Sulla grande nave Confindustria di capitan Montezemolo, anche due siciliani
Il patron di STM e il presidente di Sicindustria chiamati dal nuovo leader degli industriali
Insieme a Marco Tronchetti Provera e Andrea Pininfarina (vicepresidenti con delega rispettivamente per la Finanza d'impresa e il Centro Studi), Emma Marcegaglia (Politiche Industriali), Alberto Bombassei (Relazioni sindacali), Gianmarco Moratti (Europa), Marino Vago (Organizzazione interna), ci saranno anche i due siciliani Pasquale Pistorio, patron della STMicroelectronics, all'Innovazione e il presidente di Sicindustria, Ettore Artioli, ministro del Mezzogiorno, a formare la spina dorsale della nuova squadra di comando di Confindustria, presentata ufficialmente l'altro ieri dal presidente designato, Luca Cordero di Montezemolo, insieme al programma di governo per il prossimo quadriennio.
A 50 giorni circa dalla designazione unitaria, Luca Cordero di Montezemolo e il gruppo di lavoro che lo ha affiancato in queste settimane hanno ormai definito gli ultimi dettagli.
Salvo sorprese dell'ultima ora, toccherà dunque alle grandi firme dell'industria nazionale insediarsi al vertice dell'associazione degli industriali, di cui già fanno parte di diritto Anna Maria Artoni (Giovani) e Sandro Salmoiraghi (Piccola industria).
In teoria, e facendo riferimento alla presidenza D'Amato (11 vicepresidenti più Silvio Fortuna, delegato all'Education), all'appello mancherebbe ancora un altro vicepresidente, ma allo stato Montezemolo non ha ancora sciolto le riserve. Probabile che alla fine il presidente Ferrari opti per una 'panchina lunga', affidando cioè alcune deleghe ad hoc: è il caso di Francesco Bellotti (ex presidente della Piccola) che otterrebbe la delega per il Credito (una delle priorità del nuovo corso), di Gianfelice Rocca (Techint) che avrebbe l'Education e dell'ex presidente dei Giovani, Edoardo Garrone.
Se così fosse, all'interno della nuova Confindustria spiccherebbe l'assenza della componente veneta che verrebbe però ricompensata con la presidenza della Federmeccanica (lasciata da Bombassei, e per la quale è in pole position il vicentino Massimo Calearo, tra i grandi sponsor elettorali di Montezemolo).
Fatta la squadra, resta poi da definire la struttura di comando, a cominciare dal futuro direttore generale. Stefano Parisi dopo quattro anni sembra destinato a lasciare l'incarico e per la sua sostituzione è partita una ridda di ipotesi che abbraccia una serie di nomi. Dalla conferma o meno dell'attuale direttore generale, oggi il primo collaboratore del presidente, dipenderà gran parte dei futuri assetti di comando del pianeta Confindustria (a cominciare da Il Sole 24 Ore e Luiss).
Parisi, scelto da D'Amato all'indomani del suo insediamento al posto del dimissionario Cipolletta, viene dato da più parti sul piede di partenza, anche se non manca chi suggerirebbe a Montezemolo di favorire un'uscita morbida in grado di non scombussolare gli attuali equilibri. Le alternative anche qui non mancherebbero, ma quelle più accreditate non troverebbero sponda nei diretti interessati (Giampaolo Galli, Riccardo Perissich) troppo impegnati nel proprio lavoro in associazione (Ania) e azienda (Telecom).
Infine il capitolo Direttivo. A maggio, in concomitanza con l'assemblea e il passaggio di consegne D'Amato-Montezemolo ci sarà da rinnovare anche l'organismo che intermedia i rapporti tra Presidenza e Giunta. È composto da 32 membri e ne fanno parte, tra gli altri, il presidente, il suo predecessore, i vicepresidenti elettivi e i due di diritto. Nella tornata di due anni fa entrarono, tra gli altri, Andrea Pininfarina e Gianmarco Moratti; ne uscirono Roberto Colaninno, Luciano Benetton, Guido Barilla, Ivano Beggio, Emma Marcegaglia.
Anche in questo caso, le indiscrezioni sulle possibili new entry non mancano: tra i nomi circolati, quelli del patron della Tod's, Diego Della Valle, grande amico del neopresidente, e del presidente degli Industriali del Lazio, Giancarlo Elia Valori, indicato tra l'altro come possibile candidato alla presidenza della Luiss.