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Talpe alla Dda di Palermo: assolto Antonio Borzacchelli

L'ex maresciallo ed ex deputato regionale, accusato di concussione, è stato assolto "perché il fatto non sussiste"

04 luglio 2013

La prima sezione della Corte  d'appello di Palermo ha assolto "perché il fatto non  sussiste" Antonio Borzacchelli, l'ex maresciallo ed ex deputato regionale, accusato di concussione. Borzacchelli sarebbe stato una pedina della rete di "talpe" in Procura messa su, secondo  l'accusa, dall'ex presidente della Regione Salvatore Cuffaro e dal manager della sanità Michele Aiello.
La Corte di Cassazione a giugno del 2012 aveva annullato la condanna a otto anni di reclusione emessa nel luglio 2011 dai giudici d'appello di Palermo, disponendo un nuovo processo.

Borzacchelli, assistito dall'avvocato Franco Inzerillo, rispondeva di concussione nei confronti di Michele Aiello, dal quale avrebbe ottenuto denaro e altri benefit in cambio delle informazioni sulle inchieste giudiziarie in corso e sulle attività investigative dei carabinieri. L'ex deputato regionale era stato condannato in primo grado a dieci anni di reclusione. Borzacchelli, ex deputato regionale dell'Udc, considerato dai pm una delle pedine principali del sistema "talpe", era stato assolto nel primo processo d'appello dal tentativo di concussione sempre nei confronti di Aiello. L'ex maresciallo era stato inoltre scagionato dalla imputazione di violazione del segreto istruttorio a favore dell'imprenditore con la formula "per non avere commesso il fatto"; mentre era stata dichiarata prescritta la presunta fuga di notizie fatta per favorire il capomafia di Brancaccio Giuseppe Guttadauro.

Dal suo coinvolgimento nell'inchiesta, costata la condanna per favoreggiamento mafioso all'ex governatore siciliano Salvatore Cuffaro (che sta scontando 7 anni di reclusione), Borzacchelli era stato sospeso dal servizio. Il sottufficiale, per anni incaricato dalla procura di Palermo di indagini sulla pubblica amministrazione, avrebbe utilizzato secondo l'accusa le proprie conoscenze di investigatore per ottenere favori dai potenti oppure minacciarli e ricattarli. Come Aiello, ad esempio, da cui avrebbe preteso prestiti sempre più frequenti. Borzacchelli si sarebbe impossessato anche di una villa di Aiello, di cui si è sempre dichiarato il vero proprietario. Nella sentenza, emanata ieri, la corte d'appello ne ha ordinato il dissequestro e la restituzione all'imputato.
Era stato prescritto, invece, il capo d'imputazione relativo alla rivelazione di notizie segrete a Cuffaro sull'inchiesta che il Ros conduceva sulla mafia di Brancaccio, notizie che l'ex presidente della Regione avrebbe 'girato' all'ex assessore dell'Udc Mimmo Miceli e questi al boss Guttadauro. L'inchiesta, che porta alla luce anche una serie di truffe al sistema sanitario, va infatti a intrecciarsi con un'altra indagine della  Dda sulle commistioni tra il boss di Brancaccio Guttadauro ed esponenti politici come Miceli. Cuffaro informato da Borzacchelli di una microspia piazzata a casa del capomafia Guttadauro, avrebbe avvertito Miceli, abituale frequentatore del boss di Brancaccio. Rivelazioni che Miceli riferì a Guttadauro, che scoprì la cimice. 

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ign, ANSA, GdS.it, Corriere del Mezzogiorno]

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04 luglio 2013
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