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Taglio delle Province: abbiamo scherzato!

Per la Consulta il taglio delle Province italiane è incostituzionale. Ma la questione non riguarda la Sicilia

04 luglio 2013

La legge che riforma e 'taglia' il numero delle Province italiana, contenuta nel decreto Salva Italia, è incostituzionale. E' quanto hanno sentenziato i giudici della Corte Costituzionale, riuniti al palazzo della Consulta.
Incerte le conseguenze della decisione sulla Sicilia, che è regione a statuto speciale.

Secondo i giudici, "il decreto legge, atto destinato a fronteggiare casi straordinari di necessità e urgenza, è strumento normativo non utilizzabile per realizzare una riforma organica e di sistema, quale quella prevista dalle norme censurate nel presente giudizio". Per questo motivo, si legge in una nota, la Corte "ha dichiarato l'illegittimità costituzionale: dell'art. 23, commi 4, 14, 15, 16, 17, 18, 19, 20, 21 bis del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito con modificazioni dall'art. 1, comma 1, della legge 22 dicembre 2011, n. 214; degli artt. 17 e 18 del decreto-legge 6 luglio 2012 n. 95, convertito con modificazioni, dall'art. 1, comma 1, della legge 7 agosto 2012, n. 135 per violazione dell'art. 77 Costituzione, in relazione agli artt. 117, 2 comma lett. p) e 133, 1 comma Costituzione".
La Consulta aveva esaminato nel corso dell'udienza pubblica di ieri i ricorsi presentati dalle Regioni contro il decreto Salva Italia (decreto 201) del dicembre 2011 che con l'articolo 23 ha di fatto 'svuotato' le competenze delle Province e ne ha profondamente modificato gli organi di governo: non più di 10 componenti eletti dai Comuni e il presidente scelto all'interno del consiglio provinciale. Sotto la lente della Corte anche il decreto 95 del 2012 sul riordino delle Province in base ai due criteri dei 350 mila abitanti e dei 2.500 chilometri di estensione in base ai ricorsi avanzati dalle autonomie.

L'Upi, l'associazione delle province, ha espresso tutta la sua soddisfazione. "La sentenza della Corte conferma che le riforme delle istituzioni costitutive della Repubblica non possono essere fatte per decreto legge. Nessuna motivazione economica era giustificata e quindi la decretazione d'urgenza non poteva essere la strada legittima. Per riformare il Paese si deve agire con il pieno concerto di tutte le istituzioni".

Da parte sua, il ministro per le Riforme Gaetano Quagliariello sostiene che il verdetto "rende ancora più importante intervenire attraverso le riforme costituzionali sull'intero Titolo V, in particolare per semplificare e razionalizzare l'assetto degli enti territoriali". Mentre il titolare del dicastero per le Autonome Graziano Del Rio promette di "adeguare il metodo secondo le indicazioni importanti della Corte. Perché la Riforma del sistema deve proseguire".

Come accennavamo, la sentenza della Consulta non dovrebbe causare alcun effetto in Sicilia dove le Province sono state chiuse lo scorso 15 Giugno. Il governo di Rosario Crocetta ha già nominato da un pezzo i commissari che gestiranno gli enti fino alla nascita dei liberi Consorzi tra comuni, che dovrebbero essere istituiti per legge entro la fine dell'anno.         

- L'ultimo giorno delle Province (Guidasicilia.it, 14/06/13)

- C'erano una volta le province... (Guidasicilia.it, 18/06/13)

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04 luglio 2013
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