Sulle tracce del nemico pubblico # 1
E' iniziata la rogatoria a Marsiglia nell'ambito dell'inchiesta sulle ricerche di Bernardo Provenzano
Il procuratore della Repubblica di Palermo, Pietro Grasso, e il pm della Dda, Michele Prestipino, hanno ripreso stamani la rogatoria a Marsiglia nell'ambito dell'inchiesta sulle ricerche del boss latitante Bernardo Provenzano, ricercato da 42 anni.
I due magistrati, accompagnati dai poliziotti dello Sco (Servizio centrale operativo della polizia di Stato), hanno convocato per oggi, attraverso i colleghi francesi, i medici che hanno operato nell'ottobre 2003 il capo di Cosa nostra.
Insieme agli investigatori è arrivato a Marsiglia anche un agente della scientifica, per raffinare l'ultima ricostruzione al computer del volto del vecchio padrino in base alle indicazioni che saranno date dalle persone che lo hanno visto in Francia durante la sua lunga permanenza di due anni fa (finora solo i pentiti hanno parlato della fisionomia di Provenzano).
Ricordiamo che nella città della Provenza la ''primula rossa di Corleone'' ha vissuto nel 2003 per circa un mese, e durante questa permanenza è stato sottoposto a due interventi chirurgici alla prostata.
La rogatoria si sta svolgendo negli uffici giudiziari di Marsiglia, alla presenza del giudice istruttore Dominique Voglimacci e del magistrato di collegamento fra l'Italia e la Francia, Stefano Mogini.
Bernardo Provenzano si recò una prima volta a Marsiglia nel luglio 2003 per accertamenti, poi una seconda volta a ottobre dello stesso anno. In questo secondo soggiorno Provenzano, in attesa di essere ricoverato, è stato in giro a Marsiglia per 19 giorni, quasi certamente ospite di qualcuno su cui sono in corso indagini. Il boss corleonese è stato nuovamente ricoverato in clinica il 24 ottobre e tre giorni dopo è stato sottoposto ad un primo intervento; il 31 dello stesso mese è stata necessaria una seconda operazione, mentre il 4 novembre è stato dimesso.
Un viaggio in macchina, quello di Provenzano, partito da Villabate, cittadina alle porte di Palermo, attraversando l'Italia con la complicità di alcuni favoreggiatori, fra cui Salvatore Troia, figlio di Gaspare, l'anziano fornaio al quale Provenzano ha temporaneamente ''rubato'' l'identità, usando i suoi documenti per il ricovero e addebitare le spese sanitarie al Ministero della Salute.
Una volta eseguito l'intervento alla prostata, il vecchio padrino è stato riportato, sempre in auto, a Villabate. Per festeggiare, in una casa di campagna sarebbe stato organizzato ''un grande pranzo'', preparato da un ristorante della cittadina.
Salvatore Troia, arrestato lo scorso gennaio nell'operazione di polizia e carabinieri chiamata ''Grande mandamento'' - che riguardava proprio la rete dei favoreggiatori di Provenzano -, ha vissuto per molti anni a Marsiglia, dove aveva un bar insieme alla moglie, nata in Francia. Anni dopo Troia, dopo aver venduto tutto, è ritornato a Villabate, dove, secondo gli inquirenti, con i soldi guadagnati dal traffico di armi e droga fra Marsiglia e Palermo, e con il premio ricevuto dall'anziano padrino per ''le cure'' in Francia, ha messo in piedi, nel comune palermitano, un grande panificio chiamato ''la Baguette'', che non ha fatto in tempo ad avviare perché arrestato.
A Marsiglia alcuni medici della clinica ''La Licornie'', nella quale Provenzano venne visitato fra il 6 e l'11 luglio 2003, si ricordano del superlatitante, in particolare uno di loro ricorda che al boss venne diagnosticato un tumore che i medici volevano subito rimuovere, ma lui rimase quasi impaurito e rifiutò di farsi ricoverare in un'altra struttura sanitaria, decidendo così di tornare in Italia. ''Quando a luglio effettuammo le analisi - ricorda un medico - e riscontrammo un tumore alla prostata, volevamo subito sottoporlo ad un intervento chirurgico, ma lui si rifiutò: insisteva nel tornare in Sicilia dove sosteneva di avere delle cose urgenti da fare''. ''In seguito a questi accertamenti siamo stati contattati dopo alcune settimane - ha spiegato il testimone - per prenotare il ricovero e l'intervento''.
Dalla cartella clinica emerge che Bernardo Provenzano è alto 165 centimetri e pesa 68 chili. Nella cartella medica sono, infatti, state annotate una serie di caratteristiche dell'anziano, ricoverato sotto la falsa identità di Gaspare Troia. I medici francesi hanno anche riscontrato che il capomafia ha una cicatrice sul collo, di cui fino ad ora avevano parlato solo i collaboratori di giustizia. A provocargliela sarebbe stata una precedente operazione chirurgica alla quale Provenzano è stato sottoposto per asportare una ciste.
I medici che hanno effettuato l'intervento chirurgico e gli infermieri che hanno curato Provenzano durante il suo ricovero in clinica saranno interrogati da oggi, dal giudice istruttore francese che sta svolgendo la rogatoria e dai due magistrati siciliani.