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The V-Day After

E dalle piazze italiane si udì un ''Vaffa...'' contro i politici grande quanto tutto il Paese

10 settembre 2007

Con Beppe Grillo non si scherza, e siamo sicuri che lui vorrebbe che si dicesse: ''Gli Italiani non vogliono più essere presi per il culo''.
In un tripudio di sdoganamenti comportamentali e linguistici, tra trionfali ''vaffanculo'' e dita medie alzate, sabato scorso il popolo del V-Day si è fatto sentire e come! Guidati da un giullare, nobile figura altamente rappresentativa dell'Italia (abbiamo un Santo patrone dell'intera nazione - Francesco il Giullare di Dio -, e un premio nobel per la Letteratura - Dario Fo), migliaia di persone hanno riempito fisicamente le piazze italiane richiamate non dalla televisione, oppio dei popoli, ma dal tam-tam virtuale creatosi nel Web, e fortemente hanno urlato a squarciagola tutta la propria insofferenza nei confronti di una politica che non è mai sostanzialmente cambiata e che si ritrova lontana dai cittadini milioni anni luce.
La magica V tirata fuori dal cilindro da Grillo il 26 giugno davanti al Parlamento europeo, è riuscita a raccogliere circa 300 mila firme di cittadini che chiedono una legge che faccia uscire dal Parlamento i deputati condannati in via definitiva e, più in generale, che impedisca l'ingresso in Parlamento a chi è stato condannato e a chi è in attesa della Cassazione.
La V di 'Vaffanculo'', diventata sabato V di ''Vittoria'', è riuscita a far ricordare che la politica è, e deve rimanere, al servizio della popolazione in virtù di quella tanto decantata Democrazia che a forza di nominarla, in troppi, manco sanno più cosa effettivamente significhi.

E le persone del V-Day sono scese in piazza vestite solo di Democrazia. A Bologna, centro della manifestazione, piazza Maggiore era gremita da persone prive di colori politici, né una bandiera né un vessillo, solo striscioni parlanti. ''E' questa la nostra vittoria, il nostro successo: siamo solo teste, senza bandiere'', ha gridato Beppe Grillo dal palco.
E senza bandiere politiche erano tutti gli italiani collegati virtualmente con Bologna dalle altre 179 piazze e da almeno 30 città straniere tra cui Barcellona, Chicago, Madrid, New York, San Francisco, dove la raccolta di firme è stata come quella di una ''annata straordinaria''.

Dal palcoscenico di Bologna Beppe Grillo ha sottolineato l'importanza del fare politica, da parte di tutti  [''Dobbiamo portare la politica verso i cittadini, la politica dobbiamo farla noi tutti i giorni''], e si è scagliato contro gli ''Uomini del Palazzo'' volontariamente incapaci di far qualcosa per la Nazione. Ha definito Romano Prodi ''valium'' [''Ho portato a Prodi il contributo di migliaia di persone che dicono cosa si aspettano da queste primarie. E lui mi ha sorriso chiudendo gli occhi...'']; al ministro dell'Interno Giuliano Amato ha chiesto: ''Dov'eri quando sono usciti dal carcere per l'indulto 26.210 pregiudicati? Dov'eri quando facevi il cassiere del partito socialista e parlavi di legalità, quando eri presidente dell'antitrust e intanto ci sfuggivano di mano il caso Parmalat e i bond argentini?''. Non è stato risparmiato nemmeno il ministro della Giustizia Clemente Mastella: ''Ogni mattina legge il mio blog e mi scrive una risposta. Vi rendete conto: il ministro di giustizia che dialoga con un comico. Ma ce lo vedi Brown in Inghilterra che parla con Mister Bean tutti i giorni?''. E ancora una frecciata anche al ministro per l'attuazione del programma Giulio Santagata: ''Ma che ministero è? Non basta una segretaria?''.
Unici politici che si sono salvati i ministri Antonio Di Pietro (che ha già presentato una legge simile a quella che chiede il popolo di Grillo) e Alfonso Pecoraro Scanio che ha messo a disposizione Ecotv per la diretta da piazza Maggiore, l'unico canale televisivo che si è occupato dell'evento, lasciato nella quasi totale indifferenza dagli altri mezzi di comunicazione.

E a chi, per caso, fosse passata per la testa l'idea che Beppe Grillo voglia ''scendere in campo'' e diventare politico, la risposta è stata data da Grillo stesso: ''Io non voglio fare un partito, io li voglio distruggere i partiti, perché sono il cancro della democrazia. Siamo noi che dobbiamo riappropriarci della politica!''.

LA REAZIONE DELLA POLITICA - Antonio Di Pietro: ''Oggi mi sono tolto la giacchetta da ministro e ho messo quella da cittadino - ha scritto il ministro delle Infrastrutture Antonio Di Pietro sul proprio blog - perché sento il bisogno di appoggiare un'iniziativa che è un disegno di legge di iniziativa popolare, affinché il Parlamento venga scosso da un'ondata di democrazia diretta e capisca che non può continuare a fare lo gnorri''.
Alfonso Pecoraro Scanio: ''Le istituzioni non possono rimanere indifferenti di fronte a quanto è accaduto: come Verdi ci impegneremo per attivare una procedura d'urgenza per l'iter parlamentare delle proposte di legge promosse da Beppe Grillo ed anche per quella sull'acqua come bene pubblico, promossa da Alex Zanotelli''.
Gianfranco Fini: ''... Del governo Berlusconi si può dire tutto ma era percepito come un esecutivo innovatore. Per Prodi è all'opposto, il suo governo è la restaurazione di un sistema e Grillo trova terreno fertile nell'immagine che Prodi ha dato [...] Bisogna avere anche l'onesta intellettuale di dire che Grillo le spara grosse perché escludere dalla vita politica chi ha già due legislatura non ha senso. Con una legge del genere personaggi come Togliatti, Moro o Almirante non sarebbero mai stati protagonisti della vita politica nazionale''.
Umberto Bossi: ''Un'esagerazione''. Così il leader del Carroccio ha commentato il V-Day. Secondo il senatùr, il cui nome è stato scandito sul palco dal comico genovese come uno dei 25 deputati condannati che dovrebbero lasciare il posto in Parlamento, il fatto di essere stato condannato non vuol dire nulla. In fondo il suo era un reato (vilipendio alla bandiera) ''non troppo grave e non troppo vicino al cuore della gente''. Attenzione, ha avvisato Bossi, ''se esageriamo viene avanti l'antipolitica''.
Bobo Craxi: ''E' un grave pericolo prendere sul serio Grillo [...] Un tizio che si augura la morte di un altro essere umano è già arrivato aldilà del bene e del male: faccia il politico, allora. Si candidi e, se se la sente, contribuisca a risolvere i problemi del Paese: il resto è uno squallido qualunquismo, per fortuna non più pagato tramite il canone della Rai''.
Pierluigi Bersani: ''Se c'è la febbre non cominciamo a dar la colpa al termometro. Per quanto si possa dire delle espressioni e delle posizioni di Beppe Grillo, e io ne avrei di cose da dire su queste cose occorre però riflettere seriamente''.
Fabio Mussi: ''D'accordo sull'ineleggibilità dei parlamentari condannati, ma dipende dai reati''. Ha detto questo il ministro dell'Università e ricerca. ''Io sono stato condannato per occupazione di binari perché ho partecipato a una manifestazione di operai che venivano licenziati, e si sarebbero persi 500 posti di lavoro; alla fine però si è fatto un buon accordo''.
Rosi Bindi: ''Se manifestazioni come il V-Day e l'aria di protesta anche organizzata che c'è in questo momento dovessero rappresentante l'anticamera dell'antipolitica, questo metterebbe a rischio il futuro della stessa democrazia [...] Senza politica non c'è democrazia e noi vogliamo invece rilanciare il ruolo e la dignità della politica''.
Giulio Tremonti: Un'inaspettata difesa del comico è arrivata da Giulio Tremonti. ''Mi è più simpatico Beppe Grillo di questi che ci fanno lezione solo per finire sul giornale. Da queste parti ci sono tanti Beppe Grillo ben vestiti che fanno lezione. Io non condivido né l'uno né l'altro, ma mi è più simpatico Beppe Grillo''.

L'INDIGNAZIONE DI CASINI - Il leader dell'Udc, Pierferdinando Casini, in un comunicato ha affermato che il V-Day ''è stata la più grande delle mistificazioni. Una manifestazione di cui dovremmo vergognarci''. Per Casini, in realtà, il motivo della vergogna non è tanto il rischio del populismo e di una deriva qualunquista quanto un fatto accaduto a Bologna che ha ancora contorni poco chiari e che riguarderebbe il giuslavorista ucciso dalle Br Marco Biagi. ''E' stato attaccato Biagi che invece andrebbe santificato'' ha detto Casini. L'assenza di dirette tv e radiofoniche (ad esclusione di Ecotv e Radio Radicale), ha fatto sì che in realtà non è ben chiaro in che modo e quando sia stato evocato Biagi. E' certo che l'assessore Libero Mancuso, ex giudice ed ex presidente della Corte d'Assise che ha condannato gli assassini di Biagi, a un certo punto del pomeriggio ha lasciato la piazza Maggiore per colpa di una frase ingiuriosa contro Biagi. Grillo, dal palco, ha invocato l'abolizione delle leggi Treu e Biagi. ''La frase è comparsa in un video'' ha spiegato Mancuso. Maggiore chiarezza si ha avuta quando sul blog di Grillo i simpatizzanti del V-day hanno messo a disposizione i video della giornata. E' accertato che Grillo dal palco, a voce, ha fatto solo un riferimento alla legge Biagi e alle nuove forme di precariato. Lo sdegno di Mancuso nascerebbe invece da un video che è stato trasmesso sui maxi schermo della piazza nell'attesa tra un intervento e l'altro. Il video, curato da Grillo, s'intitola: ''Il precario nell'Italia delle meraviglie'', è accompagnato da una struggente colonna sonora e animato con due piccole scimmiette. Più che di un filmato si tratta di una video-story che racconta come ''la legge Biagi ha introdotto in Italia il precariato, moderna peste bubbonica che colpisce i lavoratori soprattutto in giovane età (...) Tutto è diventato progetto per poter applicare la legge Biagi e creare i nuovi schiavi moderni (...). Questo libro è la storia collettiva di una generazione senza niente, neppure la dignità, neppure la speranza, che sta pagando tutti i debiti delle generazioni precedenti, tutti gli errori, tutte le mafie, tutti gli scandali (...)''.

- ''La piazza di Grillo tra politica e populismo'' di Michele Serra

- ''Temo si faccia male'' intervista a Pippo Baudo (Corriere.it)

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10 settembre 2007
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