono adesso sospettate dalla procura di Marsala e da quella dei minorenni di Palermo, la donna ha risposto: ''Ho fiducia nel lavoro che viene svolto dalla magistratura''.
''Voglio continuare a ribadire - ha però aggiunto - che è necessario continuare a seguire la pista di Milano, dove la guardia giurata ha fotografato una bimba che sono sicura fosse Denise''.

www.cerchiamodenise.org

www.giornalistifreelance.it

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05 maggio 2005
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