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TERREMOTO ALL'ARS

97 indagati per l'uso illecito dei fondi destinati ai gruppi parlamentari nelle due ultime legislature

15 gennaio 2014

Si va dalle borse Hermes e Vuitton alle cravatte, dalla biancheria intima griffata ai gioielli e regali vari. E ancora soggiorni in alberghi extralusso, auto e persino gli scontrini della mancia al bar.
La lista delle spese pazze dei deputati dell'Ars è lunga e ricorda quelle dei colleghi dei consiglieri regionali di mezza Italia finiti sotto inchiesta per l'uso illegittimo dei fondi destinati ai Gruppi.
A scoperchiare l'ennesimo scandalo della politica è stata la Guardia di Finanza. Nel registro degli indagati, con l'accusa di peculato, sono finiti 83 parlamentari siciliani e 14 consulenti e dipendenti dei Gruppi.
Tra gli inquisiti anche il responsabile Welfare della segreteria nazionale del Pd Davide Faraone e l'ex governatore Raffaele Lombardo.
Gli investigatori hanno analizzato i conti della scorsa legislatura e di quella precedente, quando i Gruppi non dovevano rendicontare le cosiddette spese di segreteria. In due anni di un'inchiesta conoscitiva avviata dalla Procura dopo il caso Fiorito, la Finanza ha passato al setaccio migliaia di fatture, scontrini e documenti che avrebbero consentito a decine di deputati regionali di intascare circa 10 milioni di euro di rimborsi, secondo gli inquirenti, non dovuti.

A 13 deputati, tutti capigruppo, sono stati notificati inviti a comparire: nei prossimi giorni verranno sentiti dai pm Innocenzo Leontini, Rudy Maira, Cataldo Fiorenza, Giulia Adamo, Nunzio Cappadona, Antonello Cracolici, Francesco Musotto, Nicola Leanza, Nicola D'Agostino, Giambattista Bufardeci, Marianna Caronia, Paolo Ruggirello, Livio Marrocco.
Molto più lunga la lista degli indagati in cui compaiono anche l'ex presidente dell'Ars Francesco Cascio e il segretario regionale del Partito Democratico Giuseppe Lupo. Tra gli altri parlamentari finiti sotto inchiesta anche l'ex presidente della Regione Raffaele Lombardo e i deputati Nino Dina, Salvatore Cordaro, Gaspare Vitrano, Massimo Ferrara, Franco Mineo, Bernardo Mattarella, Cateno De Luca, Riccardo Savona, Paolo Ruggirello, Salvino Pantuso, Carmelo Curenti e Alessandro Aricò.

Ad informare l’Aula dell’Ars, impegnata nell’ultimo giorno d’esame per l’approvazione della Finanziaria, Antonello Cracolici: "Mi sembra giusto dare questa comunicazione al Parlamento. Ho ricevuto un avviso a comparire di fronte alla Procura di Palermo per il ruolo di capogruppo che ho ricoperto nella scorsa legislatura. Ne do comunicazione per evitare qualche interpretazione, retroscena o misteri su un'inchiesta giudiziaria nota e partita già tempo fa", ha detto rivolgendosi ai parlamentari, prendendo la parola dal pulpito di sala d'Ercole.
Cracolici, che in questa legislatura è presidente della commissione Affari istituzionali dell'Ars, ha affermato che oggi spiegherà la sua posizione in una conferenza stampa. "Ho ritenuto giusto comunicarlo al Parlamento e lo farò domani con una conferenza stampa durante la quale illustrerò ciò che mi viene addebitato. Ogni contestazione riguarda la mia attività di capogruppo. Non mi viene contestato di aver messo un euro in tasca".

La notizia degli avvisi di garanzia si è abbattuta sul Parlamento siciliano nel pieno dell'esame della manovra finanziaria. Un terremoto politico che era nell'aria: non appena è giunta la notizia di colpo l'aula dell'Assemblea e i corridoi del palazzo si sono svuotati. Anche il governatore Rosario Crocetta ha appreso la notizia mentre si trovava nella stanza del governo di palazzo dei Normanni, assieme ad alcuni assessori e dirigenti della Regione, con i quali era impegnato nella stesura degli ultimi emendamenti alla finanziaria.
Crocetta si è limitato a commentare "il passato ci rincorre", preferendo non aggiungerà altro sul terremoto politico che coinvolge alcuni attuali parlamentari della maggioranza, anche perché il clima all'Assemblea era già molto teso per via di una norma della finanziaria da 200 milioni di euro di spesa. "Dobbiamo chiudere la finanziaria", ha aggiunto laconico il governatore.

"Daremo massima collaborazione alla magistratura, verso cui abbiamo piena fiducia. Se ci saranno responsabilità personali e penali andranno individuate e punite - ha spiegato il presidente dell'Assemblea siciliana, Giovanni Ardizzone (Udc) - Certamente non ci voleva in questo momento in cui stiamo cercando di dare il meglio di noi stessi. Tutto quello che c'era da fare per adottare regole rigide lo abbiamo fatto - ha concluso - Chi ha sbagliato dovrà pagare". "Apprendo di essere indagato per una cifra di 2.090 euro, se fosse così si tratterebbe della somma pro-capite rispetto a un rimborso totale di 4 mila euro, pagata dal gruppo Misto. Sono pronto a giustificarne la tracciabilità, se poi c'è altro non so. Ma desidero che si faccia chiarezza presto, non è giusto. Mi scervello per capire dove ho sbagliato - ha aggiunto Ardizzone, visibilmente provato - Mi alzo la mattina e guardo in faccia i miei figli".

Molto rumore anche per il nome di Davide Faraone. "Benissimo la Procura indaghi - ha commentato il deputato Pd e responsabile Welfare della segreteria di Renzi - E se c'è qualche ladro deve pagare. Sono certo che emergerà chiaramente se c'è qualcuno che ha rubato e ha utilizzato le risorse per lucro personale. Per quel che mi riguarda, non ho ricevuto al momento alcuna comunicazione e sono comunque serenissimo. Anzi, quanto accaduto sarà l'occasione per far conoscere a tutti i modi in cui ognuno di noi utilizza le risorse destinate a fini politici e di rappresentanza. Sono indagato per un importo di 3.300 euro e posso dimostrare che si tratta di soldi spesi per attività politica". Comunque, ha aggiunto Faraone, "se mi accorgessi che la mia vicenda è di ostacolo o danneggi il Pd non esiterei a fare un passo indietro". "Ho piena fiducia nella Guardia di Finanza e nella magistratura, se qualcuno ha usato i fondi pubblici e le risorse per fini personali, questo sarebbe molto grave. Chi ha sbagliato deve essere perseguito".

"Ancora una volta l'onorabilità e l'integrità delle istituzioni sono rimesse nella mani della magistratura. Non conosciamo, se non per via di fonti giornalistiche, le accuse avanzate nei confronti dei politici indagati. È evidente, comunque, come rappresentato a più riprese nel corso di questa legislatura, la necessità di un intervento legislativo deciso per mettere fine al malcostume nelle gestione dei soldi dei cittadini" si legge in una nota del groppo M5S all'Assemblea.

A questa si aggiunge anche una nota del capogruppo M5s al Senato, Vincenzo Maurizio Santangelo. "Il vecchio-nuovo Pd di Renzi inciampa nelle spese da... Faraone. Dopo l'inchiesta per peculato ai danni del parlamentare del Pd responsabile delle politiche di Welfare Davide Faraone, che cosa ha da dire Matteo Renzi? Perchè non parla?".
Commenta a muso duro il nuovo scandalo dell'Ars anche Riccardo Nuti, presidente del gruppo del Movimento Cinque Stelle alla Camera. "Compatibile con le istituzioni come il presepe e Ferragosto. Faccia un bagno di umiltà e faccia non uno, ma due passi indietro e lasci le cariche di deputato e responsabile del welfare della segretaria di Renzi. Se il nuovo del Pd di Renzi, è questo, molto, molto meglio l'usato sicuro". "E' l'ennesima densa nube - continua Nuti - sull'orizzonte di Faraone, che sta diventato troppo affollato, per consentirgli di continuare a rappresentare degnamente i cittadini che lo hanno votato. Dopo la notizia della visita in casa del boss Agostino Pizzuto e il video di "Striscia" (ancora rintracciabile in rete), che denunciava manovre poco chiare per riscuotere consenso elettorale, ecco l'ennesima tegola che non può passare inosservata per il rispetto della gente e delle istituzioni".

AVVISI DI GARANZIA CON INVITO A COMPARIRE - Giulia Adamo, Nunzio Cappadona, Antonello Cracolici, Francesco Musotto, Rudy Maira, Nicola Leanza, Nicola D’Agostino, Giambattista Bufardeci, Marianna Caronia, Paolo Ruggirello, Livio Marrocco, Innocenzo Leontini e Cataldo Fiorenza.
GLI INDAGATI - Giovanni Ardizzone, Guglielmo Scammacca della Bruca, Franco Mineo, Alessandro Aricò, Giovanni Cristaudo, Carmelo Currenti, Giovanni Greco, Francesco Cascio, Carmelo Incardona, Ignazio Marinese, Raffaele Nicotra, Antonino Scilla, Marco Lucio Forzese, Orazio Ragusa, Mario Parlavecchio, Salvatore Lentini, Salvatore Giuffrida, Nino Dina, Salvatore Cascio, Toto Cordaro, Pippo Gianni, Giuseppe Lo Giudice, Orazio Ragusa, Cateno De Luca, Michele Cimino, Raffaele Lombardo, Francesco Calanducci, Paolo Colianni, Orazio D’Antoni, Antonio D’Aquino, Giovanni Di Mauro, Giuseppe Federico, Giuseppe Gennuso, Riccardo Minardo, Fortunato Romano, Giuseppe Sulsenti, Giuseppe Arena, Marcello Bartolotta, Mario Bonomo, Raimondo Sciascia, Calogero Speziale, Miguel Donegani, Riccardo Savona, Cataldo Fiorenza, Roberto Ammatuna, Giuseppe Apprendi, Giovanni Barbagallo, Mario Bonomo, Roberto De Benedictis, Giacomo Di Benedetto, Giuseppe Digiacomo, Michele Donato Donegani, Davide Faraone, Cataldo Fiorenza, Michele Galvagno, Baldassare Gucciardi, Giuseppe Laccoto, Giuseppe Lupo, Vincenzo Marinello, Bruno Marziano, Bernardo Mattarella, Camillo Oddo, Filippo Panarello, Giovanni Panepinto, Francesco Rinaldi, Salvino Pantuso, Giuseppe Picciolo, Concetta Raia, Francesco Rinaldi, Calogero Arturo Speziali, Gaspare Vitrano, Salvatore Termine.

LE CIFRE NEL DETTAGLIO - Per l'allora semplice deputato Udc Giovanni Ardizzone, oggi presidente dell'Ars, si fa riferimento a un ammanco di 2.090 euro; poi Guglielmo Scammacca della Bruca, Franco Mineo, Alessandro Aricò, Giovanni Cristaudo, Carmelo Currenti, Giovanni Greco, Carmelo Incardona, Ignazio Marinese, Raffaele Nicotra, Antonino Scilla, Marco Lucio Forzese, Orazio Ragusa, Mario Parlavecchio, Salvatore Lentini, Salvatore Giuffrida, Nino Dina, Salvatore Cascio, Toto Cordaro, Pippo Gianni, Giuseppe Lo Giudice, Orazio Ragusa, Cateno De Luca, Michele Cimino, Raffaele Lombardo, Francesco Calanducci, Paolo Colianni, Orazio D'Antoni, Antonio D'Aquino, Giovanni Di Mauro, Giuseppe Federico, Giuseppe Gennuso, Riccardo Minardo, Fortunato Romano, Giuseppe Sulsenti, Giuseppe Arena, Marcello Bartolotta, Mario Bonomo, Raimondo Sciascia, Calogero Speziale, Miguel Donegani, Riccardo Savona, Cataldo Fiorenza, Salvino Pantuso, Roberto Ammatuna (5.810,66 euro).
E ancora: Giuseppe Apprendi (480 euro), Giovanni Barbagallo (11.569,44 euro), Mario Bonomo (4.918 euro), Roberto De Benedictis (per 4.653 euro), Giacomo Di Benedetto (per 27.425 euro), Giuseppe Digiacomo (per 6.727 euro), Michele Donato Donegani (10mila euro), Cataldo Fiorenza (4.327,80 euro), Michele Galvagno (5.681 euro di cui 1.248 per iniziative insieme a Salvatore Termine), Baldassare Guacciardi (1.365 euro), Giuseppe Laccoto (3.492 euro), Giuseppe Lupo (39.337 euro), Vincenzo Marinello (3.900 euro), Bruno Marziano (12.813 euro), Bernardo Mattarella (6.224 euro), Camillo Oddo (2.500 euro), Filippo Panarello (16.026 euro), Giovanni Panepinto (2.600 euro), Francesco Rinaldi (45.300 euro).
"C'è di tutto tra quelle spese dei gruppi parlamentari che hanno usato illecitamente i fondi a loro disposizione. Molto di più di quello che immaginavamo. E siamo solo all'inizio...". E' stato il commento che si è lasciato sfuggire uno degli investigatori.

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ign, ANSA, AGI, Lasiciliaweb.it, GdS.it, Repubblica/Palermo.it]

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15 gennaio 2014
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