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Sul Muos basta allarmismi?

Secondo il ministro Pinotti: "Bisogna avere basi scientifiche per valutare i rischi per la salute"

12 giugno 2014

"No agli allarmismi e alle voci incontrollate sui rischi per la salute derivanti dal Muos", il sistema di comunicazioni satellitari dell'esercito statunitense sul territorio di Niscemi (CL). Lo ha detto il ministro della Difesa, Roberta Pinotti, intervenuta mercoledì 11 giugno alla commissione Difesa della Camera. "Bisogna avere basi scientifiche per valutare i rischi per la salute - ha sostenuto Pinotti - Abbiamo la massima disponibilità a fare valutazioni e controlli, ma bisogna decidere quali sono i certificatori sui rischi".

Si rimane, come minimo, sbalorditi dalle affermazioni del ministro, e la cosa che viene spontaneo chiederle è: ma dove ha vissuto negli ultimi anni?
Infatti, da almeno tre anni studi e perizie si susseguono. Nel 2011 una relazione tecnica del Comune di Niscemi, affidata al prof. Massimo Zucchetti dell'Università di Torino, ha concluso che i campi elettromagnetici emessi fin dal 1991 dalle antenne già installate a Niscemi "hanno valori di poco inferiori, prossimi o superiori ai livelli di attenzione stabiliti dalla legge italiana", mentre per il Muos "manca tuttora un modello previsionale", sconsigliando l'installazione dell'impianto nel territorio di Niscemi.
Diverse le conclusioni dell'Istituto Superiore di Sanità, che nel luglio del 2013 ha stabilito che, anche nell'ipotesi peggiore, "i rischi possano essere considerati trascurabili", pur precisando: "Non sono prevedibili rischi dovuti agli effetti noti dei campi elettromagnetici".

Lo scorso mese di marzo, il professor Zucchetti ha presentato, in audizione nelle commissioni riunite Sanità e Ambiente, un rapporto di oltre 170 pagine elaborato da un gruppo di scienziati di cui fa parte (Massimo Coraddu, Alberto Lombardo, Eugenio Cottone, Giuseppe Pace, Fiorenzo Marinelli, Cirino Strano, Valerio Gennaro, Angelo Levis, Marino Miceli).
All’interno del dossier si legge chiaramente di "rischi di esposizione cronica degli abitanti e di disturbo della navigazione aerea" ed è netta netta la conclusione del gruppo di scienziati: "riteniamo che il Muos ricade in un contesto di grave inquinamento ambientale, che non può essere ulteriormente inquinato con altre installazioni".
infine, per Marcello D'Amore, professore emerito presso la facoltà di Ingegneria e ordinario di elettrotecnica all'università La Sapienza di Roma - anche lui ascoltato in audizione alle commissioni riunite Sanità e Ambiente al Senato -, "il rapporto di conformità redatto dalla Us Navy in merito all'installazione del Muos (consegnato all'ISS, ndr) - a Niscemi, è di una superficialità che ho trovato imbarazzante".

Il Muos (Mobile User Objective System), sistema di comunicazioni satellitari ad alta frequenza gestito dal dipartimento della Difesa Usa, è contestato dalla popolazione locale per i rischi dovuti alla potenza dell'impianto che verrebbe installato vicino al centro abitato di Niscemi. Per il movimento "No Muos", oltre ai rischi sanitari, vi potrebbero essere gravi interferenze con dispositivi e sistemi di comunicazione civili: "La potenza del fascio di microoonde del Muos - ha denunciato il 7 giugno il comitato - è in grado di provocare, anche a distanza di decine di km, gravi interferenze nella strumentazione di bordo degli aerei del vicino aeroporto di Comiso". [Informazioni tratte da Corriere del Mezzogiorno]

- Il rischio Muos è rilevante (Guidasicilia.it, 25/03/14)

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12 giugno 2014
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