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Sull'emergenza sono tutti d'accordo...

A quando l'inizio dei lavori sulla A19 ? Il governo nazionale e quello regionale non hanno ancora raggiunto un'intesa

20 maggio 2015

L’emergenza viabilità in Sicilia è un concetto chiaro e che mette d’accordo tutti: il crollo del pilone del viadotto Himera, lungo l’autostrada A19 Palermo-Catania, avvenuto il 10 aprile scorso, è un problema enorme.
C’è però un ulteriore problema: ancora non esiste una data per l'inizio dei lavori di costruzione della bretella che servirà a collegare i due tronconi della A19.

Per aprire i cantieri (anche quello che dovrà demolire il viadotto e ricostruirlo) si era detto che bastava la dichiarazione di stato di emergenza da parte del Consiglio dei ministri, provvedimento arrivato l’altro ieri, per consentire all'Anas di appaltare i lavori in 20 giorni, contro i circa 120 della procedura ordinaria. Serve, però, anche un'intesa tra il governo nazionale e quello regionale per la nomina di un commissario. Ma l'intesa non sarebbe stata ancora raggiunta.

Insomma, un'emergenza che adesso rischia di diventare uno scandalo nello scandalo, visto che, indifferenti i disagi subiti dai siciliani, si continua a perdere tempo. E l'aspetto ancor più grave è che a farne le spese non sono solo i pendolari o chi per esigenze personali deve raggiungere la zona orientale dell'isola o viceversa. L'interruzione dell'autostrada sta mettendo in ginocchio varie tipologie di lavoratori già messe a dura prova dalla crisi che in Sicilia ha ripercussioni decisamente più pesanti rispetto ad altre regioni d'Italia. Su tutte le aziende agricole e le società di autotrasporti. E comincia a farsi drammatico il numero di attività a rischio fallimento per via della nuova, forzata viabilità.
Il caso più emblematico è quello di un'area di servizio a pochi chilometri dal crollo del viadotto che è stata costretta a chiudere i battenti poiché non transitano più veicoli. Un arrivederci, che intanto ha gettato nello sconforto le famiglie di chi vi lavorava. Un arrivederci, sì, ma chissà a quando, visto che beghe e capricci per la scelta di un commissario sembrano più importanti della vita dei cittadini.

Ad evidenziare l’immane disagio anche il colosso svedese Ikea, oramai da anni a Catania punto di riferimento per tutti i siciliani. Valerio Di Bussolo, responsabile relazioni esterne di Ikea Italia, durante la presentazione dei risultati raggiunti in materia di sostenibilità dell’impresa, ha snocciolato alcune percentuali riguardanti i potenziali clienti delle province di Palermo e Trapani . È successo infatti che la quota dell’8% rappresentata dalla clientela delle delle due province occidentali, dopo l’interruzione dell’autostrada si è ridotta di metà. Tradotto in soldoni: meno 5milioni di euro di fatturato (prima ammontava a 10).

Una situazione che accelera l’intenzione di Ikea di aprire un punto vendita a Palermo. "Il nuovo Ad, Belen Frau - ha detto Di Bussolo -, ha confermato il piano di espansione su questa sede, per noi uno dei mercati più interessanti fra quelli non ancora coperti. Siamo però ancora alla ricerca di un terreno edificabile e, certamente, il crollo del pilone potrebbe accelerare i tempi". "I fedelissimi resistono - ha aggiunto Di Bussolo - forse non vengono nel weekend, insieme alla famiglia, per vivere l’esperienza Ikea a 360 gradi, ma ci raggiungono durante la settimana". Il primo dato post-pilone è intanto la crescita dell’e-commerce con più commesse in arrivo da quell’area della Sicilia: palermitani e trapanesi acquistano online e poi ritirano la merce nel deposito Ikea di Carini.

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20 maggio 2015
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