Tideland - Il mondo capovolto
Terry Gilliam ritorna a raccontare una favola, sta volta una sorta di Alice oscura, divertente, disturbante...
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TIDELAND - IL MONDO CAPOVOLTO
di Terry Gilliam
''Voglio che tu mi porti in quel posto sottosopra, dove ci sono tutte le fate... senza gli altri... solo tu ed io.''
Jeliza-Rose è una bambina precoce di dieci anni che vive a Los Angeles con la madre ed il padre, entrambi tossicodipendenti. Quando la madre muore per overdose, lei e il padre Noah, ex musicista rock'n roll, si mettono in viaggio verso una casa sperduta nella prateria, che apparteneva alla nonna...
Anno 2006
Nazione Canada, Gran Bretagna
Distribuzione Officine Ubu
Durata 122'
Regia Terry Gilliam
Sceneggiatura Tony Grisoni e Terry Gilliam
Tratto dal libro di Mitch Cullin
Fotografia Nicola Pecorini
Con Jennifer Tilly, Jeff Bridges, Jodelle Ferland, Janet McTeer
Genere Fantasy
Dal racconto alla sceneggiatura
Nel 2001 Gilliam trovò il romanzo in una pila di libri non letti nel suo ufficio. Fu attirato dalla storia, che trovò ''divertente, toccante e disturbante allo stesso tempo''. ''Trovai quattro o cinque personaggi incredibili che sarebbero diventati il cuore del film, ma più di tutto mi piacque il fatto che si raccontava il mondo di un bambino e quello era il mondo che io volevo esplorare in un film''.
Gilliam chiamò un suo amico, lo scrittore Tony Grisoni, con il quale aveva collaborato per ''Paura e delirio a Las Vegas''. Gilliam dichiarava: ''stavamo cercando qualcosa che fosse un po' più contenuto del Quixote, non un film a grande budget ''.
Grisoni commentò: ''il libro è bellissimo: una sorta di parabola oscura. Mi fu subito chiaro come sarebbe potuto diventare una sceneggiatura''.
Gilliam sapeva che c'era un solo produttore al quale avrebbe dovuto mostrare il libro, un produttore col quale voleva collaborare da tanto tempo. Quel produttore era Jeremy Thomas, che disse: ''Volevo fare un film con lui da quando lo incontrai per la prima volta, vent'anni fa. Ho letto il libro e l'ho trovato una storia straordinaria che sembrava virtualmente scritta per Terry. Era piena di cose che sapevo lo avrebbero affascinato e che anch'io trovavo assolutamente intriganti. Già in quel momento ho immaginato che la storia di un bambino in un mondo fantastico, nelle mani di Terry, con la sua immaginazione, sarebbe diventata un film straordinario''.
Con Thomas a bordo il viaggio ebbe inizio. Gilliam chiese a Cullin se i diritti del libro fossero liberi. In quel momento lo erano. Il passo successivo fu opzionarli.
Grisoni aggiunge: ''l'unico modo per adattare il libro era mettersi in contatto con Cullin''. Quando contattò l'autore gli chiese se ci fosse qualcosa che potesse aiutarlo per ''entrare'' maggiormente nella storia di Tideland. Cullin gli diede alcune fotografie della fattoria dove aveva vissuto. ''Il cambiamento più grande fu il cambiare la narrazione in prima persona. Nel libro la storia è raccontata da Jeliza Rose, ma noi non volevamo un voice over dove il nostro eroe ci avrebbe guidato attraverso la storia. Eliminando il voice over perdi intimità e immediatamente resti con l'ansia di scoprire se quella bambina riuscirà a superare le difficoltà. Sopravviverà? Cosa le succederà?''
Con la sceneggiatura pronta, Thomas cominciò a cercare le risorse finanziarie per realizzare il film. Sapeva che sarebbe stata un'impresa difficile perché stavano facendo ''un film molto inusuale, straordinario, come non se ne erano mai visti, nonostante affrontasse temi che sono molto amati nel cinema. La storia di una ragazzina in difficoltà è una storia universale, qualcosa che può emozionare chiunque''.
Thomas è un produttore che non ha paura di fare film che possono essere considerati controversi. ''Voglio vedere film dal forte impatto: sono cresciuto con questo tipo di cinema, dove era possibile vedere parecchi film, anche molto diversi tra loro. Oggi la scelta è ristretta. Ci sono un sacco di prodotti molto simili tra loro ed è difficile trovare un'oasi dove rifugiarsi. In Tideland ho ravvisato questa oasi''.
Thomas descrive il suo lavoro, dove il rischio può essere enorme, come ''partecipare all'immaginazione di altre persone per realizzare un sogno che può essere popolare per molti individui''. ''Tutti i più grandi successi della mia vita sono stati, almeno inizialmente, rifiutati dai finanziatori. Per esempio, 'L'ultimo imperatore', che ha vinto 10 Oscar e che è stato un grande successo, è stato finanziato senza il coinvolgimento di nessuna major statunitense. Questo perché non si adattava alla pre-distribuzione e al marketing''.
Durante il processo di sviluppo di ''Tideland'' Gilliam si fermò per girare ''I Fratelli Grimm e l'incantevole strega''. Nonostante Thomas fosse ottimista riguardo a ''Tideland'', la ricerca dei finanziatori risultò molto difficile. Thomas arrivò alla convinzione che il miglior modo per realizzare il film fosse una co-produzione. Per questo contattò Gabriella Martinelli, con la quale aveva collaborato per 'Il pasto nudo' di David Cronenberg. La reazione di Gabriella Martinelli fu entusiasta: ''Era una delle sceneggiature più provocatorie che avessi mai letto. Pensai che era perfetta nella storia e nella costruzione''. Pur sapendo che quello non era un film per tutti, sapeva che quella pellicola avrebbe toccato le corde giuste: ''il pubblico vuole la verità nei film e in questo film c'è una grande verità nel guardare la vita di una ragazzina, il suo mondo interiore''.
Martinelli era entusiasta alla prospettiva di lavorare ancora con Thomas e con Gilliam, un regista che lei aveva sempre ammirato. ''Fu la prima volta in cui lavorai con questo regista geniale. All'inizio ero abbastanza timorosa e cominciai a pensare 'Dio! Sto lavorando con Gilliam'. Terry mi mise subito a mio agio. E' molto generoso e gentile''. ''Una delle cose che si può dire di Terry è che è completamente al di fuori del cinema canonico. Ci siamo sentiti come in un lungo viaggio''.
Perché il film
''E' stato un modo per rispondere all'isteria collettiva che domina i mezzi della comunicazione di oggi a proposito dei bambini. Vengono ritratti solo come vittime, dai giornali e dalle televisioni, mentre sono convinto che i bambini siano pieni di risorse. Sono stanco della visione distorta che i media danno dei bambini e ho deciso di fornire la mia... versione distorta''.
Gilliam i bambini li conosce bene perché è rimasto un po' bambino nell'animo. Complice soprattutto la sua passione per le favole. ''Sono una vittima delle favole, di quelle che mi raccontavano da bambino. Da allora non sono più potuto sfuggire all'influenza delle favole nella mia vita, perché sono convinto che lo sguardo dei bambini sia sempre il più sincero. Loro tendono a dire comunque la verità e vedono il mondo in modo meno distorto rispetto agli adulti. La mia favola preferita é 'I vestiti nuovi dell'imperatore' di Christian Andersen''.
Le foto e i contenuti sono tratti da: www.officineubu.com