Sulla tragica collisione nello Stretto di Messina. Secondo uno dei periti una delle tre navi non diede la precedenza
La tragica collisione tra il Segesta Jet e la nave portacontainer Susan Borchard, avvenuta il 15 gennaio scorso nello Stretto di Messina, e nel quale morirono quattro uomini dell'equipaggio del mezzo veloce delle Ferrovie, sarebbe stata causata dalla ''mancata precedenza di una delle tre navi presenti nella zona dell'incidente''. L'altra nave che incrociava nella zona al momento della collisione era il traghetto Zancle della società privata Caronte & Tourist.
A sostenerlo è uno dei quattro periti incaricati dalla Procura di Messina di accertare le cause del disastro, l'ing. Della Mese, dopo i primi rilievi e le prime valutazioni tese ad accertare le cause e le responsabilità del disastro. Quale però delle tre abbia mancato non è ancora stato appurato.
Secondo indiscrezioni riportate dai quotidiani locali, sarebbe stata proprio la Zancle a mantenere una rotta diversa da quella prevista dalla regolamentazione del traffico navale, tagliando il percorso della Segesta e oscurandole la visuale. Ma il perito non la menziona esplicitamente e il comandante della Capitaneria di porto Antonio Samiani ha subito calmierato il tono delle notizie: ''Sono ancora in corso le indagini e le ipotesi al vaglio sono più di una. Anche la mancata precedenza è una delle ragioni che avrebbero potuto causare l'incidente, ma non è la sola''.
I quattro periti, che hanno esaminato i tracciati radar rilevati con il sistema satellitare Ais, torneranno a Messina il 7 febbraio prossimo per ultimare il loro lavoro.
Intanto sarebbe stato accertato che la stampante collegata al computer di bordo della Borchard, che nel frattempo è stata dissequestrata (dissequestro che ha provocato non poche polemiche) non era funzionante. Mentre si cercano conferme alla notizia che il comandante del Segesta Jet, morto nell'incidente, non sarebbe stato al timone del mezzo al momento dell'impatto.