Sulle Rocche del Crasto è nato un aquilotto reale
Il pulcino è nato dalla coppia di Aquile reali che ha nidificato nel Parco dei Nebrodi
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È finalmente nato l'aquilotto dalla coppia di Aquila reale che ha nidificato nel Parco dei Nebrodi, sulle Rocche del Crasto, nei pressi di Alcara Li Fusi. L'uovo si è schiuso l'11 maggio scorso, dopo circa 45 giorni di cova che è stata effettuata a turno da entrambi i genitori.
Dentro il grande nido il pulcino sta bene: è un piccolo batuffolo di piumino bianco, sempre pronto a ricevere il cibo da parte dei genitori, come mostrano le immagini del telerilevamento. Previsti tra pochi giorni quelli che potremmo definire i "primi passi" e una successiva rapida crescita per raggiungere le dimensioni dei genitori: atteso per fine luglio invece - intorno ai 75 giorni di vita - l'involo dal nido.
"La coppia di Aquila reale che nidifica nel Parco dei Nebrodi, grazie all'elevato successo riproduttivo che è stato registrato negli ultimi decenni - commenta Filippo Testagrossa, direttore del Parco dei Nebrodi - risulta tra le più prolifiche d'Italia, indicatore inequivocabile dell'idoneità ambientale dell'area protetta, collegata sia all'habitat ottimale ancora integro, che al cibo abbondante e diversificato".
E tutto è avvenuto sotto l'occhio vigile dello staff che, grazie ad una telecamera posizionata accanto al nido, monitora tutto ciò che accade all'interno: dalle fasi di "restauro" del nido (che avviene nel mese di febbraio e consiste nell'apporto di nuovi rami, generalmente di piante sempreverdi come il leccio), alla deposizione, cova e schiusa delle uova, fino al primo volo del giovane con l'abbandono del nido.
Il telerilevamento del nido dell'aquila reale è disponibile sulla home page dell'Ente www.parcodeinebrodi.it, mentre il sito di nidificazione è protetto da eventuali disturbi antropici da parte del Parco, che ha interdetto a turisti, visitatori e curiosi la fruizione dell'area delle Rocche del Crasto compresa fra Rocca Calanna e la Grotta del Lauro.
Una presenza importante, quella dell'aquila reale, che solitamente depone due uova: ricordiamo che comunque statisticamente solo uno arriva all'involo, in quanto le cause naturali ne anticipano la perdita, o addirittura avviene la soppressione da parte del fratello più grande (è presente nella specie il fenomeno del "cainismo"). "Tutto questo garantisce una rigorosa selezione naturale di questa specie di superpredatore, così chiamata perché è in grado di cacciare anche altri predatori come la volpe o la martora", spiega lo zoologo Antonio Spinnato.
- Sui Nebrodi, le Rocche del Crasto (Guidasicilia)