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Teniamoci cara Hamas...

Il vicepremier Massimo D'Alema: ''Non regaliamo Hamas ad Al Qaeda, è tanta parte del popolo palestinese''

18 luglio 2007

Hamas, il partito più grande dei Territori palestinesi e tuttora considerata organizzazione terroristica dall'Unione europea, a capo del governo per volontà del popolo e messo alla porta dal presidente dell'Autorità Nazionale Palestinese Abu Mazen, dopo gli scontri tra Fatah e Hamas nei quali l'Anp ha perso autorità su Gaza, ha trovato parole di distensione e apertura nel vicepremier, nonché ministro degli Esteri italiano Massimo D'Alema.
''Hamas è una forza reale che rappresenta tanta parte del popolo palestinese'', ha detto l'altro ieri il ministro D'Alema, parlando dal palco della festa dell'Unità di San Miniato, in provincia di Siena. ''E' sbagliato regalare ad Al Qaeda movimenti come Hamas e Hezbollah. Hamas si è reso protagonista di atti terroristici, ma è anche un movimento popolare: per l'Occidente non riconoscere un governo eletto democraticamente, magari mentre andiamo a braccetto con qualche dittatore, non è una straordinaria lezione di democrazia''. A suo avviso, ''è interesse della comunità internazionale evitare di spingere questi movimenti nelle braccia di Al Qaeda''.

Volendoci pensare, il concetto espresso dal titolare della Farnesina non è altro che lo sviluppo ulteriore di una sua tesi. Lo scorso 6 giugno, in visita a Damasco, D'Alema aveva lasciato intendere che se le forze italiane in Libano (circa 2.500 militari), non hanno subìto grossi attentati lo si deve anche a Hezbollah e ad Hamas. Certo, dopo il Libano (dove la situazione è tutt'altro che risolta), Hamas ha mostrato la sua parte più pericolosa con la guerra civile scoppiata a Gaza e per la quale Abu Mazen si è espresso chiaramente col termine ''golpe''. Hamas sostituito da al Fatah, guidato da Salam Fayyad, ha quindi accusato il partito dell'ex premier Ismail Haniyeh di favorire l'ingresso di Al Qaeda nella Striscia percorsa da lampi di guerra civile.

Insomma, se la situazione palestinese è stata, è e sembra destinata a rimanere come una delle situazioni storiche più difficili ed irrisolvibili, sicuramente Hamas rappresenta una delle massime rappresentazioni delle luci e delle ombre del Medioriente. Di conseguenza era logico che le affermazioni di D'Alema facessero esplodere tutta una serie di obiezioni, indignazioni e polemiche a mai finire.
Secondo il ministro della Giustizia, Clemente Mastella, ''Quelli di Hamas hanno fatto prigionieri e passato per le armi loro fratelli. In più, stando ad Abu Mazen, hanno collusioni con Al Qaeda. Se cambiano atteggiamento, come i gruppi partiti da comportamenti terroristici che si sono evoluti su una linea di confine verso la democrazia, bene. Però finora è giusto che l'atteggiamento della comunità internazionale sia l'attuale''.
''Bravo D'Alema. La sua posizione mi pare molto corretta''. Questo il giudizio del segretario dei Comunisti italiani Oliviero Diliberto. ''Ero e sono molto vicino ad Al Fatah, tuttavia Hamas ha vinto le elezioni ed è bizzarra concezione quella secondo cui i risultati del voto esistono soltanto quando vince chi vuoi tu. Questo vale pure per Hezbollah, appoggiata da un terzo dei libanesi''.
Lontano dalle idee di diliberto sul Medio Oriente, Emanuele Fiano, deputato Ds ed ex presidente della Comunità ebraica di Milano. Nonostante tutto anche Fiano non trova sbagliata la tesi di D'Alema che ''tocca un punto vero. Quante persone ci sono a Gaza? Non è che perché hanno scelto Hamas le si può lasciare senza rappresentanti. Alla fine con Hamas bisognerà trattare''. Fiano, comunque, ricorda: ''Mica ci si può sedere al tavolo con Hamas come si fa con il premier norvegese. Il primo scoglio è l'abbandono del terrorismo, prima ancora del, necessario, riconoscimento di Israele''.

Dal leader di Alleanza Nazionale, Gianfranco Fini, arriva invece un duro attacco alla posizione di D'Alema su Hamas. ''Le parole di D'Alema sono gravissime e irresponsabili. E' evidente che Hamas è un'organizzazione politica che come tale raccoglie vasto consenso popolare, ma è incontestabile che non ha mai ripudiato il terrorismo come strumento di lotta. Lo ha praticato e lo pratica tuttora e si rifiuta di riconoscere lo Stato di Israele. Ed è per queste ragioni che l'Unione europea ha inserito Hamas nella lista delle organizzazioni terroristiche. Prodi ha il dovere di dire con chiarezza se le affermazioni di D'Alema sono condivise e sono la linea del governo''.
Con Fini si è schierata tutta la Cdl. L'ex presidente della Camera Pier Ferdinando Casini accusa la politica estera del governo di ''ambiguità'' e di seguire un pericoloso ''doppio binario''. ''L'Ue ha messo Hamas nella lista nera dei gruppi terroristici. A questo punto Prodi deve dire da che parte sta'' ha commentato Casini. Sulla stessa lunghezza d'onda il senatore Beppe Pisanu (''D'Alema chiarisca al più presto nelle sedi ufficiali'') e l'ex sottosegretario agli Esteri Margherita Boniver.

Ad appoggiare la ''scomoda'' posizione assunta dal ministro degli Esteri, oltre a tutta la sinistra radicale, anche il presidente della Camera Fausto Bertinotti. ''Si tratta con chi c'è. La pace si fa se tutti i contendenti sono chiamati al tavolo. Pensare di potere escludere una parte, vuol dire non cercare la soluzione''.
E mentre oggi D'Alema riceverà alla Farnesina il nuovo inviato del Quartetto per il Medio Oriente, Tony Blair, dai Territori palestinesi arriva l'apprezzamento del leader del movimento estremista palestinese Ismail Haniyeh: ''Prima di tutto mi lasci dire che apprezziamo la posizione del governo italiano di aprire un dialogo con Hamas - ha dichiarato l'ex premier in un'intervista a Repubblica, spiegando - Il pericolo di un'infiltrazione di Al Qaida è una manovra che viene da Ramallah allo scopo di provocare la comunità internazionale contro una parte del popolo palestinese''.
Secondo Haniyeh tra Hamas e Al Qaida ci sono ''differenze essenziali'', ma se si ''accentuano le restrizioni economiche, geografiche e politiche la gente può essere tentata a percorrere altre strade''. Haniyeh ha buoni rapporti anche con il premier Romano Prodi, anche se recentemente, quando si è recato a Ramallah, non l'ha chiamato. Per quanto riguarda la nuova missione mediorientale di Tony Blair, il leader di Hamas spera che ''sia giusto e rettifichi i suoi errori politici nei confronti dei palestinesi''.

- ''Anche Hitler fu eletto'' (M. Caprara, Corriere.it)

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18 luglio 2007
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