SWEET SIXTEEN
Il sogno di Liam è una vita normale accanto alla madre, ma per i suoi sedici anni...
Noi vi consigliamo di vedere…
SWEET SIXTEEN
di Ken Loach
Jean, la mamma di Liam, è in carcere ma deve essere rilasciata per il giorno del sedicesimo compleanno di suo figlio. Liam spera di poter passare almeno quel giorno come un ragazzo qualsiasi. Sogna di avere una vita normale, la famiglia che non ha mai avuto, una casa che possa essere un rifugio sicuro per lui, sua madre e sua sorella. Ma per questo servono soldi e non è facile procurarsene per un ragazzo come lui. Liam cerca di darsi da fare, ma sorgono subito dei problemi. Forse è il caso di andarsene prima che sia troppo tardi.
Ken Loach con Sweet Sixteen ci mostra nuovamente la periferia scozzese, crudele, fredda e spietata.
La storia del giovane Liam, in quest'ultima pellicola viene ritratta marcatamente per descrivere, ancora una volta, la vita del sottoproletariato, vittima della disoccupazione, della malavita, della tossicodipendenza, e che come unico riscatto cercherebbe soltanto uno stato di ''normalità''. Loach l'aveva già pensata nel lontano '71, all'epoca della realizzazione di ''Family Life'', e riprenderà lo stesso personaggio nel film del '98 ''My name is Joe''.
Loach si riconferma regista legato all'impegno politico e a un modo di fare cinema che ha in seno un forte connotato sociale.
Distribuzione Bim
Durata 96'
Regia Ken Loach
Con Michelle Coulter, Annmarie Fulton, William Ruane, Gary McCormack, Tommy McKee
Genere Drammatico
La critica
La regia di ''Sweet Sixteen'', potrebbe risultare in certi tratti meno incisiva rispetto a quella del già citato ''My name is Joe'', e per chi conosce il Loach di ''Riff Raff'' o di ''Piovono pietre'', ma che sicuramente offre una narrazione fluida e importante, senz'altro un ottimo film da proiettare nelle scuole.
Alla fine del film un piccolo omaggio all'Antoin Doinel truffauttiano de ''I quattrocento colpi'', infatti Liam, come il piccolo Antoine, sospenderà la propria vicenda in una spiaggia, di fronte all'aperto mare
Premio per la sceneggiatura a Paul Laverty al Festival di Cannes 2002