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Termini Imerese: la soluzione possibile

Tra le tante ipotesi sul dopo-Fiat siciliano, quella più probabile sembra essere le costuzione delle auto elettriche

10 febbraio 2010

Cosa sarà il "dopo-Fiat" per Termini Imerese? Se lo chiedono un po' tutti (tranne Sergio Marchionne, pensiamo, ndr) e quella del "polo per lo sviluppo delle auto elettriche" sembra essere l'ipotesi che in questo ultimo periodo prende sempre più consistenza. Tra l'altro, potrebbe essere proprio questa la strada per dare all'impianto Fiat di Termini Imerese un futuro che gli garantisca di restare nella produzione di auto anche senza più Fiat.
L'occasione per esaminare questa possibile via d'uscita per lo stabilimento siciliano è emersa a San Sebastian, in Spagna, dove da ieri sono riuniti i ministri dell'industria europei proprio per esaminare le opportunità di crescita dell'auto elettrica. Un settore dove la Fiat ha annunciato di essere a buon punto con la messa a punto di un veicolo che sarà, però, di Chrysler. In Francia, invece, il marchio in fase avanzata di studio sarebbe la Renault, che ha in programma di proporsi sul mercato già nel 2011. La stessa Renault, tuttavia, in parallelo alla costruzione della nuova auto elettrica avrebbe messo in piedi un polo per lo studio e lo sviluppo delle tecnologie per le batterie elettriche necessarie all'alimentazione di questi veicoli: sarebbe proprio questo il settore in cui l'Italia potrebbe proporsi per sviluppare una forma di collaborazione con i francesi, che si sarebbero mostrati disponibili ad approfondire un confronto su questi temi. In quest'ottica l'impianto di Termini Imerese potrebbe diventare un polo di sviluppo della tecnologia per le auto elettriche, partendo proprio da una collaborazione con i francesi e mettendo insieme le forze e le risorse dei produttori interessati a sviluppare questo segmento.

Sono molti i segnali che portano verso questa soluzione, non ultima la delibera con cui la giunta di Raffale Lombardo, la scorsa notte, ha vincolato l'area in cui insiste lo stabilimento Fiat all'attività industriale e, in particolare, alla produzione automobilistica. Il provvedimento fa cadere alcune delle ipotesi circolate nei giorni scorsi sulle proposte per la fabbrica termitana, dagli studios cinematografici a gruppi della Grande Distribuzione. Il percorso, tuttavia, è tutto da costruire. Al momento il ministero dello Sviluppo, assieme a una decina di proposte alcune delle quali ritenute interessanti dal leader della Confindustria Emma Marcegaglia, tiene nei cassetti anche quella del finanziere siciliano Simone Cimino, presidente del fondo Cape Natixis, che vorrebbe rilevare, con la casa automobilistica indiana Reva, lo stabilimento per farne un centro di assemblaggio di vetture elettriche di piccole dimensioni, creando oltre 3 mila posti di lavoro, assorbendo i 2.200 addetti di Fiat e delle aziende dell'indotto.

Certo è che l'auto elettrica, da molti definita l'auto del futuro, e la Sicilia sembra abbiamo una sorte di futuro comune. Giusto ieri, il presidente Raffaele Lombardo ha presentato, a Palazzo d'Orleans, la 'Maranello', la prima auto elettrica interamente progettata e costruita in Sicilia. La 'Maranello', "prodotta con capitali, professionalità specializzate e intelligenze interamente siciliane, fa parte del programma "Io zero" destinato alle famiglie residenti in Sicilia: zero emissioni di polveri sottili, zero consumi e zero rumore", ha spiegato Lombardo. La piccola auto elettrica della Effedì, però non circola ancora per le strade dell'isola,  è venduta per il momento solo al comune di Antibes in Francia e, in una decina di esemplari, a Modena e Firenze. L'eco-auto è prodotta in un centinaio di esemplari all'anno a Carini (Pa) da un'azienda con una settantina di dipendenti, ma in Sicilia non ha ancora trovato le condizioni adatte per essere venduta. "Mancano le leggi che per esempio impongano la chiusura dei centri storici alle auto a benzina - spiega Carlo D'Angelo, presidente della Effedi - o gli incentivi all'acquisto di auto elettriche. Purtroppo per gli scarsi volumi di produzione i prezzi della nostra vettura restano alti per il grande pubblico. Stiamo iniziando un dialogo con la Regione che speriamo si concluda bene".
E proprio l'iniziativa "Io zero", nata da un accordo tra la SicilianaEnergia, che realizza gli impianti 'familiari' fotovoltaici e la Effedi Automotive, intende sviluppare la mobilità con vetture elettriche associata alla produzione di energia da fonte solare attraverso l'installazione nelle case di impianti fotovoltaici capaci di produrre energia elettrica e l'uso della Maranello. "L'auto - ha detto ancora il presidente Lombardo - è stata realizzata senza clamore, grazie a un accordo tra la Effedi di Carini e la Ferrari per l'uso del nome Maranello. E' un'iniziativa partita due anni fa e che merita la massima attenzione perché destinata alle famiglie. I benefici, oltre a quelli ambientali, sono tanti: dall'abbattimento dei costi di carburante al risparmio di enormi quantità d'acqua che servono per produrre e trasportare carburante, a fonte di nuova occupazione. Si tratta di benefici legati non soltanto al singolo, ma a tutta la collettività".

Il presidente della Effedi, illustrando le caratteristiche della vettura, ha spiegato che "la proposta è minimizzare i costi e l'impatto ambientale, su cui si è aperto un dialogo costruttivo con la Regione per creare la rete d'infrastrutture necessarie per la gestione di questo tipo di auto 'leggere'. Il consumo è di solo tre euro per ogni 60 Km (ricarica completa, se le batterie sono completamente scariche e se ci si approvvigiona dal fornitore). Il consumo è a costo zero se invece l'alimentazione avviene a casa attraverso il fotovoltaico. L'auto costa oggi circa 12.500 euro più Iva e potrà essere guidata anche dai ragazzi di 14 anni dotati di patentino per ciclomotore". "Si interverrà - ha proseguito l'amministratore unico di SicilianaEnergia, Adriana Di Liberto - nelle abitazioni private e nei condomini, previa autorizzazione dell'amministrazione competente, per adeguarli alle operazioni di ricarica, e in alcune zone dei centri urbani per costruire gli appositi distributori di energia elettrica necessari".

"Ci faceva piacere - ha detto ancora Lombardo - presentare ai siciliani un'auto elettrica che dimostra le capacità dell'isola di guardare al futuro. Si parla tanto, anche per Termini Imerese, di auto elettriche. Speriamo che possa essere presto una realtà siciliana". Il governatore ha infine confermato che per la fabbrica della Fiat c'é l'interesse di "tante cordate italiane e non solo, ci sono gli indiani e i cinesi, valuteremo tutte le proposte in un tavolo tecnico. Mi auguro - ha concluso - che la Fiat almeno lasci, come aveva detto, lo stabilimento perché altri possano prendere il suo posto".

E le tute blu di Termini chiedono la solidarietà di Fiorello - "Caro Fiorello, la Sicilia e i siciliani ti amano per quello che sei stato, per quello che sei... ma vederti in tv a pubblicizzare la Fiat... nooo!!!! Ti chiediamo di sospendere la pubblicità (anche momentaneamente) in onore di Termini Imerese! Orgoglio siculo! Dimostraci la tua sicilianità!". Dopo che l'azienda ha annunciato la chiusura dello stabilimento di Temini, operai e semplici cittadini siciliani ricorrono a Facebook per chiedere allo showman di interrompere gli spot del Lingotto, in segno di solidarietà per i corregionali minacciati di licenziamento.
Sono già sei i gruppi, per un totale di un migliaio di iscritti. Su uno di essi i componenti sono quasi 500, così come gli appelli che spesso fanno leva sul senso di appartenenza del comico alla sua terra. Si va da "vai Fioreee fatti sentire!", a "i siciliani sono orgogliosi di te! Ora tocca a te farti vedere orgoglioso della Sicilia!". Mentre Gino Cosenza scrive: "Fiorello sono un Lavoratore dello Stabilimento Fiat di Termini Imerese dopo 13 anni che ci lavoro mi stanno licenziando ti prego: interrompi la pubblicità che Fiat ti fa fare. So che è un contratto che hai fatto con la casa torinese ma da buon siciliano pensa a noi 2200 lavoratori, ti vogliamo bene. I lavoratori Fiat di Termini Imerese". E gli appelli si susseguono con enfasi: "Fiore... dacci una mano per favore... dillo chiaro e forte che non chiudano la stabilimento Fiat di Termini Imerese... magari a te ti ascoltano... rifiutati di fare spot Fiat". Non manca chi ricorre al dialetto ("Nun fari u surdu all'appellu de Siciliani") e chi chiede al comico: "Sai cosa significa licenziare quegli operai? Significa, in un territorio governato dalla mafia, mandare per strada 2200 famiglie". Mentre alcuni si adoperano affinché il messaggio arrivi a destinazione, lanciando il passaparola tra i contatti e sulla bacheca del fan club di Fiorello.

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ing, ANSA, La Siciliaweb.it]

 

 

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10 febbraio 2010
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