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Sull'agenda rossa del giudice Borsellino... Continuano le indagini della Procura di Caltanissetta

10 marzo 2008

E' stata fissata per il prossimo 2 aprile, davanti al Gup di Caltanissetta Paolo Scotto Di Luzio, l'udienza preliminare nei confronti del colonnello dei carabinieri Giovanni Arcangioli, accusato di furto aggravato dall'avere favorito la mafia. L'ufficiale, secondo l'accusa, il 19 luglio del '92, giorno della strage in cui venne assassinato il giudice Paolo Borsellino, avrebbe preso l'agenda in cui il magistrato annotava spunti investigativi e riflessioni. Determinanti, secondo gli investigatori, per affermare il coinvolgimento di Arcangioli, allora capitano dei carabinieri, nella scomparsa del diario del magistrato, sarebbero le immagini, girate il giorno della strage di via D'Amelio, da alcune televisioni, in cui l'ufficiale viene visto allontanarsi con la valigetta di Borsellino subito dopo l'esplosione. La borsa venne successivamente ritrovata nell'auto blindata del magistrato, ma senza l'agenda.

Per la scomparsa del documento, inizialmente, la procura di Caltanissetta aprì un indagine a carico di ignoti, mentre Arcangioli, che ha sempre negato la sua responsabilità nei fatti, finì sotto inchiesta per false informazioni a pubblico miniestero.
I Pm nisseni per due volte hanno chiesto al Gip Ottavio Sferlazza di archiviare l'indagine sul furto dell'agenda, ma il giudice ha prima rigettato l'istanza di archiviazione e successivamente ordinato l'iscrizione di Arcangioli nel registro degli indagati, ipotizzando il reato di furto aggravato. A questo punto la Procura ha chiesto il rinvio a giudizio dell'ufficiale.

I legali del colonnello, in una memoria difensiva, hanno chiesto l'esame dei vertici dei servizi segreti dell'epoca e anche dell'allora Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro, ma le istanze sono state rigettate in quanto ritenute irrilevanti per la vicenda.
Il procuratore aggiunto di Caltanissetta Renato Di Natale ha detto: "Abbiamo ritenuto di non dover accogliere le richieste di un supplemento di indagine avanzate da Arcangioli perchè il fascicolo è già completo. Pertanto abbiamo avanzato richiesta di rinvio a giudizio". "Il colonnello Arcangioli - ha aggiunto - aveva presentato una memoria difensiva con una serie di richieste come quella di sentire i vertici della mafia se avessero ricevuto l'agenda rossa di Paolo Borsellino, e poi di interrogare numerosi collaboratori di giustizia e di inserire anche le dichiarazioni di vertici istituzionali. Nella stessa memoria, Arcangioli citava una foto con un uomo che aveva qualcosa nella mano che veniva nascosta sotto la giacca". "Secondo i suoi difensori - conclude Di Natale - quell'oggetto poteva essere l'agenda, ma abbiamo più volte visto le immagini accertando che si trattava di una radio trasmittente. Pertanto, a nostro avviso, quelle avanzate da Arcangioli sono richieste immotivate per questo motivo le abbiamo rigettate".

"Faremo noi le indagini sulle ambigue presenze sul luogo della strage di via D'Amelio e comunque riproporremo tutte le nostre istanze al Gup, visto che, come apprendiamo dalla stampa, presto ci sarà una udienza preliminare". Questo hanno detto gli avvocati Diego Perugini e Sonia Battagliese, difensori del colonnello dei carabinieri Giovanni Arcangioli. Il riferimento dei due penalisti è alle risposte arrivate dalla procura del capoluogo nisseno in merito alla richiesta di verifica della presenza di uomini dei servizi segreti in via D'Amelio subito dopo la strage e delle funzioni svolte.
"Prendiamo atto - hanno dichiarato - che la procura non ha ritenuto di procedere a molte delle indagini richieste, liquidando con poche battute le verifiche sulle 'ambigue presenze'. Le numerose anomalie riscontrate rimangono nell'ombra e le risposte che sono state date sono assolutamente insoddisfacenti".
"Lo sono per contenuto - hanno aggiunto Perugini e Battagliese - perchè sottolineano che indagini c'erano da fare e non sono state fatte. Lo sono per i tempi e la forma, perchè mentre il giorno 5 marzo il Procuratore di Caltanissetta assicurava alla stampa che si stavano valutando gli elementi richiesti dalla difesa, un suo sostituto aveva, in poche ore, liquidato le richieste difensive sin dal giorno precedente".

"E' il caso di dire - hanno detto ancora i due difensori di Arcangioli - che la mano destra non sa cosa fa la sinistra. Una cosa è certa: gli accertamenti su foto e filmati richiesti dalla difesa non erano stati fatti perchè di ciò non vi è traccia nel processo. Tanto è vero che il solo il giorno 4 alle ore 13 abbiamo inviato le immagini agli inquirenti che non riuscivano ad individuarle ai loro atti. A distanza di poche ore, tutto si è concluso". Per Perugini e Battagliese "non sfugge poi, checchè se ne voglia dire, che questa repentina e frenetica accelerazione delle indagini nel senso della chiusura di ogni verifica, coincide con la richiesta della difesa di analizzare proprio filmati 'ambigui' e di procedere alla audizione dei maggiori rappresentanti dei servizi di sicurezza di allora, cosa non fatta in 16 anni"

Fonte: La Sicilia del 7 marzo 2008 

- L'agenda rossa di Borsellino in mano agli 007? (Guidasicilia.it, 06/03/08)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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10 marzo 2008
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