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Terra di incontri tra popoli e culture…

La Sicilia e il fenomeno delle migrazioni: l'accoglienza e le problematiche per un Mediterraneo in trasformazione

02 settembre 2013

Stanotte alle 3 un barcone con a bordo 180 migranti di nazionalità siriana (85 uomini, 43 donne e 52 bambini) è giunto nel porto di Siracusa, trainato da un'unità della Guardia costiera. Gli stranieri, dopo le procedure di identificazione, sono stati accompagnati dalla polizia presso le strutture di accoglienza.
Cinque egiziani sono stati fermati dagli investigatori del Gruppo interforze di contrasto all'immigrazione clandestina della procura di Siracusa con l'accusa di essere gli "scafisti". Per i cinque è scattato subito il trasferimento nel carcere siracusano di contrada Cavadonna. Due dei cinque egiziani fermati oggi erano già stati rimpatriati dopo essere giunti uno a Sciacca, nell'Agrigentino, nel 2011 e l'altro a Pozzallo, nel Ragusano, lo scorso anno.
Gli investigatori hanno accertato che il gruppo era partito il 24 agosto scorso da un luogo non distante da Alessandria di Egitto a bordo del barcone di circa 18 metri sul quale sono stati poi intercettai la scorsa notte. Dopo circa 7 ore di navigazione il barcone è stato raggiunto dalla nave-madre - nella fattispecie un peschereccio d'altura di circa 30 metri di lunghezza - sulla quale hanno preso posto tutti i migranti mentre il barcone è stato agganciato a traino. A circa cento miglia dalle coste siracusane il nuovo trasbordo dalla nave-madre al barcone sul quale poi sono stati intercettati dalle motovedette della Guardia di finanza che assieme a quelle della Guardia costiera che li hanno scortati sino al porto di Siracusa. Il barcone è stato posto sotto sequestro e si trova ormeggiato alla banchina antistante la caserma della Guardia costiera.

Tra i migranti anche numerosi anziani. "Ciò a cui stiamo assistendo - spiegano alcune volontarie della Croce Rossa che sul molo del porto assieme alla protezione civile comunale si fanno carico della primissima assistenza - ha sempre di più le sembianze di un esodo. Adesso sono interi nuclei familiari che si spostano. Lo dimostrano i tanti anziani giunti oggi, tra i quali anche una donna che per camminare ha bisogno di sorreggersi con un deambulatore".

E alle prime luci dell'alba è stato intercettato al largo di Capomulini, un barcone con a bordo circa 110 migranti. Viste le precarie condizioni di navigazione del natante, è stato abbordato dai militari del G.115 'Zanotti' e condotto nel porto di Catania.
I migranti sbarcati, anche in questo caso egiziani e siriani, sono quasi tutti giovanissimi maschi. Tra loro anche una cinquantina di minorenni. Due di loro, per precauzione, sono stati condotti in ospedale per accertamenti perché debilitati dal viaggio. Nel porto di Catania sono già operativi i servizi di soccorso e identificazione degli extracomunitari, che potrebbero essere ospitati temporaneamente in un locale messo a disposizione da un Ente.

L'ipotesi privilegiata dalla Procura è che anche questo sbarco abbia seguito le tecniche di quelli precedenti avvenuti in zona: una 'nave madre', un grosso mercantile ad esempio, sulla quale sono stati caricati i migranti, abbandonati poi al largo della Sicilia su una vecchia 'carretta del mare' che trascinavano a rimorchio. Per la Procura di Catania questo tipo di traversata confermerebbe ancora una volta l'esistenza di una grossa organizzazione internazionale che gestisce le traversate di migranti nel Mediterraneo.

Queste ultime settimane hanno visto la Sicilia quotidianamente interessata da sbarchi di migranti. In aumento, come purtroppo era prevedibile, le persone di nazionalità egiziana e siriana. 
Sabato scorso, a parlare diffusamente del problema immigrazione è stato il ministro per l'Integrazione Cecile Kyenge, a Erice per una manifestazione della Cgil.
Il ministroa Kyenge ha detto: "Nessuno mi ha chiesto chi sono, da dove vengo, io sono un ministro della Repubblica italiana. Grazie per l'accoglienza, grazie a tutti voi, al sindaco, agli organizzatori, alle forze dell'ordine". "In altri luoghi ci sono stati insulti e fischi, qui, invece, c'è una piazza osannante", ha commentato il sindaco di Erice, Giacomo Tranchida.
"Non mi curo dei tanti insulti ricevuti: continuo a testa alta; non dobbiamo farci sopraffare da chi grida più forte. Portiamo avanti l'Italia migliore. Gli insulti li ho ricevuti, principalmente sullo Ius soli. Ricordo che questo è l'anno europeo della cittadinanza, dobbiamo impedire che ci siano cittadini di serie A e di serie B".

"In Sicilia ci sono molti esempi positivi di integrazione e accoglienza. Ringrazio le forze di polizia per il loro impegno, profuso, ogni giorno, in silenzio. La mia visita vuole essere un segnale per testimoniare la sensibilità del governo e il sostegno al territorio siciliano - ha aggiunto il ministro - Il tema dell'immigrazione non riguarda solo quanti arrivano ma anche chi è sul posto ed è chiamato ad adoperarsi per l'integrazione".
"La responsabilità nel fronteggiare l'ondata di sbarchi di immigrati dovrebbe ricadere da un lato sull'Italia e dall'altro sulle comunità europea e internazionale". Per il ministro la problematica, comunque, può essere affrontata seriamente "conoscendo le realtà di origine dei migranti e le ragioni che ci sono dietro la scelta di fuggire via dal proprio Paese". "Il governo ha avviato una riflessione sui Cie per valutare condizioni e utilità delle strutture. Il modo migliore per fare una riforma - così come ho già detto per la cittadinanza - è quella della condivisione e della partecipazione dal basso, coinvolgendo tutti gli attori e le istituzioni, ma anche ascoltando chi la pensa diversamente da noi". "Non è la ministra a dettare un modello: questo deve essere frutto di un confronto", ha aggiunto.
Secondo il ministro, l'immigrazione "non è solo emergenza" e "l'Italia è chiamata ad attuare una politica che dimostri che con una buona gestione può essere una risorsa".

Ieri, Cecile Kyenge ha ricevuto ad Alcamo (Tp), dal sindaco Sebastiano Bonventre, la cittadinanza onoraria e ha visitato il campo di accoglienza per i lavoratori stagionali all'Ipab san Pietro che ha 70 posti letto e fornisce 150 pasti al giorno agli stagionali che si occupano della vendemmia di una delle zone a maggior vocazione vitivinicola della Sicilia. Infine, ha concluso la sua breve permanenza in provincia di Trapani visitando il Cie di Trapani Milo, teatro, anche recentemente, di rivolte e tentativi di fuga.
"Questa è una terra di incontri tra popoli e culture - ha detto il ministro parlando della Sicilia - ed è sicuramente una delle regioni che guardo con molta attenzione per riuscire a portare avanti una legge sull'immigrazione che prenda esempio anche dall'esperienza siciliana  perché le misure da adottare non devono essere rivolte solo all'accoglienza". Kyenge ha parlato di un "fenomeno naturale di solidarietà e di accoglienza che se istituzionalizzato potrebbe essere un valore aggiunto per la politica". "Di negativo  -  ha aggiunto -  ci sono le persone che muoiono nel Mediterraneo a volte senza nemmeno accorgersi che sono vicine alla loro meta".

Nei giorni scorsi presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta, aveva lanciato l’idea di una "cittadinanza di fatto" da conferire agli extracomunitari nati in Sicilia. Una cittadinanza che, però, non avrà un valore giuridico ma etico.
"Predisporremo un apposito disegno di legge per il riconoscimento della cittadinanza di fatto - ha spiegato Crocetta - Istituiremo un registro siciliano, un modo per dare dignità a queste persone, in attesa che i venti leghisti siano definitivamente sconfitti a livello nazionale".

[Informazioni tratte da ANSA, Adnkronos/Ign, Lasiciliaweb.it, Repubblica/Palermo.it, Corriere del Mezzogiorno]

- Cecile Kyenge: "Razzismo? Quando andavo in ospedale mi chiamavano infermiera" (L'Huffington Post)

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02 settembre 2013
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