Sulla Fiat di Termini solo incontri interlocutori
Riunione oggi al ministero dello Sviluppo per fare il punto sulle proposte analizzate da Invitalia per il futuro dello stabilimento siciliano
Un accordo di programma entro la fine del 2011 e un bando internazionale per attrarre potenziali acquirenti interessati a rilevare lo stabilimento di Termini Imerese della Fiat.
E' quanto emerso dalla riunione di oggi al Ministero dello Sviluppo economico alla quale hanno preso parte i dirigenti del dicastero, i rappresentanti della Fiat, dei sindacati e l'assessore regionale alle Attività produttive Marco Venturi.
L'incontro è stato convocato per fare il punto sulle proposte al vaglio dell'Advisor Invitalia che sta procedendo ad una scrematura delle manifestazioni di interesse presentate da alcuni gruppi imprenditoriali della fabbrica siciliana, dove lavorano 1.500 operai, che il Lingotto ha deciso di chiudere entro la fine del 2011. Tra le proposte in campo ci sono quelle dell'imprenditore Giammario Rossignolo, del finanziere Simone Cimino, di un gruppo automobilistico cinese e di aziende interessate a sviluppare progetti sul fotovoltaico e sulla produzione cinematografica. Ad una espressa richiesta dei sindacati, la Fiat, nel corso dell'incontro, avrebbe ribadito la decisione di dismettere la fabbrica di Termini Imerese a prescindere dall'esito del bando internazionale e del contratto di programma.
Per le proposte di acquisizione dello stabilimento Fiat di Termini Imerese il ministero presenterà una prima short list il 15 settembre ed una seconda a metà novembre che conterrà anche le proposte che verranno raccolte a livello internazionale dopo l'avvio del 'bando' che verrà lanciato a fine mese per raccogliere manifestazioni di interesse da parte di imprese straniere. E' questo l'iter che verrà seguito per arrivare alla cessione dello stabilimento siciliano della Fiat per il quale oggi il ministero dello Sviluppo economico ha annunciato una prima scrematura di proposte al vaglio per rilevare l'impianto di Termini Imerese. Tra le proposte su cui al momento si sta concentrando l'interesse del ministero e di Invitalia ci sono la De Tomaso, la Rev Srl, che punta a produrre in Sicilia veicoli elettrici e batterie per auto e la Map Engineering che produce stampaggi. La Med Studios vorrebbe utilizzare lo stabilimento per produzioni tv mentre ci sarebbe un'azienda interessata ad utilizzare lo stabilimento per produzioni agroalimentari ed anche due aziende, delle quali non è stato fornito il nome, che lavorano nel campo manifatturiero.
Per il vice presidente della commissione attività produttive all’Ars, Pino Apprendi, sono "insufficienti le proposte e le risorse messe a disposizione dal governo Berlusconi per fare fronte alla crisi della Fiat di Termini Imerese". "Da un anno - ha aggiunto il deputato del Pd - si susseguono riunioni e tavoli tecnici del tutto deludenti e interlocutori. Nessun rappresentante del governo Berlusconi si presenta ai vertici mentre ai tavoli, la stessa Fiat, scherza e sorride con palese arroganza alle proposte e alle richieste avanzate dal sindacato". Per Apprendi "bisogna cambiare passo se non si vuole arrivare alla fine del 2011, data in cui è prevista la chiusura dello stabilimento, del tutto impreparati e sconfitti".
Salvino Caputo, presidente della commissione Attività produttive dell'Ars, al termine del vertice romano sulla Fiat ha affermato con chiarezza: "Deludente, interlocutorio e privo di serie prospettive, l'incontro tenutosi questa mattina a Roma al ministero per lo sviluppo economico per decidere il futuro dello stabilimento Fiat di Termini Imerese. Solo cinque le proposte presentate e tutte sostanzialmente prive di serie prospettive per il futuro dello stabilimento di Termini, per i lavoratori e l'economia del territorio". "Le cinque aziende - ha detto Caputo - operanti nei settori delle vetture, dell'agricoltura, del tessile e dei profilati metallici hanno presentato disegni e progetti totalmente incompatibili col tessuto economico e occupazionale del territorio di Termini Imerese. E' chiaro che se sono queste le proposte, dobbiamo aspettarci tempi bui e tristi per il futuro di uno dei territori più importanti della provincia di Palermo. Questa è la conferma che la Fiat non soltanto vuole chiudere Termini, ma non sta dando nessun importante contributo alla soluzione dei gravissimi problemi".
[Informazioi tratte da Ansa]