Teheran dopo la stampa vuole bloccare i diplomatici europei
''Le potenze occidentali stanno cercando di nuocere all'Iran spargendo anarchia e vandalismo''
L'Iran sta valutando proprio in queste ore la possibilità di espellere alcuni diplomatici europei accreditati a Teheran. "La questione dell'espulsione è in questo momento all'esame del Parlamento. Il ministro degli Esteri si consulterà oggi con la Commissione esteri del Parlamento per valutare le dimensioni esatte delle interferenze", ha dichiarato il portavoce del ministero degli Esteri, Hassan Qashqavi. Inoltre, ha aggiunto, le potenze occidentali stanno cercando di nuocere all'Iran spargendo "anarchia e vandalismo". Nel corso di una conferenza stampa, Qashqavi ha accusato i governi occidentali di appoggiare esplicitamente le proteste volte a minare, ha detto, la stabilità della Repubblica islamica dell'Iran: "Lo spargimento di anarchia e vandalismo da parte delle potenze occidentali e dei media occidentali... questo non è per nulla accettato". Il portavoce iraniano ha quindi definito "antidemocratico" il comportamento occidentale, lodando al contrario l'impegno democratico dell'Iran e sottolineando ancora una volta la validità dei risultati delle presidenziali. Il portavoce ha poi attaccato direttamente i mezzi di informazione definendo in particolare BBC e Voice of America "portavoce della diplomazia pubblica dei rispettivi governi". "Hanno due linee direttive riguardanti l'Iran - ha aggiunto, secondo quanto si legge sul sito della BBC - la prima è quella di intensificare i contrasti etnici e razziali all'interno del paese e la seconda di disgregare territorialmente l'Iran". "Qualunque contatto con queste emittenti, con qualunque pretesto e in qualsivoglia forma significa contattare il nemico della nazione iraniana", ha avvertito.
Le parole del funzionario del ministero degli Esteri iraniano, non fanno altro che ribadire quanto affermato ieri da Mahmoud Ahmadinejad. Il presidente iraniano ha esortato Stati Uniti e Gran Bretagna a rivedere le loro posizioni. "Tale approccio - ha affermato parlando dei dubbi sulla legittimità del voto - certamente non li farà entrare nel circolo dei Paesi amici della nazione iraniana".
Il ministro degli Esteri iraniano Manoucher Mottaki ha respinto le denunce di irregolarità e frodi. Il capo della diplomazia iraniana ha spiegato che entro la fine della settimana verrà annunciata un'inchiesta sulle denunce di frodi. "La possibilità di irregolarità e problemi organizzati e generali in questa elezione - ha assicurato - è vicina allo zero considerata la composizione della gente incaricata di far svolgere il voto". Anche Mottaki ha accusato la Gran Bretagna di interferenza nelle elezioni: "Abbiamo constatato un afflusso di persone provenienti dal Regno Unito in vista del voto". Ancora più duro il presidente del Parlamento iraniano Ali Larijani che ha chiesto di rivedere le relazioni con Gran Bretagna, Francia e Germania alla luce delle "vergognose" dichiarazioni sulle elezioni e della loro scelta di schierarsi a fianco dell'opposizione.
Sabato scorso Barack Obama aveva chiesto "al governo iraniano di fermare tutte le azioni violente e ingiuste contro il suo stesso popolo". Mentre ieri il capo della diplomazia di Londra David Miliband ha replicato a Mottaki respingendo le accuse: "Il tentativo del ministro degli Esteri Mottaki di trasformare la disputa tra iraniani sui risultati elettorali in una battaglia tra Iran ed altri Paesi è privo di fondamento". "Respingo categoricamente l'idea - ha proseguito - che i manifestanti in Iran siano manipolati o motivati da altri paesi. Il Regno Unito è deciso nel sostenere che sta al popolo iraniano scegliere il proprio governo". "Deploro pertanto - ha aggiunto il capo della diplomazia di Londra - la continua violenza contro coloro che stanno cercando di esercitare il proprio diritto di espressione".
Da parte sua, la cancelliera tedesca Angela Merkel ha esortato le autorità iraniane a procedere ad un nuovo conteggio dei voti: "La Germania - ha affermato in un comunicato - sta a fianco della gente in Iran che vuole esercitare il proprio diritto alla libertà di espressione e riunione. I diritti umani e civili devono essere totalmente rispettati".
E continua, al momento, a rimanere incerto il bilancio delle vittime delle violenze che si sono verificate nel corso delle manifestazioni che si sono svolte sabato a Teheran. La tv di Stato iraniana ha parlato di 10 morti a seguito degli scontri tra agenti di polizia da una parte e "terroristi" e "insorti" dall'altra, attribuendo a questi ultimi anche l'incendio di due stazioni di benzina e di una moschea e l'attacco ad una postazione militare. Per la Cnn le vittime sarebbero 19, molto più alto il bilancio secondo altre fonti. Video amatoriali, si legge sul sito di Cnn, hanno mostrato cortei di manifestanti che lungo una delle vie principali del centro della capitale intonavano slogan di protesta ("non abbiate paura, siamo uniti" e "morte al dittatore"). Una protesta è stata organizzata anche all'Università Azad di Teheran. Stando a quanto riferito da testimoni citati dalla Cnn, migliaia di agenti antisommossa sono stati dispiegati nelle strade della città. Molti i negozi chiusi.
Intanto è stata stata rilasciata la figlia dell'ex presidente iraniano, Ali Akbar Hashemi Rafsanjani, arrestata sabato durante la protesta definita "illegale" dalle autorità di Teheran. A dare notizia della liberazione di Faezeh Rafsanjani è stata l'emittente 'Press TV'. La donna era stata fermata con altri quattro parenti dell'ex presidente con l'accusa di "incitamento ed incoraggiamento dei rivoltosi" nella piazza Azadi di Teheran. Gli altri quattro fermati erano stati rilasciati qualche ora prima.
Infine, oggi le autorità iraniane hanno ammesso che i voti ufficiali delle ultime elezioni presidenziali superano di tre milioni il numero degli aventi diritto, secondo stime effettuate in oltre 50 città del Paese. Lo riporta il sito dell'emittente nazionale 'Irib'. Il Consiglio dei Guardiani, l'organo della Repubblica Islamica che vigila sulle correttezza delle consultazioni, ha comunque tenuto a precisare che il divario tra voti reali e elettori potenziali "non è provato che possa cambiare profondamente i risultati elettorali". Abbas Ali Kadkhodaei, portavoce del Consiglio dei Guardiani, ha negato le dichiarazioni di Mohsen Rezaei, uno dei quattro candidati alle elezioni, il quale aveva denunciato irregolarità nel voto in 170 distretti. "I dati forniti dai candidati - ha spiegato Kadkhodaei - secondo i quali ci sarebbe stata un'affluenza superiore al 100 per cento in un numero di distretti compreso tra 80 e 170, non sono attendibili. Questi errori sono stati commessi in solo 50 città". Il portavoce ha poi spiegato che un'affluenza così alta si può spiegare con il fatto che gli elettori possono esercitare il loro diritto in qualsiasi seggio del Paese.
Nel frattempo il leader dell'opposizione iraniana Mir-Hossein Moussavi ha esortato gli iraniani ad "esercitare autocontrollo" durante le proteste di massa a Teheran, ribadendo il diritto dei suoi concittadini a manifestare contro il governo e i contestati risultati delle presidenziali del 12 giugno. "Il paese vi appartiene - ha detto Moussavi -. Protestare contro menzogne e frodi è un vostro diritto. Mantenete le speranze sulla possibilità di riconquistarvi i vostri diritti. Non lasciate che nessuno di quanti cercano di farvi perdere le speranze e di spaventarvi pieghi la vostra resistenza". [Adnkronos/Ign]