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Sulla pesca del novellame la Regione ci riprova

Il presidente Crocetta: "La Regione riadotterà un decreto per autorizzare la pesca al novellame"

25 febbraio 2013

Venerdì mattina si sono incontrati il Presidente della Regione siciliana Rosario Crocetta e l’assessore all’Agricoltura e alla Pesca, Dario Cartabellotta, per esaminare la situazione del settore pesca in seguito all’incontro avvenuto presso il Ministero per le Risorse agricole a Roma. "Alla luce dei documenti forniti si evince con chiarezza che: la regione sulla base dell’art 14 dello statuto, ha competenza esclusiva in materia di pesca - si legge in una nota - che, pertanto, il piano "nazionale" regionale della Sicilia può essere approvato solo dalla Regione siciliana, come per altro determinato dalla decisione del 20 aprile 1988 della Corte Costituzionale che dichiara testualmente 'che spetta alla Regione Sicilia la pesca del novellame di sarda e di anguille nel proprio mare territoriale; conseguentemente annulla la circolare della Marina mercantile avente ad oggetto proprio il novellame di sarde e di anguilla'".

Non solo. "Sul piano nazionale della pesca del 27 dicembre 2010 recepiva il piano regionale, tra l’altro perfettamente compatibile con la tutela dell’ambiente e le disposizioni comunitarie - dice ancora la nota - che Bruxelles non ha mai sollevato opposizione avverso al piano della nazionale-regionale siciliana. Alla luce di quanto sopra detto, è intendimento della Regione siciliana riadattare un decreto che autorizzi i piccoli pescatori alla pesca del novellame in alcune zone e con rispetto delle norme ambientali, previa comunicazione preventiva al Ministero e a Bruxelles".

La Regione siciliana, dunque, riadotterà un decreto per autorizzare la pesca del novellame in alcune zone e con rispetto delle norme ambientali.

"Finalmente il governo siciliano si occupa dei pescatori, prendendo posizione sulla pesca al novellame. La questione non riguarda solo la pesca, ma tante altre materie sociali, economiche e culturali. Qui si tratta di tutelare e difendere il principio autonomistico, non a parole, ma in punto di diritto. Sia ben chiaro, sulla "neonata" io la penso così: la pesca al novellame, come e più che qualunque altra attività del mare, va disciplinata, studiata, regolamentata, monitorata, applicata nei tempi, nei modi e negli spazi". Lo scrive, in una lettera aperta, il presidente del Distretto della pesca di Mazara del Vallo, Giovanni Tumbiolo.

"Se tutto questo non lo fa la Regione mediterranea maggiormente 'dipendente dalla pesca', chi lo deve fare? La Sicilia ha l'obbligo di fare ciò quale capofila naturale (lo impongono la storia e la geografia) dei Paesi della sponda sud del Mediterraneo - prosegue -. Ritengo che la Sicilia non debba fare marcia indietro, ma andare dritto verso un'autodisciplina rigorosa e certa. Riprendersi il potere di decidere le sorti del proprio territorio, della propria gente, non significa però seguire le pulsioni elettorali o le miopi richieste di quattro 'fuorilegge' che non rappresentano affatto la stragrande maggioranza degli onesti pescatori siciliani". "Se la Sicilia intende, come giustamente Crocetta e Cartabellotta asseriscono, diventare un 'faro' per il Nordafrica - sottolinea - ha l'obbligo di creare le strutture adeguate e coerenti con gli obiettivi prefissati. Per prima cosa bisogna creare un 'assessorato del Mare', ove tutte le competenze, oggi sparse in ben sette dipartimenti, possano ricongiungersi in una struttura integrata".

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ign, ANSA, GdS.it, LiveSicilia.it, SiciliaInformazioni.com]

 

 

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25 febbraio 2013
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