The Wrestler
Grande ritorno di Mickey Rourke in un film nel quale ha magistralmente recitato la sua vita
Noi vi segnaliamo...
THE WRESTLER
di Darren Aronofsky
L'ex lottatore di wrestling Randy Robinson, detto "l'Ariete", vent'anni dopo la sua gloriosa carriera sul ring, sbarca il lunario esibendosi nelle palestre e nei centri ricreativi sociali del New Jersey e degli stati confinanti. Quando però nel bel mezzo di un incontro viene colto da un attacco di cuore, il medico lo esorta a smettere. Costretto al ritiro forzato, Randy inizia a riflettere sulla propria vita e sugli errori commessi. Ma la passione per il wrestling lo porta nuovamente a combattere rischiando la vita, contro un vecchio avversario...
Anno 2008
Nazione USA
Produzione Darren Aronofsky, Scott Franklin, Eric Watson e Mark Heyman per Protozoa Pictures, Saturn Films
Distribuzione Lucky Red (2009)
Durata 105'
Regia Darren Aronofsky
Sceneggiatura Robert D. Siegel
Con Mickey Rourke, Marisa Tomei, Evan Rachel, Judah Friedlander, Giovanni Roselli
La canzone "The Wrestler" è di Bruce Springsteen
Genere Drammatico
In collaborazione con Filmtrailer.com
La critica
"Il regista Darren Aronofsky col suo 'The Wrestler' inietta finalmente adrenalina pura nel pubblico della Mostra che va in visibilio e porta in trionfo un attore che le prende e le dà, da sempre, nella vita e nel cinema come il suo Randy Robinson. Mickey Rourke si mostra gigante, uno Zampanò coraggioso, umiliato e offeso mascherato da re del wrestling che prende a calci e pugni se stesso e il destino. Rourke tra perdizione e resurrezione ha il coraggio di mettere in gioco tutto; pochi ex divi hollywoodiani l'hanno fatto, perché Randy è Mickey, quando al culmine della carriera agli inizi '90 tra 'Rusty il selvaggio', 'Nove settimane e ½' e 'Angel Hearth' inizia a perdersi e a perdere tutto. Soldi, notorietà e faccia. Quella che deciderà di giocarsi sul ring, pugile professionista a 39 anni conosciuto come El Marielito. Per tre anni, solo combattimenti. Oggi Rourke con questa prova d'attore straordinaria ha tutte le carte in regola per regalare altre sculture cinematografiche".
Leonardo Jattarelli, 'Il Messaggero'
"Tutto procede come da copione, con punte di una convenzionalità esasperata - eppure gradevole - quando il bestione, con i lunghi capelli ossigenati racchiusi in una cuffietta e le manone tuffate tra insalate e formaggi, si mette a fare per sopravvivere il commesso al bancone della rosticceria. Nessuno crede che resisterà al richiamo della folla adorante e, infatti, 'The Wrestler' non si fa mancare nulla e punta dritto alla scelta funesta di Randy d'inscenare la pamtomima della rivincita con il collega panzone travestito da arabo e soprannominato l'Ayatollah. Musica tonitruante, inquadrature ad altezza di botta in testa, dialoghi strappalacrime, un po' di sesso alla cocaina, odori di spogliatoio tra olio e disinfettante: nel corso di una visione prevedibile, s'affermano il piacere proibito di una risata e il doveroso slancio d'ammirazione per il vecchio, simpaticissimo Mickey".
Valerio Caprara, 'Il Mattino'
"Come Lottatore di mezz'età Rourke offre una delle migliori prove di una carriera altalenante. Circa vent'anni fa s'era dato al pugilato, salendo otto volte sul ring e scendendone imbattuto come atleta, ma sfigurato e soprattutto dimenticato come divo. Il suo film 'Homeboy' ne era stato una prefigurazione. Diceva Drieu: 'I falliti, che uomini meravigliosi!'. Più meravigliosi gli ex falliti, che possono vantarsi: 'Solo chi cade può risorgere'. E' con quest'aura che Rourke ('L'anno del dragone', '9 settimane e ½', 'Angel Heart...') è stato accolto".
Maurizio Cabona, 'Il Giornale'
"E' la classica storia dell'ex campione che tira avanti in match di contorno meditando il grande ritorno; nel frattempo si lecca le ferite, tenta di riconciliarsi con la figlia, intrattiene un'altalenante relazione con una spogliarellista (Marisa Tomei, bravissima) anch'essa piena, nel cuore, di cicatrici. Un film 'già visto' (Aronofsky cita con deferenza 'Fat City' di Huston, ma i precedenti sarebbero millanta) basato sull'identificazione personaggio/attore".
Alberto Crespi, 'L'Unità'
"Aronofsky passa dal dramma cabalistico 'P greco', che lo lanciò nel 1998 al Sundance, allo psichedelico new age di 'The Fountain' e adesso ci lascia come ricordo del Lido 2008 quest'amaro tributo d'amore ai 'loosers'".
Mariuccia Ciotta, 'Il manifesto'
"Con una grande e lunga chioma fintobionda, con le alterazioni della faccia procuratosi nei tre anni un cui ha fatto il pugile professionista, con il soprannome di Marielito, Rourke nella parte del relitto umano è bravo e commovente. L'ultimo film della 65° Mostra, nulla di speciale, è interessante nella sua minuziosa descrizione dell'ambiente del wrestling: i trucchi, gli accordi tra lottatori avversari, l'uso della pistola sparachiodi, il modo per cominciare falsamente a sanguinare ed eccitare il pubblico, i costumi che danno splendore e mettono paura".
Lietta Tornabuoni, 'La Stampa'
"Aronofsky prende un tema classico del cinema americano (la triste deriva degli sconfitti, qui un lottatore di wrestling sulla cinquantina) per declinarlo con abilità e un giusto mix di emozioni. E nei panni del protagonista condannato a tornare sul ring dalla propria incapacità di adattarsi alla vita quotidiana, Mickey Rourke offre una prova da grande attore, convincente e commovente".
Paolo Mereghetti, 'Corriere della Sera'
"Partenza originale nel mondo rozzo, leale e affettuoso dei lottatori di wrestling. Ma si scivola nella convenzione quando il vecchio campione, buffonesco e acciaccato come Buffalo Bill al tramonto, dopo un infarto tenta la redenzione sentimentale di una vita di bagordi. Bel finale. La prova di Rourke dice: premiatemi".
Paolo D'Agostini, 'la Repubblica'
"Un eroe alla Soriano, un'icona di sport e sentimento che si fa metafora di una società, egoista e crudele con chi è troppo sensibile o è debole. E' la cronaca di una vita straordinariamente precaria, di una star decaduta e decadente, fuori e dentro il film, di un mondo che non ha più eroi. Ed è, infine, un bellissimo e disincantato sguardo sugli anni 80 e dintorni, sottolineato da una delle più belle colonne sonore degli ultimi anni, con tanto di singolo inedito (e scritto per il film) di Bruce Springsteen".
Boris Sollazzo, 'Il Sole 24 ore'
Note - Leone d'Oro alla 65ma Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia (2008) - Golden Globe 2009 per Miglior attore protagonista di film drammatico (Mickey Rourke) e canzone originale (Bruce Springsteen). Marisa Tomei era stata candidata come Miglior attrice non protagonista - Candidato all'Oscar 2009 per: Miglior attore protagonista (Mickey Rourke) e attrice non protagonista (Marisa Tomei).