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Terremoto: qualcosa che la Sicilia conosce bene

E all'improvviso si pensò al Ponte e al fatto che lo Stretto è la zona a più alto rischio sismico d'Italia

07 aprile 2009

La Regione Siciliana si è subito attivata per accorrere in aiuto della popolazione abruzzese, devastata dal terribile sisma della scorsa notte. Una solidarietà che, se in Italia non tarda mai ad uscir fuori nei momenti più drammatici, in Sicilia si può dire nasca in virtù dell'esperienza tragica che ha fatto ben conoscere ai siciliani quanto bisogno di aiuto occorre quando è la natura a rivoltarsi contro. Infatti, tre dei grandi disastri sismici occorsi in Italia nell'ultimo secolo, si sono verificati proprio nell'Isola, e anzi proprio dalla Sicilia inizia la sventura sismica dell'ultimo secolo con il terremoto di Messina del 1908, terremoto che, ricordiamo, rase al suolo le città di Reggio Calabria e Messina e tutti i villaggi nell'area, e causò quasi 100.000 morti. Esattamente sessant'anni dopo fu la volta della tragedia del Belice, nella Sicilia occidentale. Questo terremoto rase al suolo diversi paesi del trapanese e provocò la morte di 370 persone e lasciò 70.000 senzatetto. L'ultimo drammatico sisma siciliano si è verificato nel 1990 nella parte sud-orientale dell'Isola. In questa occasione ci furono gravi danni ad Augusta e Carlentini (SR), 16 le vittime e molti danni nell'area del Val di Noto.

Già ieri l'assessore alla Presidenza con delega alla Protezione Civile della Sicilia, Giovanni Ilarda, ha disposto lo stato di preallerta per il sistema regionale di protezione civile siciliano in relazione all'evento sismico verificatosi nella Regione Abruzzo, e su disposizione del Dirigente Generale Salvatore Cocina, si sono subito preparati a partire i tecnici della Protezione civile regionale per avviare le procedure di rilevamento e censimento dei danni causati dal terremoto che ha colpito L'Aquila e i comuni abruzzesi. "Ho attivato - ha detto Ilarda - ogni linea di possibile contatto con il Presidente della Regione Abruzzo Gianni Chiodi per conoscere le esigenze più immediate e assicurare ogni intervento da parte della protezione civile siciliana".
La Sala Operativa di protezione civile della Sicilia ha già avviato i contatti con le organizzazioni di volontariato siciliane, ed è partito subito un monitoraggio sulla disponibilità immediata di mezzi ed uomini per predisporre le colonne mobili del volontariato che opereranno nelle diverse attività logistiche necessarie, come il montaggio di tende, l'organizzazione di posti medici avanzati (PMA) e di campi base.


Gibellina (TP) 1968

Da Salemi (paese che venne gravemente colpito nel sisma del '68) il Sindaco Vittorio Sgarbi, che domani effettuerà un sopralluogo in Abruzzo nei comuni devastati dal terremoto, ha voluto lanciare un messaggio: "Adesso non deve ripetersi quanto è successo nel Belice. Non si potranno tollerare ritardi o leggi sbagliate. Mi farò portatore dell'esperienza del Belice e di quanto è accaduto dopo il terremoto del 1968 perché nell'opera di ricostruzione non si verifichino gli errori del passato".
Sgarbi ieri ha avuto un lungo colloquio con il Presidente della Regione Siciliana Raffaele Lombardo: "Mi compiaccio della scelta del Governatore siciliano di partecipare, con uomini e mezzi, alle operazioni di soccorso alle popolazioni. Valuteremo nelle prossime ore in che modo la Sicilia e i comuni del Belice potranno fornire ulteriori aiuti".

Ed è normale che, partecipi al dramma che il centro Italia sta vivendo in queste ore, venga da pensare all'opportunità della costruzione del Ponte sullo Stretto, opera che dovrebbe nascere nel luogo che, come abbiamo detto, ha dato inizio alla sventura sismica dell'ultimo secolo.
Nei giorni scorsi Pietro Ciucci, presidente della società per il ponte sullo Stretto di Messina, ha ribadito che il Ponte sullo Stretto "è un'opera ingiustamente fermata tre anni fa. Sarebbe stato importante oggi avere i cantieri aperti, specie in termini di occupazione. Cercheremo di aprire cantieri nel più breve tempo possibile - ha detto - anticipando tutte le opere che si possono realizzare prima rispetto a quella principale, a partire dai 40 chilometri previsti di raccordi".
Ciucci ha infine fatto osservare di aver notato "un cambiamento nell'opinione pubblica rispetto alla realizzazione del ponte: si sta attenuando quella contrapposizione ideologica che non aveva senso rispetto a un'opera bella e importante di per sè".

Ma le idee cambiano e possono cambiare veramente in fretta. Ed è così che sulla scia della paura e dell'apprensione per quanto avvenuto in Abruzzo, pensare che la Sicilia è uno dei territori italiani con il più alto rischio sismico ha fatto nuovamente "alzare la voce" a chi, comunque, da sempre ha nutrito contrarietà verso il Ponte, e a chi, pur non essendo totalmete contrario alla sua costruzione, non ne ha mai visto la priorità.
"Ma che senso ha investire nel progetto del ponte sullo Stretto di Messina se non si riescono neppure a garantire i requisiti antisismici nelle abitazioni?". Nel giorno delle macerie e dei morti, la domanda di Antonio Di Pietro pone un dubbio serio. Il leader dell'Italia dei Valori si chiede "se invece di bruciare soldi in inutili opere faraoniche, non sia il caso di restituire i fondi sottratti ai Comuni affinché riescano a gestire la manutenzione, il restauro e la messa in sicurezza delle strutture pubbliche e private esistenti".
E il dubbio non è solo di Antonio Di Pietro. Grazia Francescato, di Sinistra e Libertà, parla chiaramente: "Ci aspettiamo che il governo e il Parlamento destinino subito quanto stanziato dal Cipe per il ponte sullo Stretto di Messina, opera inutile e dannosa per l'ambiente, alla lotta al dissesto idrogeologico e alla messa in sicurezza degli edifici dal rischio sismico. E' questa la vera priorità del Paese".
Ma il presidente della Regione Siciliana e leader dell'Mpa, Raffaele Lombardo, non vuole saperne: "Ogni occasione è buona per depredare il Sud anche di quello che non ha come il Ponte" accusa. E aggiunge: "Io prendo per buono l'impegno di Berlusconi a non mollare. Quanto alle risorse per i terremotati, si potrebbe rinunciare a una breve tratta dell'Alta Velocità al Nord, così adegueremmo gli orari del Nord ai ritardi delle ferrovie del Sud".
Berlusconi assicura che, anche davanti al grande dramma provocato dal terremoto abruzzese, per la costruzione del Ponte non ha nessun ripensamento. "Il Ponte sullo Stretto è un'opera prioritaria - ha ripetuto -. Perché grazie al Ponte finalmente i siciliani saranno italiani al cento per cento. E' stata interrotta dalle sinistre e noi la manderemo avanti nei tempi più veloci possibile. Non ci sono problemi sui fondi, ho avuto una riunione ieri sera".


Messina 1908

Renato Funicello, da vulcanologo qual'è, non entra nel merito delle scelte politiche e ricorda che le tecnologie per costruire il ponte in maniera elastica e antisismica esistono. Ma nello stesso tempo mette in guardia: "Lo Stretto di Messina è la zona a più alto rischio sismico d'Italia". Ed è proprio per questo che Mario Tozzi, il geologo divulgatore di Gaia, definisce "delittuoso" l'insistere nell'idea del Ponte. "A Messina - spiega - c'è ancora chi vive nelle baracche del terremoto del 1908. E lì, come del resto a Reggio Calabria, solo una casa su quattro è costruita con criteri antisismici. Se il Ponte da 6 miliardi di euro resisterà a un eventuale terremoto unirà due cimiteri".

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ing, La Siciliaweb.it, Ufficio per la Comunicazione del Comune di Salemi, Corriere.it (articolo di Virginia Piccolillo)]

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07 aprile 2009
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