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TERREMOTO

In Emilia Romagna continua la scia sismica, mentre la paura si espande in tutta Italia

01 giugno 2012

Sono più di 30 le scosse di terremoto registrate dall'Ingv, dalla notte scorsa ad ora, in Emilia. Le ultime due, entrambe nel modenese, alle 10:39 di magnitudo 3.3 e alle 11:08 di magnitudo 2.4.
Un sisma senza fine, insomma, che ieri alle 21.04, si è fatto sentire con un altra forte scossa di 4.2 ad una profondità di 8.7 km. La più forte di una giornata caratterizzata da continui movimenti della terra che ha generato nuova paura tra i 15.000 sfollati che vivono per lo più nelle tende.
Il bilancio delle vittime è salito a 17 vittime. L'altro ieri, infatti, è stato recuperato il corpo del quarto operaio, un giovane di 25 anni, che risultava disperso dopo il crollo del capannone dell'Haemotronic avvenuto a Medolla, in provincia di Modena, a causa del sisma.

A Cavezzo, racconta l'assessore della Provincia di Rimini Mario Galasso: "La paura nella gente è palpabile, circa 600 persone hanno montato le proprie tende in vari punti del paese per sfuggire al rischio dei crolli e di nuove scosse". I funzionari e i volontari riminesi, che gestiscono il campo di accoglienza di Cavezzo, stanno organizzando l'allestimento di un secondo campo. In attesa di rinforzi, al momento tra i volontari a lavoro, 12 sono addetti alla cucina da campo che prepara tra i 500 e i 600 pasti quotidiani.
Intanto, prosegue il lavoro dei tecnici per il monitoraggio e le verifiche sulla stabilità degli edifici. In particolare, il centro storico di Modena presenta un percorso a ostacoli tra transenne e tratti di strade sbarrati per il pericolo di caduta di calcinacci. Preoccupa nel frattempo il fenomeno dello sciacallaggio. Oltre a Modena anche al Centralino unificato della Protezione Civile di Reggio Emilia stanno giungendo numerose segnalazioni di persone di una non meglio precisata Protezione civile che a piedi o in auto, in certi casi scortata addirittura dalla polizia municipale, starebbero girando per la Bassa invitando ad abbandonare le case in vista di nuove scosse. "Si tratta di impostori che agiscono presumibilmente per mettere in atto azioni di sciacallaggio", spiega la Provincia di Reggio Emilia.

E grazie alla “valanga” di sms giunti al numero 45500 per gli aiuti all'Emilia in meno di due giorni sono stati già raccolti 5,4 milioni di euro. "E' un dato estremamente positivo -commenta Angelo Borrelli, vicecapo del dipartimento della Protezione civile, che sovrintende il flusso di aiuti - se consideriamo che abbiamo attivato il numero alle 19 del 29 maggio. La stessa cifra, per esempio, è stata raccolta per l'alluvione a Genova e in Liguria, ma in un mese".
Anche questo numero per l'Emilia sarà valido per trenta giorni , dunque ci si aspetta una cifra ben più consistente. "La somma - sottolinea Borrelli - verrà gestita direttamente dal presidente della regione Emilia Romagna, affiancato da un comitato di garanti come di consueto. Nessuna quota di quanto raccolto, come sempre, andrà agli operatori di telefonia, né sulle cifre grava l'Iva".


Mappa sismica della Sicilia del 2004

Ingv di Catania: "Sull'ipotesi di un terremoto al Sud, inutile allarmismo" - Una bufala oppure no? La previsione di un terremoto catastrofico che farà tremare il Sud Italia suscita polemiche tra gli addetti ai lavori. Una volta per tutte, è il direttore dell'Ingv di Catania Domenico Patanè a chiarire la situazione: "Non c'è - spiega - un previsione deterministica, cioè con luogo, data e ora esatta dell'evento. Oggi la scienza ufficiale, quella sismologica, non è in grado di farla. Dovrebbe prevedere l'evacuazione per diversi mesi di diversi milioni di abitanti". Ecco perché il direttore catanese, che di terremoti se ne intende perché alle prese con l'Etna che balla di continuo e tutte le faglie che corrono sotto la Sicilia Orientale, è scettico e parla di allarmismo. "Sono studi sperimentali relativi a previsioni di tipo probabilistico. Sicuramente è allarmismo, perché questo genera preoccupazione nelle popolazioni. Ora molta gente è preoccupata nel Meridione e, dal mio punto di vista, non è corretto".
Come comportarsi, perciò, se i terremoti non si possono prevedere? "Sicuramente ciò che bisogna fare - prosegue Patanè - è un'azione di prevenzione importante, per far sì che il nostro patrimonio edilizio fragile venga messo in sicurezza quanto più nel breve termine possibile". Patanè è chiaro: "Dopo ogni terremoto si discute di questo, ma poi non segue un'azione governativa. Penso agli edilizi strategici, dalle scuole agli ospedali, ma anche all'edilizia privata che in Italia purtroppo è in uno stato critico. Terremoti di grande energia che avvengono in California o in Giappone non producono i danni che abbiamo avuto noi in Emilia".
A parlare di un sisma di forte intensità nel meridione d'Italia è stato nei giorni scorsi il direttore dell'Enea di Bologna Alessandro Martelli. "Non conosco gli studi dell'Enea - aggiunge il direttore dell'Ingv di Catania - anche se qualcosa del genere l'aveva detta anche il prof. Giuliano Panza dell'Università di Trieste che per l'Emilia aveva fatto una previsione con una finestra temporale fra marzo e settembre 2012 che potesse verificarsi un forte terremoto, e aveva mappato le regioni interessate che andavano dal Veneto all'Emilia e l'Italia centro-occidentale. Fare una previsione di questo genere significa spostare qualche milione di abitanti".

"Quindici anni per realizzare piano sicurezza nazionale" - Per la sicurezza del territorio è necessario ''un Piano nazionale che duri il tempo che serve, quindi 15 anni, che sia sostenuto da investimenti privati agevolati e da finanziamenti pubblici''.
Lo ha detto il ministro dell'Ambiente Corrado Clini, a margine del primo 'Greening camp' italiano alla Luiss Guido Carli di Roma, sottolineando che per il paese si tratta di "una priorità". D'altra parte, ha aggiunto Clini, "l'ho sempre detto in questi mesi. Ho cominciato a parlare di un Piano nazionale a novembre, appena mi sono insediato, e contestualmente ai disastri avuti alle Cinque Terre, nella Lunigiana e in Sicilia".
Il ministro, intervenendo a Radio Anch'io aveva difeso l'aumento della benzina per gli aiuti alle zone colpite dal sisma in Emilia: "Per reperire risorse subito, necessarie per sostenere interventi per la ricostruzione, non avevamo altra strada che l'aumento dell'accise sulla benzina". "Questo intervento, che è sull'accisa della benzina, - ha detto ancora Clini - mi auguro non abbia effetti sul prezzo dei carburanti perché il prezzo sta scendendo e le compagnie devono ridurre i margini speculativi. Altre volte siamo dovuti intervenire, oggi senza un nostro richiamo, è necessario che si muovano da sole".
Il ministro dell'Ambiente ha poi evidenziato che "le mappe del rischio sismico sono già aggiornate: questo è un dato automatico. Il punto vero, guardando a quanto è avvenuto negli ultimi trent'anni per gli eventi sismici, è che noi dobbiamo assumere gli scenari peggiori: non è possibile più tarare i criteri di sicurezza per le costruzioni in base a quanto abbiamo visto sedimentato nei secoli scorsi".
Clini ha poi risposto alle polemiche sul presunto stoccaggio di gas in una delle zone colpite dal terremoto in Emilia Romagna: "Non c'è nessun pompaggio di gas. C'era un progetto a Finale per lo stoccaggio di gas in un sito che era tutto da verificare c'e'ra un via libera a uno studio preliminare. Non è stato fatto assolutamente nulla".

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ign, Italpress - Corriere del Mezzogiorno]

- Il tweet (equivocato) preso sul serio e gli allarmi (reali) non ascoltati di G. A. Stella

 

 

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01 giugno 2012
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