Crea gratis la tua vetrina su Guidasicilia

Acquisti in città

Offerte, affari del giorno, imprese e professionisti, tutti della tua città

vai a Shopping
vai a Magazine
 Cookie

Sul sequestro dell'ospedale San Giovanni di Dio di Agrigento

L'ospedale agrigentino è solo l'ultima delle strutture a rischio individuate nell'ambito di inchieste condotte da diverse Procure dell'Isola

29 luglio 2009

Come già detto ieri, l'intero complesso ospedaliero 'San Giovanni di Dio' di Agrigento è stato posto sotto sequestro preventivo dalla Guardia di Finanza per via delle "gravi carenze strutturali tali da esporre a gravissimo rischio sismico l'intero manufatto". Per farla breve, nel materiale usato per costriurlo ci sarebbe più sabbia che cemento (LEGGI).
"Siamo stati costretti a richiedere il sequestro e lo sgombero dell'ospedale perché fra l'interesse all'assistenza ospedaliera ad Agrigento e il rischio di un evento imprevedibile che potesse compromettere le fondamenta e l'intera struttura e dunque l'incolumità di chi al nosocomio lavora e di chi vi è ricoverato abbiamo ritenuto preminente quest'ultimo", ha detto il procuratore di Agrigento Renato Di Natale che sostiene di essere "fortemente amareggiato". "La nostra inchiesta, è bene chiarirlo - ha aggiunto Di Natale - mira a garantire la collettività nel caso in cui ci sia un terremoto e non volevamo pregiudicare l'assistenza sanitaria. Adesso l'inchiesta che fino ad oggi si è concentrata sulla struttura ospedaliera di contrada Consolida fra perizie ed accertamenti tecnici si sposta sul fronte degli indagati per accertare meglio i fatti e le eventuali responsabilità".

La Regione siciliana si costituirà parte civile nel procedimento penale relativo alla costruzione dell'ospedale San Giovanni di Dio. In linea con le iniziative già assunte dall'assessore regionale alla Sanità, Massimo Russo, il presidente della Regione, Raffaele Lombardo, ha incaricato il segretario generale di convocare i responsabili delle strutture regionali interessate per attivare un programma di verifica dello stato di sicurezza delle opere pubbliche realizzate in Sicilia, con particolare riferimento alle strutture sanitarie, agli istituti scolastici e alle infrastrutture viarie. Saranno coinvolte in questa attività gli enti locali e il governo nazionale, per i profili di competenza.

L'Ospedale San Giovanni di Dio: oltre vent'anni per costruirlo - Fu la Cassa per il Mezzogiorno, nel lontano 1983, ad approvare il progetto relativo alla realizzazione del nuovo ospedale di Agrigento, costato complessivamente circa 80 miliardi di vecchie lire. La scelta cadde su un'area a nord della città, contrada Consolida, di oltre 220 mila metri quadrati, dei quali circa 20 mila furono occupati dal monoblocco destinato a ospitare le degenze.
L'ospedale fu inaugurato però oltre vent'anni dopo, nel 2004. Il primo lotto di lavori, relativo alle degenze nord, fu ultimato nel 1995. Quindi fu dato il via libera al secondo lotto, per le degenze ovest: il progetto fu approvato nel 1988, mentre i lavori furono ultimati nel 1999. Un anno prima era stato approvato un altro progetto per nuovi ampliamenti del nosocomio e per completare l'opera. Ma la struttura mostrava già i segni di un imbarazzante degrado il giorno stesso dell' inaugurazione, quando si verificò un black out causato da un'invasione di topi che avevano rosicchiato i fili elettrici.
Così, ad appena quattro anni dal taglio del nastro, i vertici dell'azienda ospedaliera firmarono una delibera relativa al progetto esecutivo per il rifacimento della pavimentazione e degli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria da eseguire nelle Unità operative del nosocomio. Il tutto per un importo di due milioni e 630 mila euro, interamente finanziato dalla Regione, che andò ad aggiungersi agli oltre 40 milioni di euro già spesi per realizzare l'ospedale.

Tutte le opere a rischio in Sicilia - Secondo Legambiente "quello di Agrigento non è caso isolato. C'è in Italia un lungo elenco di opere pubbliche a rischio cemento taroccato, un business sul quale la mafia ha evidentemente messo le mani". Così il vice presidente dell'associazione, Sebastiano Venneri, ha commentato il sequestro del nuovo ospedale di Agrigento, realizzato con calcestruzzo depotenziato. "La vicenda di alcuni manufatti crollati con il sisma in Abruzzo e il caso di questo ospedale - dice Venneri - sono la punta di un iceberg che nasconde uno scenario inquietante. Le mafie, che molto spesso detengono il monopolio nella produzione e distribuzione del calcestruzzo, hanno lucrato nel corso degli ultimi 30 anni fornendo alle opere pubbliche tanta sabbia e poco cemento".
Purtroppo è lungo l'elenco delle opere siciliane che, secondo gli inquirenti, sarebbero state realizzate con il cosiddetto calcestruzzo depotenziato, e l'ospedale di Agrigento è solo l'ultima delle strutture a rischio individuate nell'ambito di inchieste condotte da diverse Procure dell'Isola. La Dda di Caltanissetta ipotizzò che la Calcestruzzi Spa avesse fornito alle imprese impegnate nella realizzazione di opere pubbliche conglomerati composti da minor quantitativo di cemento rispetto alla quantità prevista nei contratti di fornitura. Nella lista nera delle opere a rischio finirono il nuovo padiglione dell'ospedale di Caltanissetta e una galleria dell'autostrada Palermo-Messina per le quali scattò il sequestro. Il nuovo padiglione del nosocomio venne affidato in custodia all'Ente appaltante; in questo modo fu esclusa la gestione e l'utilizzo della struttura, ancora vuota e in fase di definizione.
L'allarme dei pm nisseni indusse l'impresa che aveva realizzato lo svincolo di Castelbuono-Pollina a svolgere opere di consolidamento alle fondamenta, mettendolo così in sicurezza.
Diverso il caso della diga foranea di Porto Isola di Gela per la quale gli inquirenti ritennero, in base alle consulenze tecniche, che il minor quantitativo di cemento non incidesse in modo significativo sulla resistenza statica dei "core loc". La galleria dell'autostrada Palermo-Messina 'Cozzo-Minneria', infine, al momento del sequestro era invece già chiusa al traffico da alcuni mesi a causa di lavori in corso. Sulla struttura i magistrati hanno disposto accertamenti tecnici.
E con calcestruzzo fragile, secondo Legambiente, sarebbero stati costruiti anche altri ospedali: il Cervello di Palermo, il padiglione 6 del Piemonte di Messina, il Civico di Partinico (Palermo). Ancora, secondo gli ambientalisti: il nuovo palazzo di giustizia di Gela, gli aeroporti di Trapani e Palermo, il lungomare di Mazara del Vallo, il porto turistico di Balestrate, l'approdo di Tremestieri di Messina, il commissariato di Castelvetrano, il Porto Isola-Diga Foranea di Gela, la strada a scorrimento veloce Licata-Torrente Braemi, lo svincolo di Castelbuono-Pollina - che si sviluppa su un lungo viadotto - sul tratto autostradale A20 Palermo-Messina. Ma anche il cine-teatro di Porto Empedocle, tante chiese, parrocchie, scuole e asili nido in tutta la Sicilia.

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ing, La Siciliaweb.it]

Condividi, commenta, parla ai tuoi amici.

29 luglio 2009
Caricamento commenti in corso...

Ti potrebbero interessare anche

Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia