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THAT'S OK AMERICAN

George W. Bush sarà a Roma venerdì prossimo e nella Capitale si organizza il coprifuoco

06 giugno 2007

Il presidente degli Stati Uniti d'America George W. Bush con il suo Air Force One atterrerà a Roma venerdì 8 giugno. I lavori dei tecnici della sicurezza proseguono in maniera frenetica affinché la sua visita in Italia, che si protrarrà fino a giorno 10, sia tranquilla e senza alcun rischio.
Ad impensierire di più la visita che Geroge W. Bush vorrebbe fare alla Comunità di Sant'Egidio, a Trastevere, sabato 9 giugno, quando il corteo superblindato del presidente Usa potrebbe incrociarsi per le vie della Capitale, con il corteo di manifestanti all'insegna di un messaggio di certo non equivoco: ''No Bush. No war''. Una visita, quella al gruppo cattolico premio nobel per la Pace, che dovrebbe essere confermata, e per la quale sono allo studio le modalità perché avvenga con la massima sicurezza, in un quartiere dalla viabilità complicata come Trastevere.

''Per l'arrivo di Bush sono venuti a chiederci i documenti in casa'', dicono gli abitanti e i negozianti  trasteverini che iniziano a sentirsi assediati in casa propria. ''Sarebbe una grande beffa se dopo tutta questa confusione alla fine non venisse'', si è sfogata con i giornalisti la signora Maria, il cui appartamento si affaccia proprio su Piazza di Santa Maria in Trastevere. Lei, come tutti i condomini del civico numero 3 di via della Lungaretta, sono stanchi delle continue visite di carabinieri e polizia che da lunedì fanno avanti e indietro davanti e dentro casa loro. ''Si, perché ci sono entrati pure in casa - ha raccontato Maria - hanno preso i nomi e i cognomi di tutti, si sono fatti un giro in tutte le stanze e si sono soffermati in particolare a studiare la posizione delle finestre, quelle che danno sulla piazza''. ''Senza considerare poi - ha aggiunto il marito - quello che hanno fatto in strada: hanno smontato i tombini, controllato tutti i secchi dell'immondizia. Sembra la preparazione per una guerriglia''.

Certo, la preoccupazione c'è e qualcuno è già certo che qualcosa di non bello succederà. Insomma,  l'aria che arriva da Rostock non è delle migliori con gli scontri tra polizia e Black bloc, e negli ultimi tempi in Italia, tra continue contestazioni di tutti i generi e minacce scritte sui muri, non è che si respira un atmosfera da Giardino dell'Eden.
Dopo l'invito che Romano Prodi ha rivolto hai suoi ministri ed ai segretari di partito di non partecipare a nessuna delle manifestazioni anti-Bush, i contestatori alla politica americana sono stati chiari a palesare le loro intenzioni: ''Se ci saranno zone rosse lungo il percorso del corteo, noi le violeremo'', ha minacciato Francesco Raparelli, uno degli organizzatori del Comitato 9 Giugno che raggruppa centinaia di sigle. ''Se tenteranno di impedire il corteo, il corteo si farà lo stesso''.  Concetto chiaro ribadito da Luca Casarini, leader dei Disobbedienti del Nord Est: ''C'è grande entusiasmo e voglia di raggiungere Roma. Autorizzino il nostro corteo senza ricorrere a zone rosse, altrimenti ci sarà la rabbia dei manifestanti''. L'europarlamentare Vittorio Agnoletto si augura che ''sabato prossimo la polizia italiana si comporti diversamente da quella in azione a Rostock. Sono fiducioso per il fatto che il responsabile dell'ordine pubblico sia il prefetto di Roma Achille Serra che dimostrò profonda saggezza al Social forum di Firenze. Spero che quel tipo di approccio prevalga rispetto a quanto accadde al G8 di Genova''.
Per altro gli organizzatori della manifestazione hanno spiegato chiaramente che il popolo dei ''No War'' sfilerà perché vuole il disarmo e la pace. ''Un popolo che contesta tutto il sistema di guerra di cui l'Italia è complice'' e che non ha niente a che vedere con Black bloc che, assicurano gli organizzatori, non ci saranno: ''Le preoccupazioni rimbalzate dalla Germania sono una mossa mediatica per scoraggiare la gente a partecipare alla manifestazione''.

Dal Ministero dell'Interno, il messaggio diffuso è stato proprio l'opposto di Genova, tant'è che gli esperti del Viminale hanno già dichiarato: ''Quello non è il modello che seguiremo''. Nei giorni scorsi chi sta lavorando gomito a gomito con Giuliano Amato confermava le puntuali indicazioni del ministro: ''La gestione della piazza dovrà essere molto soft. La presenza degli agenti la meno invasiva possibile. Meno polizia si vede e meglio è. Le zone rosse dovranno essere solo un ricordo''. Ma, ovviamente, a nessun manifestante sarà consentito di giungere sotto l'ambasciata Usa o nei dintorni di villa Taverna.

Beh, si starà a vedere. Stamane il prefetto Achille Serra ha convocato il Comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica per limare le ultime sbavature. Gli aerei intercettatori sono già sulla pista di Fiumicino. Su un piazzale defilato, gli elicotteri dell'Aeronautica militare attendono ordini. Lo spazio aereo sopra Roma sarà interdetto ai velivoli non autorizzati, e ci sono pronti anche gli aerei Smi (Slow movers interceptors), capaci di intercettare ultraleggeri e altri velivoli che viaggiano a bassa velocità e che possono nascondersi ai radar. Gli aerei su cui viaggeranno il presidente, la moglie Laura, lo staff e la scorta resteranno parcheggiati fino a domenica mattina in un'area riservata del'aeoporto Leonardo Da Vinci, che sarà controllato da centinaia di agenti e da elicotteri, così come l'intera zona dell'aeroporto di Fiumicino, le strade di accesso limitrofe e l'itinerario del corteo presidenziale, che verranno vigilate in ogni angolo da un ingente dispositivo di sicurezza e di filtro. Lungo tutto il percorso saranno schierati alcune centinaia gli uomini delle forze dell'ordine, oltre a specialisti della sicurezza Usa.

Insomma, per l'arrivo del presidente americano è pronta un'accoglienza all'americana, al meno per quel che riguarda l'impiego di forze. Per il resto, a parte qualche esaltato filo-usa particolarmente entusiasta, pensiamo che il popolo capitolino risponderà come il suo solito: con una positiva accoglienza e l'immancabile indolenza.

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06 giugno 2007
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