Talpe alla Dda di Palermo

I giudici della seconda sezione della Corte d'appello di Palermo hanno condannato a 8 anni di carcere l'ex deputato regionale dell'Udc Antonio Borzacchelli, accusato di concussione, tentativo di concussione e violazione di segreto d'ufficio nell'ambito del processo nato dall'inchiesta sulle "talpe alla Dda" di Palermo. La sentenza è stata emessa dopo sei ore di camera di consiglio.
La corte l'ha riconosciuto colpevole per la concussione ai danni del manager della sanità privata Michele Aiello, ma lo ha assolto, "perché il fatto non sussiste", dal tentativo di concussione sempre nei confronti dell'imprenditore.
Borzacchelli è stato inoltre scagionato dalla imputazione di violazione del segreto istruttorio a favore di Aiello con la formula "per non avere commesso il fatto"; mentre è stata dichiarata prescritto il capo d'imputazione relativo alla rivelazione di notizie segrete a Cuffaro sull'inchiesta che il Ros conduceva sulla mafia di Brancaccio, notizie che l'ex presidente della Regione avrebbe 'girato' all'ex assessore dell'Udc Mimmo Miceli e questi al boss Guttadauro. Viene così ridotta di 2 anni la pena inflitta in primo grado all'ex deputato nonché ex maresciallo dei carabinieri.
Il procuratore generale Salvatore Messina, al termine della sua requisitoria il 26 maggio scorso aveva chiesto la conferma della condanna a 10 anni inflitta a Borzacchelli dalla seconda sezione del Tribunale di Palermo il 27 marzo 2008. Pena ridotta invece dalla seconda sezione della Corte d'appello di Palermo, presieduta da Daniele Marraffa, che lo ha condannato a 8 anni.

L'inchiesta che coinvolge Borzachelli è la stessa nell'ambito della quale l'ex governatore Salvatore Cuffaro è stato condannato sta scontando una pena a 7 anni per favoreggiamento alla mafia (LEGGI).
Maresciallo dell'Arma sospeso dal servizio, per anni incaricato dalla procura di Palermo di indagini sulla pubblica amministrazione, avrebbe utilizzato le proprie conoscenze di investigatore per ottenere favori dai potenti oppure minacciarli e ricattarli. Come Aiello, ad esempio, da cui avrebbe preteso prestiti sempre più frequenti, culminati nella richiesta di entrare a far parte della società diagnostica del manager, accusa quest'ultima da cui però è stato scagionato. Per i pm - ma da questa imputazione Borzacchelli è stato assolto - come strumento di pressione il maresciallo avrebbe usato le informazioni su inchieste in corso a carico di Aiello.

"La pena a 8 anni inflitti ad Antonio Borzacchelli in appello è davvero eccessiva". Così l’avvocato Ernesto D’Angelo ha commentato la sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Palermo nei confronti del suo assistito. "In realtà - ha commentato ancora D’Angelo che difende Borzacchelli insieme con l’avvocato Franco Inzerillo - gran parte dell’impianto accusato nei confronti del mio cliente è venuto meno, ecco perchè ritengo eccessiva la pena a 8 anni. Valuteremo dopo avere letto le motivazioni il da farsi e soprattutto perchè anche la concussione non è venuta meno".
Il diretto interessato ha invece detto di avere "massima fiducia e rispetto per i giudici, ma non nascondo l’amarezza per la sentenza di condanna". Ad amareggiarlo, ha detto, è "soprattutto la vicenda della casa che, a quanto pare, è l’unica rimasta in piedi. Vengo accusato di essermi impossessato, dietro minaccia, di un’abitazione di Michele Aiello. Tutti sanno, a cominciare dall’ingegnere e dai suoi familiari, che Aiello non è mai stato proprietario dell’immobile. Mi era sembrato che fosse emerso con chiarezza anche durante il processo. Aspettiamo le motivazioni della sentenza che, lo ribadisco, deve essere rispetatta. Poi, i miei legali faranno ricorso in Cassazione. In cuor mio ho la certezza di non avere mai concusso nessuno".

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ing, ANSA, Lasiciliaweb.it, Repubblica/Palermo.it, LiveSicilia.it]