Terremoto nel distretto dei Monti Nebrodi
Forte scossa tra le province di Messina e Catania: tanta paura ma nesssun danno
Una scossa di terremoto di magnitudo 4.3 è stata registrata dall'Istituto di geofisica e vulcanologia (Ingv) nel distretto Monti Nebrodi, tra Messina e Catania, questa mattina alle 8.50. Dalle prime verifiche della Protezione civile "non risultano al momento danni a persone e cose". Ulteriori verifiche sono in corso anche da parte di squadre dei vigili del fuoco e delle forze dell'ordine. I comuni limitrofi all'epicentro sono quelli del messinese di Cesarò e San Teodoro e di Bronte, Maletto e Maniace (Catania), nel distretto Monti Nebrodi, a una profondità di 10,1 chilometri. Quattro minuti dopo una seconda scossa di magnitudo 2.4, profondità 9,1 chilometri. Alle 9.11 se ne è verificata una terza di magnitudo 2.5, profondità 9.8. Ne sono seguite altre due alle 9.48 e 10.01, entrambe di magnitudo 2.
Per il sindaco del comune messinese Salvatore Calì "a Cesarò, così come nel vicino comune di San Teodoro, la situazione è tranquilla e sotto controllo. Dopo attimi di panico per la paura del sisma la gente, in paese, si è riversata per strada per poi rientrare negli uffici e nelle proprie abitazioni. Al momento non risultano danni a cose e persone ma per precauzione, personale dell'ufficio tecnico del nostro comune si è attivato per constatare eventuali danni soprattutto nei palazzi di antica costruzione". Calì ha spiegato di avere messo in 'allerta' la Protezione civile comunale e chiuso la scuola e la ludoteca: "Siamo tutti pronti - ha aggiunto - in caso di nuove scosse, ma speriamo non succeda nulla". "Abbiamo contattato il nostro gruppo di Protezione civile - ha detto il sindaco di San Teodoro, Salvatore Agliozzo -. Siamo in fase di pre-allerta e siamo tutti pronti nell'eventualità che si verifichino altre forti scosse". "Ci dicono che è in corso uno sciame sismico - ha detto ancora il primo cittadino - ma noi siamo pronti e in paese sono tutti sul chi va là". A Maniace il sindaco Salvatore Pinzone ha allertato la Protezione Civile comunale dalle 11 di stamane: "Siamo tutti in allarme - ha detto - ma speriamo vada tutto bene".
I vigili del fuoco di Catania, hanno confermato che non sono arrivate segnalazioni dai distaccamenti provinciali ed anche i carabinieri dei comuni interessati dall'evento sismico hanno assicurato che, oltre ad attimi di paura per l'entità della scossa, non si sono registrate richieste d'aiuto dalla cittadinanza.
"L'area colpita dal terremoto è una zona sismica, nella quale terremoti di magnitudo compresa fra 4 e 4,5 non sono certamente una sorpresa - ha osservato il presidente dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia Stefano Gresta - A partire dal 31 dicembre il terremoto è stata preceduto da scosse percepite a livello strumentale, di magnitudo intorno a 1, ed è stato seguito da alcune repliche di magnitudo inferiore a 3". Sulla base della carta di pericolosità, ha proseguito Gresta, il terremoto è avvenuto in una zona nella quale "lo scuotimento del suolo previsto è compreso fra 0,15 e 0,175: non altissimo, quindi, ma nemmeno tra i più bassi". A spiegare la sismicità dell'area colpita dal sisma è, secondo i geologi, il fatto che l'area dei Monti Nebrodi potrebbe essere la zona di contatto tra la placca africana, che spinge verso Nord-Est, e la placca euro-asiatica.
Per il geologo Carlo Tansi, dell'Istituto di Ricerca per la Protezione Idrogeologica del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Irpi Cnr), non ci sono elementi per prevedere l'evoluzione della situazione dopo il terremoto nell'area dei Monti Nebrodi: "Non si comprende se si è giunti alla rottura finale della faglia o se il fenomeno è ancora in evoluzione". "Negli ultimi anni - ha aggiunto - si sta assistendo ad una recrudescenza della sismicità in tutta Italia, con un chiaro incremento lungo la fascia di contatto fra la placca africana e quella europea". È una zona molto estesa e dall'andamento curvilineo, ha spiegato, che si estende dalla provincia di Messina all'intera Calabria e al Pollino, percorre parte dell'Appennino fino alla zona dell'Aquila e alla Pianura Padana. In tutta quest'area la placca africana e quella euro-asiatica si avvicinano alla velocità media di 7 millimetri l'anno: "Elevatissima dal punto di vista geologico". Lungo quest'area le rocce si deformano e si rompono lungo le faglie, dando origine a terremoti anche violenti. A questi terremoti superficiali, prosegue il geologo, si sommano i terremoti molto profondi (fino a 700 chilometri), dovuti allo scivolamento della placca africana sotto quella europea.
In seguito alla scossa di terremoto che stamattina ha interessato le provincie di Messina e Catania, la sala operativa regionale della Croce Rossa Italiana ha disposto l'attivazione delle Sale Operative Provinciali di Catania e Messina per coordinare le attività sul territorio.
Nel Comune montano di Maniace, dove si è registrato un unico crollo di un edificio diroccato - rende noto la Croce Rossa Italiana - attualmente una squadra composta da 5 volontari e un'ambulanza della Croce Rossa proveniente dalla sede di Randazzo sta svolgendo su richiesta del sindaco un'attività di ricognizione sul territorio per monitorare in via preventiva eventuali necessità della popolazione anziana.
Nella provincia di Messina in caso di necessità sono pronti a intervenire i volontari della Cri delle sedi di San Salvatore di Fitalia, Capizzi, Castel di Lucio, Mistretta, Librizzi; nella provincia di Catania, i volontari della sede di Bronte.
Sisma anche nelle isole Eolie - Nella notte due scosse si erano verificate davanti all'Isola di Lipari, la più grande dell'arcipelago delle isole Eolie. I due episodi, segnalati dall'Istituto di Geofisica e Vulcanologia, si sono registrati alle 2 ed alle 2,05. Il più forte, di magnitudo 2.4, è stato rilevato a 17.5 km di profondità. Già ieri sera, alle 20,06 si era registrata una scossa di magnitudo 2.7 ma a una profondità di 218.9 km.
[Informazioni tratte da ANSA, Lasiciliaweb.it, Repubblica/Palermo.it, AGI, Ingv.it]