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Sullo stop informatico della Giustizia

L'Associazione nazionale magistrati lancia l'allarme: "C'è il rischio concreto che i tribunali chiudano"

05 gennaio 2011

Con il nuovo anno i tribunali e le procure di tutta Italia dovranno tirare fuori dalla soffitta i vecchi archivi cartacei e rimettere in sesto le fotocopiatrici: i servizi di manutenzione e assistenza ai sistemi informatici sono sospesi. Questo il contenuto di una circolare che il ministero della Giustizia ha inviato a presidenti di Corti di Appello e procuratori generali. E che rischia di bloccare milioni di atti giudiziari. Il motivo? Semplicissimo: i soldi non ci sono. La comunicazione, che porta la firma di Stefano Aprile, direttore generale per i sistemi informativi automatizzati di via Arenula, parla di "mancata assegnazione delle risorse finanziarie" che rende "necessario procedere alla revoca".

"Altro che riforme punitive, qui c'è il rischio concreto che i tribunali chiudano e che soprattutto non possa essere erogato il servizio giustizia ai cittadini". Questa la sottolineatura del presidente dell'Associazione nazionale magistrati, Luca Palamara, riferendosi all'interruzione dei servizi di manutenzione e assistenza ai sistemi informatici degli uffici giudiziari. L'Anm, insomma, lancia l'allarme paventando il rischio di una paralisi del sistema. "Siamo molto preoccupati della situazione. Seguiremo con attenzione - prosegue Palamara - l'evolversi di queste misure annunciate dal ministro e ovviamente adotteremo tutte le iniziative necessarie ad evitare che questa situazione possa prolungarsi e mettere in ginocchio il sistema giudiziario". "C'è il concreto rischio - si legge sul sito dell'Anm - che la giustizia possa subire un altro colpo ferale a causa degli ulteriori disservizi che potranno crearsi". "Da tempo - prosegue l'Anm - sosteniamo la necessità di considerare il settore giudiziario un settore strategico per il Paese e, invece, dobbiamo amaramente constatare come avvenga sistematicamente il contrario. Se l'informatizzazione dovesse venire meno il principale sconfitto sarebbe il cittadino".

"Non c'è un rischio di paralisi perché quella che si è interrotta è semplicemente l'assistenza; non si è certamente rotto il servizio in quanto tale. Quel che può accadere è che per difetto di assistenza là dove ci sia un guasto ci sia una qualche difficoltà e qualche attesa in più per poter provvedere al riguardo". Così, dai microfoni del Gr1, il Capo Dipartimento dell'organizzazione giudiziaria del ministero di Grazia e Giustizia, Luigi Birritteri, risponde all'allarme lanciato dall'Anm. "Dell'assistenza si occupano ditte appaltanti, un raggruppamento temporaneo d'impresa capitanato da Telecom e da altre due ditte Elsag Datamat ed Engineering", ha spiegato Birritteri che aggiunge: "Siccome abbiamo subito dei tagli di bilancio abbiamo avuto questo problema tecnico", ovvero "non abbiamo più i fondi per onorare integralmente il contratto, mancherebbero circa 33 milioni di euro''. "Il sistema informativo è necessario ed essenziale perché moltissimi programmi gestiscono sia i processi penali che i processi civili", prosegue Birritteri che alla domanda se vi sia il rischio di dover tornare ai vecchi fascicoli cartacei risponde infine: "Questo è davvero da evitare. Ci riusciremo, senza alcun dubbio".

Ma le toghe annunciano la mobilitazione. "Magistratura democratica è pronta ad una forte mobilitazione con forme di protesta anche clamorose", dice il segretario Piergiorgio Morosini, gip a Palermo, che denuncia: "La politica del governo fatta di annunci e conferenze stampa mostra scarsa percezione dei veri problemi della giustizia. Il ministro non può parlare di processo breve e poi negare le risorse minime per i sistemi informativi automatizzati". "Senza un provvedimento immediato di ripristino della assistenza informatica - avverte il leader di Md - torniamo indietro di vent'anni, con danni irreparabili alle indagini, ai rapporti tra polizia e procure e ai processi civili; diventa impossibile la ragionevole durata dei processi. A pagare il prezzo di tutto questo sono i cittadini. Senza rimedi urgenti sarebbe un fallimento per il paese".
Per Andrea Orlando, responsabile giustizia del Pd e Cinzia Capano, responsabile giustizia civile, il blocco è "inaccettabile". All'attacco il leader Idv Antonio Di Pietro. "Il governo si riempie la bocca con promesse di modernizzazione della pubblica amministrazione e allo stesso tempo taglia i fondi sui servizi informatici. E' gravissimo quanto sta succedendo negli uffici giudiziari italiani che rischiano di restare paralizzati", denuncia l'ex pm. "Rischiamo di assistere a un vero e proprio collasso della giustizia. Per questo abbiamo presentato un'interrogazione al governo", conclude Di Pietro.

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ing, Repubblica.it]

 

 

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05 gennaio 2011
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