The Burning Plain - Il confine della solitudine
Ottimo debutto alla regia dello sceneggiatore dei film di Alejandro Gonzalez Iñárritu
Noi vi segnaliamo...
THE BURNING PLAIN
di Guillermo Arriaga
E' un dramma che lega la vita di diversi personaggi. Sylvia ha avuto un'infanzia piuttosto difficile ma, divenuta adulta, cercherà di recuperare il rapporto con sua madre. Gina e Nick sono alle prese con un'intricata storia clandestina. Maria è una ragazza che aiuta i genitori a ritrovarsi. Mariana è una sedicenne alle prese con la vita travagliata dei suoi genitori...
Anno 2007
Nazione USA
Produzione 2929 Productions, Parkes/MacDonald Productions
Distribuzione Medusa
Durata 147'
Regia e Sceneggiatura Guillermo Arriaga
Con Charlize Theron, Kim Basinger, Jennifer Lawrence, José María, Joaquim de Almeida, Tessa Ia, Diego J. Torres, Danny Pino, Sean McGrath
Genere Drammatico
La critica
"Passione, dolore, morte, rimorso, le vicende intrecciate di personaggi legati da un evento tragico. E la narrazione scomposta in piani temporali diversi che si alternano in un via-vai incessante di flashback. Per il debutto nella regia, il premiatissimo scrittore e sceneggiatore messicano Guillermo Arriaga ('Amores Perros', '21 grammi', 'Babel') non ha rinunciato alle costanti della sua ispirazione, a quel marchio di fabbrica che l'ha reso famoso nel mondo intero. Così 'The Burning Plain', il suo primo film, molto applaudito e dominato dalle divine Charlize Theron e Kim Basinger accanto alle quali non sfigura la giovanissima Jennifer Lawrence, è un dramma tosto e fosco che si snoda attraverso un omicidio inconfessabile, tradimenti coniugali, figlie abbandonate, incidenti, sensi di colpa, ricongiungimenti".
Gloria Satta, 'Il Messaggero'
"C'era molta attesa per questo 'The Burning Plain' perché è la prima prova di regia di Guillermo Arriaga, il venerato sceneggiatore di origini messicane di film come 'Amores Perros', 'Babel', 'Le tre sepolture'. Non gli è venuto molto bene, chissà come, eppure c'era tutto per farcela: un intreccio di vite femminili in tre età diverse, adolescenza, giovinezza, maturità, squassate dall'amore, dal senso di colpa, dall'abbandono, dalla morte; una moglie fisicamente respinta dal marito perché operata al seno, sui cui invece l'amante innamorato piange di devozione, un accenno ai Capuleti e ai Montecchi ai confini col Messico".
Natalia Aspesi, 'la Repubblica'
"L'ex pugile nonché, a questo punto, ex sceneggiatore e neo-regista Guillermo Arriaga non brilla per leggerezza né tantomeno per ottimismo. E' vero che la vita di ciascuno di noi pullula di disgrazie, ma non per questo ce le dobbiamo raccontare tutte ogni volta. Il suo esordio alla regia torna sulla multi-trama alla 'Babel'. (...) Un po' 'Ponti di Madison County', un po' affresco alla Marquez, Arriaga più che debuttare sprofonda nei suoi vecchi vizi, rispolverando un soggetto che sconta i 15 anni nel cassetto e l'auto-remake. Così che, invece di proporci qualcosa di inedito, il cineasta messicano finisce per propinarci una minestra riscaldata. A cui poco aggiunge la poetica dei quattro elementi (aria, acqua fuoco, terra) di cui sembrano fatti i paesaggi e le trame umane che li abitano. Appassionato invece lo sforzo di aderire ai difficili personaggi delle attrici. Charlize Theron si sceglie un ruolo difficile e sgraziato a cui comunica un po' troppa fissità, mentre Kim Basinger regala ai suoi splendidi cinquant'anni uno dei suoi ruoli migliori. Girato tra l'Oregon e i deserti del Messico, questa 'Pianura bruciante' piacerà al grande pubblico, ma molto meno alla critica pignola come la nostra".
Roberta Ronconi, 'Liberazione'
"In qualche modo era un filo rosso già presente nelle sceneggiature scritte per González Iñárritu e qui diventa l'ossatura di un film che ha al suo attivo una prova convincente di tutto il cast, dove due star di Hollywood accettano di apparire meno splendenti di quanto la natura permetterebbe loro. Il punto debole di questa prima regia resta invece il meccanismo degli incastri spazio-temporali, che finisce per sovrastare tutto: serve per tener desta l'attenzione dello spettatore fino alla, anzi alle rivelazioni finali, ma lascia il sapore di qualche cosa di gratuito, di una 'furbizia' da sceneggiatore che finisce per mascherare una regia niente più che corretta e scolastica. Ma è un'opera prima, e se son rose...".
Paolo Mereghetti, 'Corriere della Sera'
"Raccontato in modo lineare, 'The Burning Plain' è un melodrammone a cavallo del Rio Grande che non sarebbe dispiaciuto a Faulkner o a Peckinpah. Come sempre nei copioni di Arriaga, la curiosità sta tutta nel seguire i balzi della messinscena e nello scoprire strada facendo i legami tra i personaggi. A differenza che in 'Babel', qui si capisce tutto dopo un quarto d'ora. (...) Il primo film di Arriaga sembra un film di Iñárritu, il che potrebbe suonare come un insulto a entrambi, ma è solo una constatazione. Lo stile è quello barocco e affascinante, anche se non particolarmente originale come Arriaga stesso ammette: 'Mai sentito parlare del Kurosawa di 'Rashomon', o di un certo Godard?'. Aggiungeremmo il Kubrick di 'Rapina a mano armata' e, volendo, il Griffith di 'Intolerance': difficile inventarsi qualcosa di nuovo, giusto invece recuperare vecchie storie cercando un modo diverso di raccontarle".
Alberto Crespi, 'L'Unità'
"Quello di Arriaga è un esordio assai convincente. Sorprendente, anche se ci si aspettava qualcosa di simile. A tratti sembra infatti di vedere un film di Iñárritu, seppure con meno pirotecnica e funambolismo e maggiore coinvolgimento nello sguardo della macchina. In attesa della controprova, cioè di un film di Iñárritu dopo il divorzio con Arriaga, sembra evidente che il successo del film avesse nel meccanismo sincronico e retrogrado della trama. Qui, pur avendo qualche calo di tensione narrativa, ma non emotiva, si risolve alla fine con una chiarezza notevole, e con un finale di grande compostezza. La profondità del film è già in superficie, giostrata con leggerezza e sapienza. Le immagini del paesaggio sono 'graffiate'. Il cielo dai voli in formazione degli uccelli, il campo di sorgo, cereale color ambra, dall'aereo che lascia sotto di sé la scia grassa dei diserbanti".
Luca Mastrantonio, 'Il Riformista'
Debutto alla regia dello sceneggiatore dei film di Iñárritu - Charlize Theron figura anche tra i produttori esecutivi - Premio Marcello Mastroianni come miglior emergente a Jennifer Lawrence alla 65ma Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia (2008).
In collaborazione con Filmtrailer.com