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Pubblicata la verità dell'autopsia su Terri Schiavo: ''Il suo cervello si era spento. Non poteva tornare cosciente''

16 giugno 2005

C'è stato un tempo in cui l'intima tragedia di una persona divenne la tragedia di tutti. C'è stato un tempo in cui la tragedia di una donna americana di nome Terri Schiavo, in coma da 15 anni e che fu lasciata morire dopo un dibattito legale durato anni, attraverso la televisione entrò nelle case di migliaia di famiglie, e mise a dura prova le coscienze della gente.
Tutti, nessuno escluso, volente o nolente, si ritrovò a ragionare su cosa sia la vita, su cosa sia il libero arbitrio, in un breve lasso di tempo tutti furono costretti a diventare ''filosofi'' e a dissertare su importantissime questioni morali.
La prova era dura, ma ad imporla era la televisione e nessuno poteva quindi esimersi.

Poi arrivò il tempo in cui il dramma composito, vissuto/non vissuto da Terri Schiavo, arrivato alla conclusione fu spazzato via dalle televisioni dalla morte di Papa Giovanni Paolo II.
La tragedia della morte di Terri Schiavo fu oscurata dalla morte del Santo Padre.
Una morte ne aveva obnubilata un'altra. Per la gente, un dolore era stato sostituito da un altro. Per la televisione una notizia di grande interesse era stata spodestata da un'altra di attrattiva maggiore.

Dopo l'oblio e dopo che noi italiani siamo da poco usciti (si fa per dire) dall'ennesima prova di decisione ''filosofica'' - quella a cui ci ha sottoposto il referendum sulla procreazione assistita -, oggi la storia di Terri Schindler Schiavo ritorna, e ritorna per concludersi completamente.
E' arrivata, infatti, la parola ''fine'' sul dibattito che, uscito dalle nostre case per il subentro di altre notizie, era continuato sulle reali condizioni di salute della donna.
Come i quaranta giudici che avevano esaminato il suo caso avevano già concluso, così la prova finale dell'autopsia finalmente pubblica ha detto che Terri era in morte cerebrale, che il suo cervello aveva subito devastazioni "massicce e irreversibili", e che il suo stato vegetativo persistente ''non era reversibile'': la donna era cieca, inesistente il contatto con l'esterno e il suo cervello pesava la metà del normale.

Il caso di Terri, che fu lasciata, su richiesta del marito e per ordine della magistratura, senza alimentazione né idratazione, fino al decesso avvenuto il 31 marzo scorso, si è dunque chiuso.
Le coscienze di tutti si possono mettere a riposo
L'autopsia, condotta dal medical examiner con la consulenza di specialisti e l'ausilio di 270 immagini, campioni e vetrini prelevati dal corpo della donna, ha cercato anche di fare luce sulle cause del malore che, nel 1990, causò il collasso della Schiavo. La donna - è stato accertato - non subì traumi prima di sentirsi male. I risultati esposti dal dottor Jon Thogmartin contrastano con quanto sostenuto dai genitori di Terri, secondo i quali la figlia poteva riprendersi ed era in grado di rispondere alle loro sollecitazioni; e contrastano con tutte le illazioni sulle cause del malore. C'era chi aveva parlato di percosse da parte del marito e addirittura di un tentativo di strangolamento.

Terri è stata lasciata morire, ma la sua non era più vita. Per la scienza nessuno ha assassinato Terri, ma tale verità non potrà, né ora né mai, quietare il cuore dei suoi genitori e di tutti quei ''paladini della vita'', fedeli sinceri e speculatori da talk show, che nei giorni cruciali si ritrovarono davanti l'ospedale di Pinella County per contestare la decisione dei giudici.

Come ha scritto oggi Vittorio Zucconi su Repubblica: ''[...] Terri Schindler, sposata Schiavo, sarebbe scivolata verso la propria fine biologica, come scivolano nel silenzio dei media e dei crociati contro la morte migliaia di altre Terri che ogni giorno, in ogni ospedale del mondo, vengono lasciate per pietà, per mancanza di fondi, per scelte sussurrate o implicite di parenti e sanitari, se la donna non fosse divenuta un perfetto emblema per condurre, sinceramente o cinicamente, la "guerra dei valori" che il revival ideologico-religioso in atto in Occidente sta cavalcando''.


- Una nuova Ars Moriendi? (Guidasicilia.it)

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16 giugno 2005
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