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Sulla dispersione scolastica. La Scuola Italiana soffre di una grave patologia: ''emorragia di alunni''

06 marzo 2007

Sono quasi un milione i ragazzi italiani in possesso della sola licenza media, e quasi mezzo milione i cosiddetti ''dispersi'' che la scuola genera ogni anno. A collocare i ragazzi italiani agli ultimi posti in Europa bastano solo questi due dati - forniti dal ministero della Pubblica istruzione -, che possono aiutare a spiegare sia le crescenti difficoltà di inserimento lavorativo di tantissimi ragazzi sia le difficoltà di una economia che stenta perennemente a spiccare il volo.

L'Italia, regno degli 'early school leavers' - Si tratta di coloro che si sono congedati un po' troppo presto dalla scuola. Nel nostro Paese nel 2006, se ne contavano ben 890 mila: ragazzi di età compresa fra i 18 e i 24 anni - pari al 20,6 per cento del totale di quella fascia - in possesso della sola licenza media e che non partecipano a nessuna forma di educazione o formazione. Insomma, giovani usciti definitivamente dai circuiti formativi. 
Come dicevamo all'inizio, sono quasi mezzo milione gli alunni italiani che, ogni anno, interrompono gli studi o vanno incontro ad una bocciatura. Un preoccupante bilancio ufficiale che arriva da viale Trastevere, cifre e dati impressi ''nero su bianco'' nel dossier dal titolo ''La dispersione scolastica: indicatori di base per l'analisi del fenomeno''. Un fenomeno che all'Italia incide per circa 3 miliardi di euro l'anno di costi diretti e una cifra non quantificabile di costi indiretti che possono essere molto pesanti. Quest'ultima è una nota del Commissario europeo per l'istruzione, la formazione, la cultura e il multilinguismo, Ján Figel, che avverte: ''Sistemi d'istruzione e di formazione efficienti possono avere un notevole impatto positivo sulla nostra economia e società ma le disuguaglianze nell'istruzione e nella formazione hanno consistenti costi occulti che raramente appaiono nei sistemi di contabilità pubblica. Se dimentichiamo la dimensione sociale dell'istruzione e della formazione, rischiamo di incorrere in seguito in notevoli spese riparative''.

Bastano pochi numeri per collocare l'Italia ai primi posti in Europa per dispersione scolastica. Nell'anno scolastico 2004/2005 sono stati 342 mila gli alunni (di cui 289 mila al superiore) andati incontro ad una bocciatura. In più, 100 mila tra ragazzini della scuola media e studenti delle superiori dopo essersi iscritti a scuola si sono ritirati, in molti casi, senza comunicare niente a nessuno. Con queste cifre il nostro Paese è ancora lontanissimo dall'obiettivo stabilito a Lisbona nel 2000: avere al massimo il 10 per cento di ragazzi tra i 18 e i 24 anni con la sola licenza di scuola media. L'anno scorso, dopo qualche progresso, l'Italia ha registrato il 20,6 per cento. Siamo preceduti solo da Spagna e Portogallo. La media Ue cala al 14, 9 per cento, mentre Finlandia e Danimarca sono già al di sotto del 10 per cento e Francia, Germania, Olanda, Regno Unito e Grecia sono vicini all'obiettivo di Lisbona. Enorme anche il numero dei ragazzi promossi con debito al superiore (gli ex rimandati): quasi un milione.

Un fenomeno, quello della dispersione scolastica, che si verifica più frequentemente nei primi anni delle scuola media e delle superiori. In particolar modo nelle prime classi degli istituti professionali, dove i tassi di bocciatura raggiungono livelli stratosferici: 42 per cento.
Ma è soprattutto il tutte le regioni meridionali che si annida la dispersione con valori superiori alle medie nazionali anche del 30 per cento. Segno che il fenomeno è legato anche ad aspetti economici e sociali con alunne mediamente più brave dei compagni maschi.
Il bilancio del fallimento scolastico è in realtà più pesante di quello descritto dalle statistiche del ministro. Ai bocciati e ritirati basta sommare gli evasori totali per superare il mezzo milione di alunni e se nella scuola secondaria di secondo grado si aggiungono i promossi con debito l'insuccesso colpisce più di metà degli studenti.

Domani a Palermo ''Tutti al proprio posto'', convegno sulla dispersione scolastica
E giusto domani mattina, mercoledì 7 marzo, presso l'Hotel Addaura (Lungomare Cristoforo Colombo, 4452 - Palermo), avrà luogo il convegno dal titolo ''Tutti al proprio posto'', organizzato dall'Osservatorio regionale sulla dispersione scolastica.
Ad introdurre i lavori sarà l'assessore regionale ai Beni culturali, ambientali e alla Pubblica Istruzione, Nicola Leanza, mentre le conclusioni saranno affidate al direttore generale del Dipartimento Pubblica Istruzione dell'assessorato, Patrizia Monterosso, e al direttore generale dell'Ufficio scolastico regionale per la Sicilia, Guido Di Stefano. Parteciperà il coordinatore dell'Osservatorio, lo psicologo Maurizio Gentile.
''Se la dispersione - ha affermato Leanza - è una patologia che conclama lo squilibrio tra la scuola e la società, allora questo incontro rappresenta il momento preparatorio che prelude a una serie di impegni più complessi e stimolanti, dal ripensamento dei contesti normativi, alle misure di adeguamento e messa a norma dei plessi scolastici, affinché la cura sia non solo un meccanismo di eliminazione del disagio, ma la comprensione profonda dell’ambiente e delle persone''.
Durante l'incontro di domani verranno forniti i dati aggiornati sulla dispersione scolastica in Sicilia.

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06 marzo 2007
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