Tempo di vacanze? I traghetti dello Stretto diventano più cari
Arrivano i vacanzieri in Sicilia ed attraversare lo Stretto su un traghetto costa di più
Per arrivare in Sicilia, meta ambita dai vacanzieri che in queste settimane arrivano a frotte, bisogna attraversare lo Stretto, e attraversarlo su un traghetto ultimamente costa di più. Mercoledì scorso la società privata "Caronte&Tourist" aveva annunciato l'aumento del costo del biglietto di 25 centesimi a tratta per ogni passeggero (conducente escluso) degli autoveicoli imbarcati, e Rfi-Bluvia a partire dalla mezzanotte di ieri, ha rincarato le tariffe per auto, camper e simili sulla tratta Messina-Villa San Giovanni e viceversa. Ogni fine settimana, da venerdì a domenica, si dovranno pagare 3 euro in più per una corsa semplice e 6 euro in più per il viaggio di andata e ritorno effettuato oltre i tre giorni. Il costo totale per un'autovettura che deve attraversare lo Stretto può arrivare così a 55 euro.
Sugli aumenti non c'è nessuna comunicazione da parte di Rfi-Bluvia, ma a darne notizia sono i sindacati Fit-Cisle ed Or.Sa. Navigazione di Messina che hanno mostrato l'ordine di servizio datato 3 agosto e firmato del responsabile navigazione di Bluvia, l'ingegnere Filippo Palazzo.
"Proprio una bella sorpresa soprattutto per i vacanzieri", commentano ironicamente i segretari sindacali di categoria Enzo Testa, Michele Barresi e Mariano Massaro. Una decisione che secondo loro comunque non è una sorpresa "perché - dicono - siamo ormai abituati agli accordi di cartello tra compagnie private e vettore pubblico sullo Stretto. Il vettore pubblico, due giorni dopo l'annuncio degli aumenti dell'armatore privato, ha deciso di allinearsi alle compagnie private che già da qualche mese applicavano tariffe selvagge e differenziate nei giorni della settimana che spesso facevano preferire ai viaggiatori l'utilizzo dei mezzi Bluvia".
I sindacati ritengono a questo punto che vi siano tutti i presupposti, come più volte denunciato anche per il trasporto dei mezzi pesanti, di un intervento dell'Antitrust per violazione della concorrenza e della libertà di mercato sullo Stretto. "Siamo in presenza - sostengono Testa, Barresi e Massaro - di un accordo di cartello che penalizza l'utenza e che è il solito gioco del pubblico che rinuncia a fare concorrenza in quote di mercato che potrebbero portare profitto e margini di guadagno che sarebbero solo a favore dell'occupazione e della mobilità nell'area dello Stretto".
Il documento è stato firmato anche dalle associazioni l'Altra Città, Lega delle Autonomie, Comitato pendolari dello Stretto e Dimensione Trasporti. "La posizione dominante di un vettore privato di traghettamento - scrivono - lascia intravvedere una possibile compromissione della garanzia di concorrenza nel mercato. Risulta quanto meno strano che il trasporto dei mezzi gommati pesanti sia almeno per l'85% appannaggio dalla società privata di navigazione Caronte&Tourist mentre il vettore pubblico Rete Ferroviaria Italiana stenta a pareggiare il bilancio e impiega una flotta limitata composta da sole 5 navi di cui almeno una èsempre ferma per la rotazione della manutenzione ordinaria e altre due sono state giudicate strutturalmente inadatte al servizio da competenti commissioni tecniche aziendali". Sindacati ed associazioni denunciano poi una simile situazione nel traghettamento dei pedoni, dove malgrado l'appalto da circa 30 milioni di euro al consorzio 'Metromare dello Stretto' (composto da Rfi e la società privata Ustica Lines), il servizio pubblico di traghettamento veloce 'Metropolitana del Mare' "a tutt'oggi non è operativo a causa di una serie di contenziosi legali e cavilli burocratici che non ci è dato conoscere nei dettagli", si legge nel documento, secondo cui "ciò ha consentito al gruppo Caronte&Tourist d'intervenire anche in questa porzione di mercato accentuando la già cospicua presenza nella produzione del traghettamento nello Stretto di Messina. A rafforzare il sospetto di una scarsa concorrenza a danno dell'utenza contribuisce la concessione ad uso esclusivo di Caronte&Tourist dei principali moli di approdo del porto di Messina". I firmatari del documento fanno presente come l'armatore privato non sia sottoposto a obblighi di servizio pubblico al contrario di Rfi, e su questo chiedono l'intervento del ministro dei Trasporti.
[Informazioni AGI]