Talpe alla Dda: ultimo atto... almeno per ora
Antonio Borzacchelli, ex maresciallo dell'Arma ed ex deputato dell'Ars è stato condannato a 10 anni di carcere
Ultimo atto, almeno per quel che riguarda il primo grado, della lunga vicenda (il procedimento è iniziato nella primavera del 2005) riguardante le "Talpe alla Dda di Palermo". Ieri dopo che i giudici della seconda sezione del Tribunale di Palermo, presieduta da Antonio Prestipino, sono entrati in camera di consiglio per decidere la sentenza nel processo a carico dell'ex maresciallo dei carabinieri ed ex deputato regionale Udc Antonio Borzacchelli, imputato di concussione tentata e consumata, di rivelazione di segreto delle indagini e favoreggiamento aggravato, la condanna è arrivata, confermando gran parte delle accuse formulate dai pubblici ministeri Nino Di Matteo e Maurizio De Lucia, che avevano richiesto per l'imputato una condanna a 13 anni. Vogliamo ricordare che, per lo stesso processo, il 18 gennaio scorso era arrivata la condanna per il presidente della Regione siciliana, Salvatore Cuffaro, dichiarato colpevole per favoreggiamento semplice e rivelazione di segreto d'ufficio e condannato a 5 anni di reclusione (leggi).
Ebbene, i giudici di Palermo hanno condannato Antonino Borzacchelli a dieci anni di carcere.
Borzacchelli è stato assolto soltanto da uno dei capi di imputazione quello relativo alla tentata concussione e condannato per tutti gli altri reati riuniti sotto il vincolo della continuazione. I giudici hanno condannato il maresciallo anche all'interdizione perpetua dai pubblici uffici.
Secondo gli inquirenti, Borzacchelli, abusando della sua funzione e della carica di deputato dell'Assemblea regionale siciliana, avrebbe indotto il manager della sanità privata bagherese, Michele Aiello (condannato nell'ambito della stessa indagine a 14 anni di carcere per associazione mafiosa) a dargli del denaro e avrebbe cercato di farsi intestare quote della società di diagnostica di cui l'imprenditore era titolare.
Dalle indagini è emerso come Antonio Borzacchelli sapesse sfruttare della propria posizione. Per esempio negli anni '90, seguendo le più importanti indagini sulla Pubblica Amministrazione, secondo le accuse degli inquirenti furono notevoli i vantaggi personali che seppe trarre da queste. Infatti, non appena iniziavano le indagini, Borzacchelli si recava spesso a casa degli indagati e li circuiva con argomenti molto convincenti. "Sei coinvolto in quest'inchiesta. Credimi, è una cosa seria. Ma se ascolti me puoi uscirne pulito. Io ti do queste informazioni riservate, ma tu mi devi pagare". Così, ad esempio, convinse Michele Aiello a "donargli" somme per decine e decine di milioni di lire, oltre che un fuoristrada e una villa alle porte di Palermo. Per tutto ciò Aiello, seppur colpevole e condannato, si è costituito parte civile nel processo al sottufficiale dell'Arma, e Borzacchelli è stato condannato a versargli 25mila euro a titolo di risarcimento del danno.
Ma Borzacchelli, oltre ad ver vestito la divisa dell'Arma, e quindi ad avere la possibilità diretta di vedere chi e come ricattare, nei primi mesi del 2003, periodo nel quale venne arrestato, già da un paio d'anni occupava un seggio all'Ars, nelle file dell'Udc. Dagli scranni politici, dunque, Borzacchelli cominciò a tessere altre trame boune per i suoi interessi, e in questi luoghi e in quel periodo avrebbe rivelato al presidente della Regione Salvatore Cuffaro numerosi e importantissimi segreti d'indagine. Perché Borzacchelli, pur avendo lasciato l'Arma, aveva mantenuto ottimi rapporti con gli ex-colleghi della Procura, dai quali non era difficile procurarsi informazioni "formalmente" riservate.
Insomma, come hanno sottolineato i pm De Lucia e Di Matteo durante la requisitoria, Antonio Borzacchelli "ha di fatto avuto, e queste sono emerse tutte, gravissime responsabilità e tredito l'Arma". I pm hanno però evidenziato che, allo stesso tempo, "sono stati altri militari dell'Arma, quelli del Nucleo operativo del colonnello Gianmarco Sottili, che con grande professionalità, incisività, efficacia e onestà intellettuale, senza guardare in faccia a nessuno, hanno squarciato il velo che copriva una verità così scomoda".
[Informazioni tratte da La Sicilia.it, www.90011.it, AGI.it]