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Vertenza Eni-Gela: proclamato lo sciopero generale. Linea dura dei sindacati contro la chiusura della raffineria di Gela

15 luglio 2014

La vertenza Eni è stata al centro dell’incontro che si è tenuto ieri pomeriggio alla Cgil di Gela tra delegati e iscritti della Filctem Cgil. Intorno al tavolo il segretario generale nazionale, Emilio Miceli - che ha preso parte al tavolo con Eni nel cui ambito si è registrata la rottura delle trattative - e il segretario della Filctem Sicilia, Giuseppe D'Aquila.
Dopo l’incontro è stata comunicata la decisione concordata con le altre sigle sindacali: sciopero generale nazionale dei lavoratori dell'energia nei siti Eni italiani proclamato da Cgil, Cisl e Uil.
La conferma di voler mantenere la linea dura contro la decisione aziendale di chiudere la raffineria e cancellare i previsti 700 milioni di investimento.
"Non possono venire a dirci - ha detto il segretario nazionale Filctem-Cgil, Emilio Miceli - che è difficile gestire gli impianti di Gela mentre l'Eni non batte ciglio davanti a situazioni di conflitti armati come quelle di Libia, Nigeria o Afghanistan, dove piuttosto si continua a investire denaro".
Sulle nuove ipotesi di progetti per la produzione di bio-carburanti e di rigasificatori, "ben vengano le proposte - dicono le Rsu - ma confrontiamoci a impianti in marcia, tenendo conto che prima dell'incendio di marzo al topping-coking, la raffineria gelese era terza in assoluto per riduzione delle perdite economiche".

Al fianco dei lavoratori in lotta a Gela anche la chiesa. Monsignor Rosario Gisana, vescovo della diocesi di Piazza Armerina, che già due giorni fa, ha visitato i lavoratori in lotta ha scritto una lettera rivolta ai vertici dell'Eni che domani verrà letta in tutte le chiese di Gela. Il 17 luglio, invece, giorno in cui a Roma è previsto un incontro cruciale fra il governo, l'azienda e il presidente della Regione Rosario Crocetta, a Gela sarà una giornata di preghiera e di digiuno. Il vescovo auspica un dialogo costruttivo fra le parti. "Senza toccare le competenze altrui - ha scritto il vescovo - il taglio di eventuali investimenti e il perseguimento di progetti nuovi e alternativi non devono intaccare l'esistente, ma piuttosto promuovere vie di innovazione tecnologica per investire su un futuro possibile e competitivo". Per il prelato "sacrificare l'occupazione dei lavoratori e i bisogni primari delle loro famiglie significherebbe una sconfitta della capacità d'investimento dell'Eni, oltre all'evidente atto di tradimento che purtroppo verrebbe a pesare sull'opinione pubblica. Non è facile dimenticare il danno pregresso che ha investito la salute fisica dei cittadini, i quali attendono oggi una fattiva remunerazione in termini di attenzione e voglia di innovare". "Voltare la faccia ed alzare i tacchi costituiscono un atteggiamento deleterio - ha concluso mons. Gisana - che potrebbe non soltanto creare nuovi sistemi di male, ma anche frustrare definitivamente l'affidabilità alle istituzioni vigenti".

Intanto oggi, il presidente Crocetta sarà ascoltato dalla commissione Ambiente al Senato guidata dal senatore Giuseppe Marinello. Oggetto dell'audizione la vicenda che riguarda l'Eni di gela e il rischio trivellazioni petrolifere. La Commissione vuole approfondire i contenuti del protocollo siglato a Palazzo d'Orleans alcuni giorni fa "perché - si legge in una nota - da una prima lettura emergono dichiarazioni d'intenti che, nei fatti, potrebbero danneggiare l'ambiente".

Sulla vicenda Eni si è espresso in maniera diretta il gruppo parlamentare del Movimento 5 stelle all’Ars. "L’Eni vuole lasciare Gela e disimpegnarsi in generale nell’isola? Benissimo, l’accompagneremo alla porta, ci guadagneranno immensamente l’ambiente e la salute dei siciliani. Prima però bonifichi il territorio e risarcisca la Sicilia, compresi i lavoratori, che ora vedono mancarsi improvvisamente la terra sotto ai piedi". "Ci dispiace immensamente per loro - affermano - e ci adopereremo perché siano messe in campo tutte le misure per consentirgli di non sprofondare nel baratro dell’incertezza o di ripercorrere la via Crucis già percorsa dagli operai della Fiat, grazie all’insipienza dei nostri governi, regionale e nazionale. Ancora una volta un grosso gruppo annuncia di tirare i denti fuori dal collo dell’isola dopo averla dissanguata e senza prospettate contropartita alcuna. E’ questo il ringraziamento per avere favorito l’Eni con royalties ridicole e concessioni di grande favore. Non possiamo permettere atteggiamenti del genere, per il rispetto dei lavoratori, ma anche di tutti i siciliani che hanno il diritto di vivere in ambienti salubri e non all’ombra di pericolose ciminiere".

A Crocetta, all’assessore Vancheri e anche al governo Renzi i deputati M5S siciliani chiedono impegni concreti e immediati, che vadano al di là dei soliti vuoti proclami. "Siamo stanchi di effetti speciali mediatici, seguiti dal nulla. E più di noi lo sono i siciliani che scontano sulla loro pelle questi atteggiamenti. Questo annunciato ed improvviso disimpegno è prepotenza bella e buona, che mette a nudo l’assoluta mancanza di un piano industriale di riconversione del governo: dove sono stati finora Crocetta e l’assessore Vancheri, dov’è l’Irsap, dov’è Confindustria? Battano un colpo, ma lo facciano subito. Il tempo è ampiamente scaduto".
Il movimento 5 Stelle, da parte sua, promette di coinvolgere nell’operazione la sua deputazione nazionale, per fare pressing anche sul governo Renzi. "E’ una partita - concludono i deputati a palazzo dei Normanni - che va giocata su due tavoli. Il disimpegno annunciato dall’Eni, del resto, coinvolge altri impianti in Italia".

- L'Eni congela i suoi investimenti per il Petrolchimico di Gela (Guidasicilia.it, 08/07/14)

- Rottura tra Eni e sindacati (Guidasicilia.it, 09/07/14)

- Se l'Eni vuole la guerra... (Guidasicilia.it, 10/07/14)

- Per l'Eni sarebbe più costoso risarcire Gela... (Guidasicilia.it, 11/07/14)

- Crocetta contro l'Eni, come l'ultimo Samurai (Guidasicilia.it, 12/07/14)

- L'Eni e Gela, al centro dell'attenzione (Guidasicilia.it, 14/07/14)

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15 luglio 2014
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