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Super Saint Saxophones

Peter Brötzmann e Michel Doneda, i più grandi virtuosi europei del sassofono, riuniti per la prima volta a Palermo

10 marzo 2016

Dalla Francia, Germania, Svizzera, Regno Unito, Italia, i musicisti e i compositori che hanno cambiato la storia della musica. È un evento eccezionale quello che si terrà a Palermo dall’11 al 15 marzo 2016 tra l’Auditorium di Palazzo Branciforte e la Chiesa di S. Maria del Piliere (detta degli Angelini): Super Saint Saxophones, il Festival internazionale sul sassofono, o meglio sui sassofonisti che hanno cambiato la Storia della Musica contemporanea, quella più radicale, senza limiti e confini.

Possiamo, senza retorica alcuna, indicare come musica della rivoluzione quella inventata da Peter Brötzmann che, già da qualche anno prima dello storico 1968, insieme a molti altri musicisti dell’area geo-culturale mitteleuropea, iniziava un processo di radicalizzazione delle esperienze della musica di ricerca derivata sia dai linguaggi di origine jazzistica che dalle matrici accademiche. Peter Brötzmann ha compiuto il 6 marzo i suoi primi settantacinque anni e questo ha dato spunto a Curva minore e al Goethe-Institut Palermo per dedicare alla sua imponente figura artistica e umana cinque giornate di concerti, incontri, proiezioni cinematografiche all’uomo e all’artista che, se non sono riusciti nell’intento di cambiare il mondo, hanno di certo cambiato il corso della storia della musica. Nulla, dopo le rivoluzionarie invenzioni musicali messe in opera da Brötzmann e compagni, è stato più lo stesso: dotato di una straripante energia quasi adolescenziale riesce ad incantare il pubblico e a reggere da solo il flusso sonoro di un’intera orchestra. Ha davvero dell’incredibile!

Peter Brötzmann, tedesco di Wuppertal, è uno dei padri storici della libera improvvisazione di stampo europeo che ha condizionato tutta la storia della musica contemporanea a venire, specie quella legata alle pratiche musicali non scritte su pentagramma tradizionale. Sassofonista, clarinettista, solista di tarogato (strumento ad ancia tipico della musica popolare ungherese), anche artista visivo, pittore, è tra i capostipiti della scena rivoluzionaria europea e fondatore della FMP - Free Music Production - di Berlino, storica etichetta discografica e centro di coordinamento tra i musicisti. La sua ricerca sviluppa una sintesi perfetta tra il free jazz storico ed il nuovo vocabolario dell'improvvisazione europea, trovandosi insieme a musicisti come Willem Breuker, Evan Parker, Fred Van Hove, Peter Kowald, Buschi Niebergall, Han Bennink e Sven-Åke Johansson: l’ottetto della storica band Machine Gun, nucleo base che darà successivamente il via alla Globe Unity Orchestra.

Oltre a Brötzmann il Festival prevede la presenza di altri rivoluzionari sassofonisti delle generazioni successive che, malgrado ognuno di essi abbia preso un differente orientamento stilistico attraverso differenti percorsi di ricerca, possono considerarsi in qualche modo discendenti dalla materia sonora originaria creata per la prima volta da sassofonista tedesco. È il caso del grandissimo Michel Doneda, oggi ultrasessantenne, che dedica tutta la sua musica al sassofono soprano, sviscerandone ogni minimo segreto e inventando un modo assolutamente nuovo di concepire il suono del suo strumento. Doneda sposta di molto in avanti la tecnica strumentale e la concezione musicale, ma in modo così originale, da risultare unico al mondo e assolutamente inimitabile. Dotato di una concentrazione dalla resa energetica oltre ogni immaginazione, recupera con una disinvolta naturalezza ciò che nessuno mai riuscirebbe a immaginare come suono prodotto dalla capacità umana: il suono di Michel Doneda, infatti, assume le sembianze di un suono ora celestiale, ora angelicamente demoniaco, ricongiungendo ogni possibilità timbrica oltre i limiti del possibile.

Michel Doneda, francese di Toulouse, si può ritenere come il più grande soprano sassofonista di seconda generazione rispetto a quella di Brötzmann che ha cambiato il suono e la concezione della musica trovando un proprio originalissimo percorso nella ricerca musicale sviluppando una concezione apparentemente agli opposti rispetto alla generazione precedente, ma molto simile sotto l’aspetto della coerenza radicale. Ha collaborato con tutti i più grandi musicisti del mondo tra cui, per brevità ricordiamo: Fred Van Hove, Max Eastley, Le Quan Ninh, Daunik Lazro, Benat Achiary, Barre Phillips, Paul Rogers; gli americani: John Zorn, Eliott Sharp, Elvin Jones; i giapponesi con Imai Kazuo, Tetsu Saïtoh, Kazue Sawai, Yamauti Katsura. Lavora spesso con danzatori come Masaki Iwana, Yukiko Nakamura, Valerie Métivier, Andrea Fernandez e tanti altri poeti, attori. Molto impegnato nella scena internazionale, viaggia spesso in Nord e Sud America, Africa, Giappone, Asia, Canada, Russia ed Europa. Ha registrato quasi 30 album per etichette Europee, Americane e Giapponesi.

Brötzmann e Doneda, nella loro lunghissima carriera, non si sono mai incontrati, non hanno mai suonato insieme: questo accadrà per la prima volta a Palermo. Curva minore è felice di poter produrre per la prima volta quello che può considerarsi un vero e proprio evento storico.
Per la prima volta a Palermo il gruppo S/4 con il sassofonista Inglese John Butcher, altro virtuosissimo caposcuola che, insieme a Hans Koch, Christian Kobi, Urs Leimgruber - anche questi ultimi due per la prima volta a Palermo - ci regaleranno un gran finale con il loro speciale quartetto di sassofoni soprano.

Hans Koch, già presente più volte, è invece noto al pubblico di Curva minore per aver preso parte, nel 2002, alla monumentale esecuzione di Treatise di Cornelius Cardew. Oltre ogni format precostituito, la musica di S/4 si manifesta come una sorta di risuonatore dell’ambiente dove tutti, cose e persone, sono parte di questa sorta di vibrazione in cui il suono recupera quella dimensione di originaria sacralità che le culture antiche ci hanno trasmesso e che oggi, spesso, è dimenticata in favore di più allettanti condizioni di mero intrattenimento fine a se stesso. La magia dei suoni!

Edoardo Marraffa è, nel panorama italiano, uno dei più importanti sassofonisti della scena radicale, dotato di un suono energico quanto ricercato, che riesce spesso a farsi apprezzare sulla scena internazionale. Già collaboratore di musicisti del calibro di Tristan Honsinger, Paul Lovens, Thomas Lehn, William Parker, Hamid Drake, Ingebrigt Haker-Flaten, John Edwards, Olaf Rupp, Han Bennink, Clayton Thomas, Wadada Leo Smith, Wayne Horvitz, Dave Burrell, ha partecipato a festival in Europa e America. Piuttosto cospicua anche la produzione discografica. Fondatore del collettivo musicale Bassesfere, insegna sassofono e musica d'insieme a Bologna presso la Scuola Popolare di Musica Ivan Illich.

Tra le presenze siciliane: il sassofonista Gaetano Costa, docente al Conservatorio di Palermo e grande interprete dei linguaggi del contemporaneo, che eseguirà musiche di alcuni compositori come Giuseppe Rapisarda e Lucio Garau, Riccardo Vaglini, oltre alle famose composizioni di Giacinto Scelsi per solo sassofono.

Il contrabbassista Lelio Giannetto, già in duo con Michel Doneda tra il 1999 e il 2002, invita il virtuoso violinista di Erice Alessandro Librio per un incontro a tre dall’indirizzo musicale rinnovato dopo oltre quindici anni d’importanti esperienze artistiche.
Gli incontri musicali basati sulla composizione istantanea si arricchiranno della partecipazione di alcuni esperti musicisti, componenti della Sicilian Improvisers Orchestra, che incontreranno per la prima volta gli svizzeri Hans Koch, Christian Kobi, Urs Leimgruber e lo stesso Doneda.

Il film Soldier of the Road (Francia 2011) di Bernard Josse su Peter Brötzmann, che contiene un’attenta intervista di Gerard Rouy è, infine, un importante documento che ritrae, con tratti poetici di altissima verità, il quadro culturale e sociale dei più grandi rivoluzionari della musica europea che, se non hanno cambiato la società, hanno di certo cambiato il corso della storia della musica.

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10 marzo 2016
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