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Tagliati 37 mila insegnanti

Il 40% dei tagli che il governo intende operare è concentrato in Sicilia, Campania, Puglia e Calabria

25 marzo 2009

Il Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca (Miur) ha pubblicato le tabelle degli organici del personale docente delle scuole: i tagli riguarderanno circa 37 mila professori.
La conferma è venuta al termine di un incontro che si è svolto ieri a Viale Trastevere con i sindacati di categoria. Fermo restando che si tratta di dati relativi all'anno scolastico 2009-2010, si deve considerare che sono in cantiere anche altri 5 mila tagli del cosiddetto "organico di fatto".

Secondo i dati forniti ai sindacati, più di metà degli oltre 37 mila posti che svaniranno dal prossimo settembre verranno tagliati nelle regioni meridionali: il 40% dei tagli sull'organico docente si realizzerà infatti in Campania, Puglia, Sicilia e Calabria. Il dato diventa imbarazzante nella scuola elementare dove i tagli dei docenti riguarderebbero 10 mila posti, e dove due cattedre su tre salteranno proprio al Sud. Nelle medie i tagli saranno oltre 15.500, nella scuola secondaria oltre 11.350. Sempre nella stessa riunione sono stati forniti i dati delle previsioni degli alunni: nella scuola primaria è previsto un aumento di 4 mila unità, nella secondaria di primo grado ci saranno 10.500 studenti in più, mentre nella secondaria di secondo grado continua la flessione demografica con un meno 26.700. Per quanto riguarda i docenti di sostegno il numero rimane sostanzialmente quello dell'anno scolastico in corso (circa 90.500 unità).

Il taglio all'organico nella scuola primaria, che incide per quasi un terzo del taglio complessivo, colpirà soprattutto il cosiddetto tempo normale: le 24, 27 e 30 ore settimanali. Il tempo pieno di 40 ore viene risparmiato. A pagarne le conseguenze saranno quindi le realtà del Paese dove le lezioni pomeridiane alle elementari sono una specie di miraggio. Gli addetti ai lavori sapevano già che le classi di scuola elementare a tempo pieno al Sud sono soltanto otto su 100 mentre al Nord sono il 36 per cento. Stornare dai tagli le classi a tempo normale sarebbe equivalso a penalizzare le regioni del Sud. Ed è proprio quello che è avvenuto.

La questione Meridionale - Da mesi i sindacati parlavano di accanimento verso la scuola nel Sud. Solo in Sicilia, ad esempio, l'entità dei tagli ammonta complessivamente a 5.020 posti in organico di diritto. In organico di fatto saranno tagliati ulteriori 620 posti di cui 120 di sostegno.
I posti in meno, in organico di diritto, nei vari ordini e gradi di scuola saranno i seguenti: primaria 1.491; primo grado 2.068; secondo grado 1.438.
A Catania il taglio complessivo in organico di diritto, secondo stime del sindacato, sarà di 1.154 posti, ai quali si aggiungeranno nel fatto almeno altri 130. Nel capoluogo etneo, per la Flc Cgil, la riduzione potrebbe essere la seguente: primaria 350; primo grado 484; secondo grado 320.
"La pesante contrazione di posti - commenta la segreteria della Flc Cgil di Catania - prende corpo e si cominciano a concretizzare le ripercussioni negative che i tagli avranno sulla didattica e sull'occupazione. E' una scelta sbagliata che la Flc Cgil continuerà a contrastare con forza mobilitando i lavoratori a partire dalla grande manifestazione del  4 aprile a Roma"[Informazioni tratte da Corriere.it, Repubblica.it, Ansa.it, La Siciliaweb.it]

Gelmini: "Tetto del 30% per studenti stranieri necessario all'integrazione" - "Abbiamo pensato ad una quota del 30% di studenti stranieri proprio perché la scuola è chiamata sempre di più ad assolvere la sua funzione di integrazione". Lo ha ribadito nei giorni scorsi il ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini, sottolineando che "occorre in alcuni casi dosare la presenza di studenti immigrati con quella degli studenti italiani" e che la preponderante presenza di studenti stranieri in un istituto "non è la condizione per una vera integrazione", quindi "abbiamo chiesto ai dirigenti scolastici, già dal prossimo anno, di organizzare al meglio l'offerta formativa", che comprenderà anche specifici corsi di italiano per gli studenti stranieri.
Quindi riferendosi alle risorse per le scuole parificate, ha annunciato che "la prossima settimana si svolgerà una riunione della Conferenza unificata per avere il parere indispensabile per poi potere erogare questi fondi". Quanto poi alla crescita delle iscrizioni in quest'ultimo tipo di istituti, per Gelmini non sono frutto di un giudizio negativo sulla scuola pubblica ma la dimostrazione della "volontà da parte delle famiglie di esercitare un libertà". [Adnkronos/Ing]

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25 marzo 2009
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