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Sulla demolizione della Concordia

Lite tra il capo della Protezione civile e l'Autorità portuale di Palermo. "Il porto siciliano si è reso non più disponibile"

18 aprile 2014

Per lo smantellamento del relitto della Costa Concordia, da due anni nelle acque dell’Isola del Giglio, "allo stato c'è una soluzione italiana e una turca", la Turchia ha presentato l'offerta più conveniente: "40 milioni di dollari", a fronte di una richiesta di 200 milioni, "fuori mercato" da parte di Civitavecchia. "Nel mezzo ci sono le soluzioni di Piombino e Genova".
Lo ha detto il capo della Protezione Civile, Franco Grabrielli, in audizione alla Commissione Ambiente della Camera sulla rimozione del relitto della Costa dall'Isola del Giglio.
"Il porto di Palermo si è reso non più disponibile" ha aggiunto Gabrielli e continuando "rimangono Civitavecchia, che ha presentato un'offerta fuori mercato, ha proposto una cifra esorbitante: la soluzione turca implica un'esborso per l'azienda di 40 milioni di dollari, quella di Civitavecchia 200 milioni. Nel mezzo ci sono le soluzioni di Piombino e Genova. Il problema di Piombino è che non ha il bacino". "Noi - ha detto ancora Gabrielli - ci aspettiamo non solo l'indicazione di una soluzione ma una corposa documentazione che illustri i rischi e le problematiche legate a ciascuna delle due soluzioni".

Dei 30 porti sondati dalla società londinese che ha selezionato anche i consorzi per il raddrizzamento della nave della Costa 13 hanno presentato offerte, ha spiegato ancora Gabrielli, "quattro sono porti italiani: Piombino, Civitavecchia, Genova e Palermo. Ci sono poi la Turchia, la Gran Bretagna, la Norvegia", "l'offerta più bassa è quella Norvegese, non sostenibile per la distanza". "Oggi ci scandalizziamo sull'ipotesi Turchia - ha spiegato Gabrielli - ma è lì che mandiamo le nostre navi militari". "Da 25 anni in Italia - ha osservato in audizione alla commissione Ambiente della Camera - non facciamo smantellamento di navi, le nostre navi militari le portiamo in Turchia". "Attualmente in Europa il paese meglio attrezzato è la Norvegia" ha aggiunto rispondendo alle domande dei parlamentari - ma non hanno optato per quel paese per una questione di distanza", anche se l'offerta norvegese era di "prezzi inferiori rispetto a quelli turchi".
"Noi auspichiamo - ha aggiunto Gabrielli - che sia un porto italiano" a provvedere allo smantellamento della Concordia. Anche perché "ricordo che dobbiamo ancora trovare un corpo". "È vero però - ha poi spiegato - che il prezzo lo deve pagare la Costa, che è sempre una società privata, che può andare a gambe all'aria". "I costi a carico dell'armatore sono stati fin'ora - ha rilevato Gabrielli - 1,1 miliardi".

La notizia sull’ipotetica indisponibilità del porto di Palermo ha, prima sorpreso, poi scatenato un putiferio. Il capoluogo siciliano, assieme a Civitavecchia, Piombino e Genova, era uno dei quattro siti italiani candidati alla rimozione della nave e, in particolare, la proposta di Fincantieri era quella di candidare Palermo per un passaggio intermedio: le operazioni preliminari allo smantellamento. Ovvero lo svuotamento della nave, la riparazione della falla e lo smontaggio dei cassoni in alluminio da riciclare per realizzare una chiatta. In tutto circa tre mesi di lavoro per mettere in sicurezza la Concordia per il suo successivo viaggio a traino verso un altro cantiere, per lo smantellamento definitivo. Il cantiere di Palermo infatti non fa demolizioni di navi ma solo costruzioni e riparazioni.

A reagire alle dichiarazioni del capo della Protezione Civile è stato il sindaco Leoluca Orlando. "Ancora una volta sollecitiamo la scelta di Palermo. Fincantieri - ha esortato Orlando - esprima con chiarezza la sua posizione e disponibilità per i Cantieri Navali di Palermo, che sono in condizione da subito di realizzare gli interventi necessari per la Costa Concordia. Il mancato impegno da parte di Fincantieri costituirebbe un grave segnale, in contrasto con quanto più volte confermato ai tavoli sulla cantieristica palermitana".

Fincantieri però, non è voluta intervenire nella polemica, mentre l'Autorità Portuale di Palermo ha smentito categoricamente la dichiarazione di Gabrielli, secondo cui "il porto di Palermo si è reso non più disponibile" ad accogliere la Costa Concordia.
Esprimono preoccupazione i sindacati, che chiedono a Fincantieri di prendere una posizione. "Noi sappiamo che Fincantieri ha fatto un'offerta per Palermo che riguarda le operazioni preliminari allo smantellamento, e non quelle per lo smaltimento della Concordia - ha dichiarato il segretario della Fiom Cgil di Palermo Francesco Piastra - Ci aspettiamo che Fincantieri confermi Palermo come cantiere adatto per questi lavori di carattere propedeutico. Il cantiere è in condizioni di realizzarli. La Cgil vuole vederci chiaro e sentire la posizione di Fincantieri".
Anche Mimmo Milazzo, segretario Cisl Palermo-Trapani, e Nino Clemente, componente della segreteria provinciale della Fim Cisl e Rsu a Fincantieri, sollecitano Fincantieri a esprimersi sulla vicenda. "Il cantiere di Palermo e i suoi addetti sono qualificati per svolgere i lavori sulla nave - dicono Milazzo e Clemente -. Serve un segnale importante di rinascita del cantiere atteso dai suoi lavoratori. E ci auguriamo che presto giungano le commesse che possano garantire la tranquillità agli operai e al tessuto economico palermitano, del quale il cantiere è parte rilevante. Sollecitiamo, inoltre, la Regione - concludono Milazzo e Clemente - ad accelerare i tempi per la realizzazione del bacino chiesto dall'azienda".

Ma Gabrielli conferma tutto, e a muso duro. Dopo la ridda di polemiche la Protezione civile ha diramato una nota in cui afferma che "non si può che confermare integralmente quanto riferito dal Prefetto Gabrielli nel corso dell'audizione alla Commissione VIII della Camera: come può dichiarare l'Autorità portuale con una tale sicumera che un funzionario dello Stato - Commissario delegato del governo per la gestione dell'emergenza Concordia - vada di fronte al Parlamento mentendo? Infatti, la società candidata che aveva indicato come luogo di smantellamento della Concordia l'area del proprio cantiere interno al porto di Palermo, dopo la prima selezione ha ritirato la propria candidatura poiché tali aree - e in particolare il bacino - non sarebbero state disponibili perché impegnate in altre attività con altre commesse. Questi sono i fatti, non illazioni, in attesa delle doverose scuse".

[Informazioni tratte da ANSA, Italpress, GdS.it, Huffingtonpost.it]

- La Costa Concordia sarà smaltita in Italia... (Guidasicilia.it, 17/02/14)

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18 aprile 2014
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