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Sull'ospedale di Mazzarino accuse e veleni

La commissione parlamentare d'inchiesta sulla morte di Filippo Li Gambi smentisce quella regionale

12 ottobre 2009

"Secondo la Commissione parlamentare di inchiesta sugli errori sanitari, al contrario di quanto evidenziato da quella regionale, se la sala operatoria dell'ospedale di Mazzarino fosse stata attiva, Filippo Li Gambi morto poi a Caltanissetta, si sarebbe salvato".
Questo è quanto affermato nei giorni scorsi dal presidente del Senato, Renato Schifani, a margine della Lectio magistralis che si è svolta alla Vignicella per le giornate internazionali di medicina d'emergenza. "Come dice il relatore della commissione parlamentare - ha aggiunto Schifani -, gli esiti della vicenda sarebbero stati probabilmente diversi se l'ospedale di Mazzarino fosse stato in piena efficienza".
"Al riguardo si deve anche considerare che in quella sede era stata formulata la diagnosi corretta di ipovolemia, dovuta alla lacerazione dell'arteria tibiale anteriore, che è stata poi al causa della morte. Un intervento operatorio e un'assistenza rianimatoria eseguiti nell'ora successiva all'incidente avrebbe sicuramente favorito un esito diverso forse opposto della vicenda". "Condivido il parere della commissione parlamentare che se gli ospedali stanno aperti devono essere in grado di affrontare le emergenze - ha proseguito - altrimenti vanno chiusi".
Secondo il Presidente del Senato, "l'ospedale di Mazzarino non era in grado di occuparsi dell'emergenza e questa è una delle cause, probabilmente, della morte del ragazzo. La commissione valuterà eventuali responsabilità della Regione. Non tocca a me esprimere giudizi".
La commissione parlamentare ha rilevato che l'ospedale di Mazzarino doveva essere chiuso il 31 agosto ma "svariati contrasti di collaborazione con professionalità mediche e chirurgiche erano stati, a vario titolo disapplicati prima di quella data. Sono stati in seguito rinnovati, fino a dicembre, ma solo dopo la morte del ragazzo".

La replica, alle parole di Schifani, da parte dell'assessore alla Sanità siciliana, l'ex magistrato Massimo Russo, non si è fatta attendere. "Il mio profondo rispetto per le istituzioni, a prescindere dalle persone che le rappresentano, mi suggerisce di non replicare alle affermazioni del senatore Schifani animate da un chiaro intento di strumentalizzazione politica. Il senatore Schifani fa riferimento ad una relazione della commissione d'inchiesta sugli errori sanitari di cui lo stesso presidente della commissione, Leoluca Orlando, sconosce l'esistenza, come mi ha ribadito per telefono". "Non so quindi se Schifani - ha aggiunto - abbia fatto riferimento a un'opinione anticipatagli da qualche commissario, ma è certo che la commissione non ha concluso i suoi lavori altrimenti non avrebbe senso la mia convocazione per mercoledì prossimo a Roma".
"Mi amareggia molto - ha proseguito Russo - che si torni ad agitare strumentalmente la vicenda del povero Filippo Li Gambi in presenza di una documentata relazione redatta da tre medici professionisti che hanno individuato precise responsabilità sull'accaduto, certamente diverse da quelle evocate dal senatore Schifani. In attesa che la magistratura faccia il suo corso, mi pare assai imprudente che un'alta carica dello Stato rilanci questa polemica. Da siciliano, prima ancora che da assessore, mi dispiace che non siano state sottolineate le tante cose buone fatte per la sanità in Sicilia. In un anno e mezzo abbiamo risalito la china, prima pressati e poi pubblicamente apprezzati dai ministri della Salute e dell'Economia, che avevano chiesto il massimo rigore alle regioni del sud per uscire dal baratro economico".
"Noi - ha ricordato Russo - abbiamo evitato il commissariamento e recuperato circa 500 milioni di euro non certo con tagli indiscriminati bensì con una attenta e seria riorganizzazione funzionale che ha dato credibilità e fiducia alla Sicilia. Pensavamo che un simile risultato dovesse rappresentare un motivo di orgoglio per la Sicilia e i siciliani. E invece c'è ancora chi si ostina a lanciare critiche e a spargere veleni. Capisco che qualcuno è disorientato dal forte vento di cambiamento. Le nomine dei manager, per esempio - ha concluso l'assessore - sono avvenute sulla base dei curriculum professionali e non con il solito criterio della spartizione politica a cui forse in molti erano abituati".

"Purtroppo è ormai assodato che Massimo Russo abbia una visione personalistica, totalizzante e ragionieristica della Sanità e del diritto alla salute dei siciliani". Questa l'affermazione di Rudy Maira, capogruppo Udc all'Ars che è intervenuto sulla questione. "Il presidente Schifani ha posto un accento giusto sull'efficacia e l'ottimizzazione di una riforma come quella della Sanità siciliana - ha aggiunto Maira - i cui effetti, anche di natura finanziaria e cioè di risparmi, sono tutti da verificare. Sara un caso o è semplicemente 'sfiga' - chiosa Maira - che da quando Russo emana decreti di attuazione della legge sanitaria aumentino i casi di malasanità, e monti la protesta tra la gente di Sicilia. La smetta Russo di continuare a sbandierare la trasperenza ed obiettività delle scelte fatte relativamemte ai nuovi dirigenti della sanità poichè è ormai certo, per sua stessa ammissione in commissione sanità all'Ars, che in violazione di legge, il criterio di nomina è stato squisitamente di spartizione politica, al di là dei meriti dei singoli dirigenti".

"L’assessore Russo, piuttosto che sparare stupidaggini su inesistenti meriti propri, farebbe prima a dimettersi!".
Ha esordito duramente Innocenzo Leontini, dopo le dichiarazioni dell'assessore regionale alla Sanità. "Ha goduto di un sostegno e di una aprioristica collaborazione che evidentemente non meritava - ha continuato il capogruppo Pdl all'Ars - Fino a ora, sono state coperte tutte le sue inefficienze, le inadempienze e anche i danni provocati al Sistema Sanitario regionale dalle sue indiscriminate decisioni, dai suoi tagli ai servizi e dai suoi avalli alle pressioni di partito. Ora basta! Tutti sanno che il commissariamento della Sicilia non è stato evitato per i suoi meriti ma per l’applicazione del Piano di rientro attuato dagli stessi managers poi sostituiti e puniti". "Russo la smetta di millantare! Le Aziende sanitarie e ospedaliere sono state occupate da amici di partito, l’80% dei quali è corresponsabile dei disavanzi addotti a pretesto per le mancate riconferme. Chi è stato corresponsabile di disavanzi - ha continuato - è stato promosso e chi invece ha amministrato con efficienza e oculatezza è stato mandato a casa. Di lotta agli sprechi non può sicuramente parlare l’assessore che, dopo aver fatto propagandistici proclami, non ha avuto nemmeno il coraggio di ridurre lo stipendio ai Direttori Generali da lui nominati e nemmeno quello di intraprendere una efficace riforma della rete ospedaliera e del Servizio 118". "Non se ne può più - ha concluso Leontini - delle dichiarazioni propagandistiche prive di fondamento. Si dimetta!".

La parola ai magistrati. E' l'appello del Guardasigilli, Angelino Alfano, dopo le polemiche sulla morte del giovane di Mazzarino riaccesesi in seguito alle affermazioni di Schifani. "Vi è un'inchiesta della procura e a quella occorre affidarsi per accertare la verità". Alfano chiede che sia fatta luce sull'episodio: "auspico che l'azione dei magistrati giunga a buon esito nel più breve lasso di tempo possibile per non lasciare i cittadini senza verità e giustizia su una materia che merita non avere ombre. In gioco vi è l'accertamento delle responsabilità relative alla storia di un ragazzo che non avrebbe dovuto morire cosi". "È in corso altresì un'attività - ha precisato infine il ministro della Giustizia - da parte di una commissione parlamentare a cui a legge ha attribuito potere d'inchiesta: occorre che lavori con il massimo zelo e serenità. Avrò lo stesso rispetto e fiducia nella magistratura allo stesso modo - osserva - di quella che ho già avuto quando quella agrigentina ha disposto il sequestro dell'ospedale della mia città in esito ad un'indagine ancora da concludersi".

Ma sul caso anche nella giunta guidata da Raffaele Lombardo si sono create spaccature. L'assessore regionale al Territorio Mario Milone ha detto: "Il richiamo di Schifani, è sicuramente condiviso da tutti i siciliani, i quali vogliono che, accanto ad una Sanità priva di sprechi, ve ne sia un'altra altrettanto esente da episodi di così detta 'mala sanità' come quello di Mazzarino". Per dissipare ogni dubbio sulla vicenda anche il parlamento regionale intende fare la sua parte. "Istituirò una commissione di inchiesta sul caso Mazzarino", ha annunciato il presidente dell'Ars, Francesco Cascio. "Su questo caso persiste una nebulosa che non possiamo più tollerare - ha aggiunto -. Abbiamo il dovere di accertare la verità e di verificare se la riforma che abbiamo approvato per migliorare la qualità della Sanità siciliana funziona davvero sul campo, o non vi sono, invece, delle falle e, in tale ipotesi dobbiamo adoperarci per correggerne le disfunzioni". L'istituzione della commissione è condivisa dal deputato regionale del Partito democratico, Giuseppe Lupo.

"Prendiamo atto che finalmente anche alla Regione Siciliana si vuole fare chiarezza su come è andata la morte del giovane Filippo Li Gambi e sul modo in cui è stata gestita la sanità in provincia di Caltanissetta". Lo ha detto il sindaco di Mazzarino, Vincenzo D'Asaro, a proposito della decisione del presidente dell'Ars di istituire una commissione di inchiesta sul caso dell'ospedale nisseno. "Finalmente dopo tre mesi di ripetuti appelli alle più alte cariche dello Stato, comincia a muoversi qualcosa, qualcuno si é reso conto che i fatti di Mazzarino - ha aggiunto - sono di una gravità inaudita e che bisogna scrivere la giusta verità, avendo sin d'ora piena fiducia sull'operato della magistratura e sull'operato della Commissione nazionale d'inchiesta sugli errori sanitari della Camera dei Deputati". "Quale responsabile della comunità di Mazzarino, apprendo con favore l'intervento del presidente dell'Assemblea regionale siciliana - ha concluso -. Diamo sin d'ora la nostra disponibilità ad essere sentiti in qualsiasi momento per fornire elementi utili ed incontestabili per accertare la verità e correggere le disfunzioni sulla qualità della sanità che si vuole offrire in provincia di Caltanissetta".

"E' disdicevole che, mentre si seppelliscono i morti per il disastro di Messina, che dovrà vederci concorrere in uno straordinario impegno per riparare i danni, prevenire analoghi fatti e aiutare i superstiti, si sia dato avvio a una ennesima polemica sulla riforma della sanità. Una riforma che consegue a un piano di rientro sottoscritto fin dal 2007 da Stato e Regione che viene apprezzata in moltissime sedi, compresa quella governativa". Queste le parole del governatore siciliano Raffaele Lombardo. "Sui casi di malasanità - ha continuato - che purtroppo colpiscono da tempo i nostri concittadini e sono alla base della sfiducia che determina un tasso altissimo di mobilità, cioè di fuga verso i nosocomi del nord, provvede la magistratura a pronunciarsi, indicando responsabilità e responsabili".

[Informazioni tratte da La Siciliaweb.it, Adnkronos/Ing, Ansa.it, LiveSicilia.it]

- Proroga per il "S. Stefano" di Mazzarino (Guidasicilia.it, 29/08/09)

- Un'inquietante sequenza di condotte professionali inammissibili... (Guidasicilia.it, 02/10/09)

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12 ottobre 2009
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