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Termini Imerese: "Discorso chiuso!"

Mentre l'Ars vara una norma per sostenere lo stabilimento Fiat, per Marchionne parlare di Termini è solo tempo perso

23 aprile 2010

Una norma approvata in commissione Bilancio dell'Assemblea regionale stanzia 150 milioni di euro per sostenere lo sviluppo dello stabilimento della Fiat di Termini Imerese, che il Lingotto ha deciso di chiudere a fine 2011 e su cui c'è l'interesse di alcuni gruppi industriali, manifatturieri e finanziari.
La norma non è stata votata dal Pdl che contesta l'erogazione di fondi senza l'esistenza di un piano industriale o di una relazione dell'assessore regionale alle Attività produttive, Marco Venturi, per giustificare la spesa che sarà coperta dal mutuo da 846 milioni di euro, che il governo accenderà dopo l'ok dell'aula alla finanziaria. Per il Pdl inoltre "questi 150 mln sono insufficienti". "Il governo - ha detto il deputato Fabio Mancuso (Pdl) - si è impegnato pubblicamente a stanziare 400 mln per sostenere la Fiat, quindi i fondi appostati con la norma in finanziaria non bastano ad attrarre gli investitori interessati a rilevare la fabbrica". Mancuso ha ricordato che l'ex governo di Totò Cuffaro aveva appostato in bilancio 150 milioni "alla luce del contratto di programma con il quale la Fiat si impegnava a rilanciare lo stabilimento".

"E' positivo che la commissione Bilancio dell'Ars abbia approvato la norma in finanziaria che stanzia 150 milioni di euro per la Fiat di Termini Imerese. Il governo Lombardo ha mantenuto gli impegni. Ci dispiace però che il Pdl abbia votato contro, questa scelta é molto grave". Così il segretario della Fiom di Termini Imerese, Roberto Mastrosimone, ha commentato il via libera dell'emendamento Fiat. La Fiom intravede nella posizione del Pdl "il rischio che qualcuno spinga perché la fabbrica venga sbaraccata, per favorire altri interessi". "Siamo molto amareggiati - ha aggiunto Mastrosimone - ma se è vero che il Pdl ha scelto questa linea perché ritiene insufficienti le risorse stanziate, allora ci aspettiamo, per coerenza, che presenti all'Ars al momento della discussione sulla finanziaria un emendamento per incrementare questo stanziamento". "E' vero che il governo si è impegnato a stanziare in totale 400 milioni - ha concluso Mastrosimone - Ai 150 mln della finanziaria, infatti, vanno aggiunti gli incentivi previsto con il credito d'imposta all'occupazione e una quota di fondi Fas".

Discorsi e questioni che non interessano all'amministratore delegato della Fiat, Sergio Marchionne, che per l'ennesima volta ieri non ha lasciato alcun margine di trattativa per lo stabilimento siciliano. "Il discorso su Termini è stato già chiuso" ha detto Marchionne uscendo dall'incontro con il ministro dello Sviluppo Economico, Claudio Scajola, al quale è stato sottoposto il "piano strategico 2010-2014", rispondendo alla domanda se l'annunciato aumento dell'occupazione dei dipendenti Fiat in Italia sarà al lordo o al netto della chiusura dello stabilimento siciliano.

"Le parole di Marchionne su Termini Imerese sono liquidatorie e arroganti se consideriamo che ancora la situazione dello stabilimento siciliano non è definita e che parliamo di una vicenda che sta aprendo un forte allarme sociale per i costi elevatissimi che si prospettano" ha detto Giovanna Marano, segretaria generale della Fiom Cgil siciliana a proposito delle dichiarazioni dell'ad di Fiat dopo l'incontro con Scajola.
Durante il direttivo della categoria Marano ha definito "inaccettabili le decisioni su Termini Imerese" e ha manifestato stupore "per gli entusiasmi attorno a un progetto che sacrifica lo stabilimento siciliano". Marano ha aggiunto che la decisione di Fiat si "inscrive in un quadro di tracollo complessivo dell'industria metalmeccanica in Sicilia". "Il resoconto è presto fatto: è saltato l'incontro con St-Numonyx che era previsto per il 20 e siccome - ha osservato Marano - non abbiamo certezze sul piano industriale e l'azienda continua ad andare avanti senza il sindacato non possiamo che pensare che l'obiettivo sia il disimpegno passando attraverso l'alleggerimento delle produzioni di qualità siciliane".

Secondo il segretario del Partito Democratico, Pierluigi Bersani, il nuovo piano della Fiat è "coraggioso e ambizioso" ma contiene anche "problemi e zone d'ombra". "È un piano - ha dichiara il segretario del PD - che contiene alcune novità, a partire dal fatto che la Fiat dichiara di voler aumentare i volumi di produzione in Italia e che non chiede soldi allo Stato. Tutto questo segnala un dinamismo ma non mancano però i problemi a partire dall'impatto sulle condizioni di lavoro, a proposito delle quali è auspicabile che Fiat e sindacati discutano subito". Altra zona d'ombra è il futuro di Termini Imerese: "Occorre che la Fiat accompagni la soluzione perchè non si tratta di uno stabilimento qualsiasi in un posto qualsiasi". Spetta invece al governo "prendere subito un'iniziativa sull'indotto".

[Informazioni tratte da Ansa, La Siciliaweb.it]

 

 

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23 aprile 2010
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