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Terra di migranti...

Cresce il popolo degli italiani 'forestieri'. Secondo il VI Rapporto Migrantes sono oltre quattro milioni

22 giugno 2011

Cresce il popolo degli italiani all'estero. I connazionali che hanno lasciato il Belpaese, mantenendo o acquisendo la cittadinanza, sono 4 milioni 115.235, con un balzo in avanti di quasi 90mila persone nell'arco di un anno. I dati sono contenuti nel VI Rapporto della Fondazione Migrantes sull'emigrazione, presentato ieri mattina a Roma.
Gli italiani 'forestieri' sono concentrati in larga misura in Europa (2 milioni e 263 mila) e in America (1 milione e 629 mila), ma hanno realizzato consistenti insediamenti anche in altri contesti, come in Sudafrica e in Australia, mentre, con numeri più contenuti, sono presenti praticamente in tutti i paesi del mondo. Continua a crescere la presenza femminile, che si attesta al 47,8%, mentre si registra un calo fra le persone più avanti con gli anni: il 18,6% nel 2011 ha più di 65 anni, contro il 19,2% dell'aprile 2010. In Italia la percentuale è di quasi due punti in più. Di contro, aumentano i minorenni (16%, ma erano 15,4% nel 2010) e, anche se di poco, i celibi/nubili (53,5% rispetto al 53,4% nel 2010).

Nel fare le valigie per lasciare l'Italia, il Meridione batte il Nord del Paese. Con quasi 1,5 milioni di emigrati, il Sud Italia è infatti l'area d'origine principale degli attuali cittadini italiani residenti all'estero e iscritti all'Aire, l'Anagrafe degli italiani all'estero. Si tratta del 35,2%, mentre sono circa 768 mila gli isolani (18,7%), 645 mila circa gli originari del Nord Est (15,7%), 13 mila in meno quelli del Nord ovest (15,4%) e 622 mila gli originari del Centro Italia (15%). Complessivamente il 53,9% degli iscritti all'Aire, all'inizio del 2011, sono originari del Mezzogiorno d'Italia, il 15% del Centro Italia e il 31,1% del Nord.
La Sicilia, con 666.605 cittadini, si conferma prima regione di emigrazione (16,2%), seguita da Campania (426.488, 10,4%), Lazio (365.862, 8,9%), Calabria (356.135, 8,7%), Lombardia (318.414, 7,7%) e Puglia (315.735, 7,7%). A seguire troviamo Veneto Piemonte, Abruzzo, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Toscana, Basilicata, Liguria, Marche, Sardegna, Molise e Trentino Alto Adige e la Valle d'Aosta che chiude la graduatoria delle regioni italiane con 4.439 cittadini (0,1%).
"Basta scorgere velocemente la graduatoria - si legge nel Rapporto - per capire che l'emigrazione italiana ha coinvolto tutto il territorio nazionale e che ancora oggi il passato migratorio dell'intero Paese è evidente nella diversificazione dell'origine migratoria di coloro che sono iscritti nell'Anagrafe del ministero dell'Interno".
Un'ulteriore conferma arriva dall'analisi provinciale dei dati, che riportano ai primi posti Roma, Cosenza, Agrigento, Salerno, Napoli, Catania, Palermo, Avellino, Lecce e Potenza, mentre subito dopo troviamo Treviso e Milano. Torino è in 16esima posizione e Udine in 18esima.

Secondo la metà dei giovani vivere in Italia è una sfortuna - Vivere in Italia? Una sfortuna per quasi il 40% dei 25-34 enni. Non sorprenda, dunque, che il 40,6% degli intervistati (di tutte le fasce di età) si trasferirebbe volentieri altrove. In realtà, oltre il 60% dei connazionali ritiene che vivere in Italia sia una fortuna, ma questa percentuale si riduce gradualmente man mano che dalle fasce di età più anziane si arriva ai giovani, i grandi delusi.  I dati sono ancora del VI Rapporto della Fondazione Migrantes sull'emigrazione.
Il male sovrano, per i giovani italiani, è la precarietà: ad indicarlo il 43,5% dei 18-24enni e il 33,6% dei 25-34enni. Seguono, nell'ordine, la mancanza di senso civico (20,6%), l'eccessivo livello di corruzione (19,1%), la classe politica (15,2%), la condizione economica (8,6%), il tasso di criminalità (3,9%) e lo stato del welfare (1,3%).
Alla domanda 'Si trasferirebbe all'estero?', il 62,9% degli abitanti di Sicilia e Sardegna risponde che non lo farebbe mai (nonostante le preoccupazioni per il lavoro e tutti i gravi problemi di quelle aree geografiche, a partire dall'economia), contro il 49,1% degli abitanti del Nord-Ovest. Gli intervistati più disposti a trasferirsi vivono al Centro (49,4%). Il 40% ha dichiarato che non cambierebbe mai Paese. Ma guardando alle fasce di età, i più predisposti ad andarsene hanno tra i 25 e i 34 anni (50,9%).
Ma dove si trasferirebbero gli aspiranti emigranti? In Francia (16,5%), Stati Uniti (16,1%), Spagna (14,3%), Inghilterra (11,9%) e Germania (10,1%). Seguono Svizzera, Austria, Svezia, Canada, Olanda, Brasile, Danimarca e Norvegia.

E tra quelli che alla fine fanno la valigia, non mancano gli italiani che si fanno valere. Ogni anno la rivista 'Popular Science' pubblica la lista 'Brilliant Ten' ovvero i 10 scienziati più promettenti che hanno meno di 40 anni e lavorano negli Stati Uniti. Nella top ten 2011 compaiono i nomi di due italiani. La prima è l'anconetana Chiara Daraio che, a 32 anni, è professore di fisica applicata al California Insitute of Technology e ha costruito lenti acustiche non lineari per meglio sviluppare e utilizzare le potenzialità dell'ecografo. Il secondo è Maurizio Porfiri, 34 anni, assistent professor di ingegneria meccanica al Polytechnic Institute dell'Università di New York, il quale porta avanti un progetto di sviluppo di modelli matematici per descrivere comportamenti collettivi di sistemi biologici (il progetto ha ricevuto il Career Award della National Science Foundation con l'assegnazione di 1 milione di dollari).

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ing]

 

 

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22 giugno 2011
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