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The Godfather's wife

Arrestata dalla polizia londinese la moglie del boss di Gela Antonino Rinzivillo, figlioccio di 'Piddu' Madonia

19 gennaio 2007

E' stata una delle operazioni antimafia più eclatanti del 2006 quella che ha portato in carcere, l'11 dicembre scorso, ben 88 persone tutte appartenenti al clan gelese dei Rinzivillo (guidato da Antonio Rinzivillo e dai suoi due fratelli, da sempre alleati di Giuseppe 'Piddu' Madonia). Gli indagati, in gran parte di Gela, sono stati accusati di avere riciclato grosse somme di denaro per conto del clan mafioso, proveniente dai traffici di droga, e di avere acquisito illegalmente appalti e subappalti in molte città italiane e di aver imposto anche il pagamento del pizzo a imprenditori e commercianti.
Un'operazione che, infatti, ha avuto riverbero, oltre che a Gela, anche a Roma - per l'accusa la base operativa dei traffici illeciti dei boss mafiosi di Gela (CL) -, e poi ancora in provincia di Varese e in quelle di Brescia, Como, Padova, Savona, Pavia, Messina, Catania e Trapani.
Dall'inchiesta denominata ''Tagli pregiati'' è venuto fuori che la ''Cosa Nostra'' gelese aveva spostato da anni il baricentro dei propri affari al Centro e al Nord Italia per gestire i traffici illeciti, dai subappalti, al controllo di manodopera da impiegare nelle imprese edili, per continuare con la vendita all'ingrosso di carne e di frutta e verdura.
Uno scenario incredibile venuto fuori dall'imponente operazione antimafia condotta da Carabinieri, Polizia e Finanza, e che ha portato, inoltre, alla scoperta di un carabiniere ''infedele'' che aveva offerto alla cosca Rinzivillo il floppy disk con il lavoro investigativo raccolto dai suoi colleghi del Nucleo Operativo della Compagnia di Gela, andato avanti per due anni con intercettazioni e appostamenti, dietro una richiesta di 25 mila euro (leggi).

E ieri la polizia di Scotland Yard ha arrestato Ann Hathaway, moglie del boss Antonio Rinzivillo, a Middleton, presso Manchester, in Inghilterra, in esecuzione di un mandato di cattura europeo emesso dalla magistratura italiana proprio l'11 dicembre scorso. L'accusa nei confronti della cittadina britannica è quella di associazione a delinquere di stampo mafioso. Ad annunciarlo è stata la polizia londinese.
Secondo l'ordine firmato dal gip di Gela Giovanbattista Tona, Ann Hathaway, 44 anni, è sospettata di aver fatto da messaggero al marito in carcere, sottoposto al 41 bis, ma che aveva ancora in controllo delle attività della cosca.
L'ordine di arresto europeo è stato spiccato nell'ambito della maxioperazione delle forze dell'ordine nella quale è stato arrestato lo stesso Rinzivillo (che sta già scontando in prigione 30 anni per omicidio e traffico di droga).
La donna, che prima di sposare Rinzivillo era venuta in Italia per seguire una carriera da ballerina, avrebbe lasciato la sua casa di Roma nei giorni precedenti al Natale, per raggiungere la sua famiglia a Middleton insieme alle due figlie, hanno detto fonti della polizia britannica.

Il boss Antonio Rinzivillo, 50 anni, ha appreso dalla televisione la notizia dell'arresto della moglie, nella sua cella del carcere di Tolmezzo, in provincia di Udine, dove si trova detenuto in regime di 41 bis. Il mafioso gelese sta scontando una condanna per l'omicidio dell'avvocato Antonio Mirabella di Milano. Nella scala gerarchica di ''Cosa Nostra'', in provincia di Caltanissetta, Rinzivillo, secondo i carabinieri, sarebbe il ''figlioccio'' di 'Piddu' Madonia, a capo delle famiglie mafiose gelesi. Rinzivillo incontrò Ann Hathaway, a Roma, circa 20 anni fa. E fu ''amore a prima vista'', un colpo di fulmine, da cui nacque una ''storia'' travolgente.
Dalla loro unione sono nate due figlie: una ha 18 anni l'altra 4. Ann proviene da una famiglia medio-borghese che abita nei pressi di Manchester. Ha rinunciato alla sua vita da ballerina per stare con il proprio uomo, consapevole della sua attività illecita, del suo ruolo e dei rischi che correva.

Parla non l'italiano ma il dialetto gelese, con inflessione tipicamente inglese, come dimostrerebbero le intercettazioni in mano agli investigatori. Dai colloqui registrati emerge che la donna ha vissuto con i proventi dei traffici criminali del marito. ''E quando i soldi non arrivavano - dicono gli inquirenti - protestava, facendo valere le sue pretese''.
I carabinieri ritengono che la Hathaway abbia svolto un ruolo strategico nell'organizzazione, impartendo gli ordini che il marito le trasmetteva dal carcere. Per tutti questi motivi è stata incriminata per associazione mafiosa. [La Sicilia]

- La notizia sul sito della BBC

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19 gennaio 2007
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