Tiro incrociato
Il "primo show ad alta tensione" tra i candidati alle regionali siciliane.
"Tiro incrociato", il primo confronto televisivo tra candidati alla presidenza della Regione, non poteva intitolarsi diversamente. Come dire: mai nome di una trasmissione tv fu più azzeccato. L’incontro-scontro, infatti, ha fatto registrare diversi momenti di tensione fin da subito. Anzi, fin da prima... Fuori dal teatro catanese ABC, luogo nel quale l'emittente Antenna Sicilia ha organizzato il dibattito, c'è stata la protesta dei Forconi, che lamentavano l'esclusione del candidato Mariano Ferro, che poi ha preso parte al dibattito, mentre il grillino Giancarlo Cancelleri, invitato all'ultimo momento, ha deciso di non partecipare. Anche Davide Giacalone, candidato di LeAli alla Sicilia ha protestato per la sua esclusione con un duro comunicato stampa.
Il grillino Cancelleri, ha motivando in una nota il forfait: "Il Movimento Cinque Stelle, prima chiamato a partecipare al confronto che andrà in onda su Antenna Sicilia e, a meno di 24 ore dalle riprese, invitato a non intervenire a causa di una nota diramata dall'Agcom per poi essere re-invitato a partecipare mezz'ora prima dell'inizio del confronto, vuole esprimere il proprio disappunto per il trattamento ricevuto ed esporre la propria posizione". "Dopo le proteste indignate dei cittadini, che ringrazio per il loro sostegno, - aggiunge la nota - la produzione di Antenna Sicilia, ha deciso di comunicarci che ci avrebbe incluso al dibattito mezz'ora prima dell'inizio delle riprese. Avevo già deciso come spendere questo pomeriggio catanese conoscendo Catania e i suoi cittadini. Mentre la vecchia politica sarà chiusa dentro un teatro a chiacchierare, io incontrerò i cittadini cosi come avevo programmato. I loro habitat sono i salotti, il nostro è la città".
Davide Giacalone, candidato alla Presidenza della Regione siciliana di LeAli alla Sicilia, in realtà, era stato considerato tra gli ospiti sul palco, dopo aver risolto la questione sulla presenza di Mariano Ferro, solo che lui era già andato via. "Sono stato buttato fuori. Mi sono presentato, ho educatamente atteso, ma mi hanno mandato due soggetti, incaricati di buttarmi fuori. Prima di uscire ho detto ai presenti: 'Chiunque resti, candidato, giornalista o pubblico, si vergogni"'. Uscendo dal teatro Giacalone è stato fermato dalla folla, che gli ha chiesto se si sentisse escluso. "No - ha risposto - è un dibattito fra soci di Raffaele Lombardo, con Claudio Fava a far da testimone. Non ho la vocazione né per l'una né per l'altra cosa".
Il confronto ha poi avuto inizio con duri scambi di battute e il fuori programma dell'abbandono di Gianfranco Miccichè, che ha lasciato il palco nel corso della registrazione. "Una trovata televisiva", la ha bollata la giornalista Michela Giuffrida che moderava il confronto. "La gente non ne può più del 'teatrino' della politica - ha spiegato successivamente Miccichè, che aveva già polemizzato con l'emittente per l'esclusione di Ferro -. Ormai i confronti e i dibattiti politici servono solo a fare gossip su chi si è pentito o si pentirà delle proprie alleanze politiche o della propria storia".
Nel corso del confronto, Miccichè aveva anche parlato del suo rapporto con Berlusconi. "Non mi pento della mia alleanza con Lombardo, che ha fatto degli errori, mi pento di essere stato con Berlusconi, mi pento dalla mattina alla sera. Non mi pento di altro, e non farò pentire chi crede nel nostro progetto", ha detto il candidato di Grande Sud.
Scintille in sala tra Claudio Fava, che ha parlato di "scelte scellerate" dei governi di Cuffaro e Lombardo, e Rosario Crocetta. Il candidato di Pd e Udc ha accusato Fava di attaccare più lui che la destra. Crocetta ha anche escluso, in caso di vittoria, l'inserimento in giunta di assessori di Lombardo come Massimo Russo.
Nello Musumeci ha polemizzato con Miccichè sul tema dell'autonomismo e ha tirato in ballo i sondaggi: "Io non sono figlio dei partiti ma dei sondaggi", ha detto il candidato del centrodestra.
E a proposito di sondaggi, nel corso della trasmissione, è stata presentata una ricerca di Demopolis per Antenna Sicilia secondo la quale il 43 per cento degli elettori siciliani, cioè oltre due milioni di persone, oggi non si recherebbe alle urne. Scende anche la fiducia dei siciliani nella politica. Gli elettori siciliani hanno risposto che è appena all'11 per cento, un dato senza precedenti, come dice il direttore di Demopolis. Nel 2009 la fiducia era al 23 per cento. Idem la fiducia nei partiti, scesa dal 16 al 5 per cento. Infine il 57 per cento dei siciliani sceglierà un candidato a prescindere dal partito, il 30 per cento un partito a prescindere dal candidato e il 13 per cento non sa. Fra i candidati testa a testa tra Musumeci e Crocetta, il primo in leggero vantaggio (28 a 27%), con Miccichè terzo (20%), Fava quarto (14%) e Cancelleri quinto (8%).
[Informazioni tratte da Lasiciliaweb.it, LiveSicilia.it, Ufficio Stampa M5S]