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Tirrenia è diventata privata

Ad aggiudicarsela la Mediterranea holding, l'unica cordata in gara guidata dalla Regione Siciliana

29 luglio 2010

Fintecna ha aggiudicato a Mediterranea holding la gara per la privatizzazione di Tirrenia e della controllata siciliana Siremar. A dichiararlo ieri sono state fonti sindacali. Nei giorni scorsi Mediterranea, cordata guidata dalla Regione Sicilia (37%) e di cui fanno parte Ttt lines (30,5%) di Alexandros Tomasos, Lauro (18,5%), Isolemar (8%), Nicola Coccia (3%) e la famiglia Busi-Ferruzzi (3%), ha annunciato di aver alzato da 10 a 25 milioni di euro, più l'assunzione del debito, la propria offerta per Tirrenia.

Nei giorni scorsi il presidente di Confindustria Palermo, Alessandro Albanese, si era scagliato contro l'ingresso della Regione nella cordata. "L'ingresso della Regione nella cordata per acquistare la Tirrenia è un insulto alle imprese siciliane" ha detto Albanese, che giudica l'affare con la Mediterranea Holding "un insolente attacco al circuito economico dell'Isola e un eclatante controsenso rispetto ai principi sbandierati dal presidente della Regione. Lombardo parla tanto di tutela dell'autonomia e sviluppo della Sicilia, poi però chiude accordi con imprenditori oltre lo Stretto a danno della Sicilia".
"Il danno - secondo il presidente degli industriali - è fin troppo facile da calcolare. L'acquisto della Tirrenia comporta un accollo immediato di 670 milioni di debiti, e dopo i primi otto anni la stima è di svariati miliardi. Il patrimonio consiste invece in una flotta valutata 800 milioni, anche se la stima non risponde assolutamente al valore di mercato. L'operazione forse può servire solo per assumere altre tremila persone, come se avessimo bisogno di altro personale nei ranghi dell'Amministrazione regionale". "Se proprio Lombardo ha a cuore le sorti della Sicilia e del suo sviluppo in senso federalista - aveva concluso Albanese - perché non si chiede quanto verrà a costare quest'operazione complessivamente? Oppure il presidente della Regione vuol lasciare in eredità ai siciliani una nuova voragine nelle casse pubbliche?".

Discordanti i pareri delle varie sigle sindacali. "All'insegna delle migliori tradizioni sulla buone relazioni industriali e dopo un interminabile ed assordante silenzio, Fintecna ci ha fatto sapere attraverso una nota di agenzia di aver deciso di aggiudicare la gara per la privatizzazione di Tirrenia e Siremar alla Mediterranea Holding". Così il segretario generale della Uiltrasporti, Giuseppe Caronia. L'auspicio del dirigente sindacale è che "oltre alle questioni di carattere finanziario che evidentemente sono state superate, salvo verifica di chi ne ha titolo, anche le richieste del sindacato circa le garanzie occupazionali e contrattuali dei lavoratori siano state accolte". "Ci aspettiamo adesso una immediata convocazione di Mediterranea Holding e del Governo il quale si dovrà far garante degli impegni che auspichiamo verranno formalizzati sulle materie che riguardano il lavoro e che ci venga sottoposto il piano industriale per le opportune valutazioni". Ma il primo atto "che chiediamo ai nuovi proprietari di Tirrenia e Siremar, con i quali ci congratuliamo, é un atto di chiarezza. Ci venga precisata quale è la posizione dell'azienda sugli organici: quella dell'azionista pubblico, che ci ha rassicurato sul mantenimento degli attuali, o quella dell'amministratore delegato che ha preannunciato 540 esuberi".
Per il segretario nazionale dell'Ugl Mare, Pasquale Mennella, "é positivo che la gara per la privatizzazione di Tirrenia sia andata a buon fine, come abbiamo sempre auspicato, soprattutto per i lavoratori del Gruppo in attesa di risposte sul loro futuro da fin troppo tempo". Mennella chiede "al Governo una convocazione a breve delle parti sociali per discutere concretamente, insieme alla nuova proprietà, sul piano industriale, con cui dare seguito agli impegni in merito alla tutela occupazionale e contrattuale". "Inoltre - aggiunge il sindacalista - occorre superare anche la fase di stallo in cui si trovano le gare delle società regionali marittime le quali, ad eccezione di Toremar, sono ancora ai nastri di partenza, mentre si avvicina la scadenza del 30 settembre per la presentazione delle offerte con il rischio di produrre effetti dannosi sull'occupazione e sulla continuità territoriale per gli abitanti delle isole minori".
Il segretario generale della Filt Cgil, Franco Nasso chiede al Governo "la convocazione immediata di un tavolo di confronto con Mediterranea Holding". "Vogliamo conoscere il piano industriale - spiega il numero uno della Filt - e verificare le garanzie occupazionali e contrattuali e quelle sulla continuità dell'attività e dei servizi della compagnia per tutto il periodo della convenzione, auspicando che il tavolo di confronto faccia finalmente chiarezza sulle illazioni e sulle notizie contraddittorie relative a esuberi e garanzie contrattuali, fatte circolare nei giorni scorsi da alcuni componenti della cordata Mediterranea Holding". "Per il sindacato - conclude il segretario generale della Filt Cgil - sono in ogni caso da confermare gli impegni assunti dal ministro sull'occupazione e sulla continuità contrattuale dei lavoratori di Tirrenia".

Il presidente della Regione, Raffaele Lombardo, a proposito della vicenda dice: "Partecipiamo, con trasparenza, a una cordata, la Mediterranea Holding, di cui possediamo il 37%. Non abbiamo la maggioranza e parlare di regionalizzazione è da cretini o disinformati, sempre che non ci sia malafede". Il governatore siciliano si è detto pronto a vendere le quote della Regione. "Abbiamo preteso, nello statuto, che la flotta Tirrenia lasci Napoli e venga a Palermo. Mi auguro - ha aggiunto - che i siciliani apprezzino l'importanza di questa scelta. La sede legale e tributaria sarà Palermo ed è qui che pagheranno le tasse. Torna in Sicilia la flotta che fu dei Florio dopo circa un secolo e mezzo. I Florio, imprenditori più potenti degli Agnelli, avevano una flotta, la Tirrenia, che ci fu soffiata dopo l'Unità d'Italia, quando ci unificarono con la violenza e contro la nostra volontà distruggendo la grande imprenditoria meridionale". "Noi, come Regione, incideremo sulla strategia - ha osservato il governatore -. Abbiamo preteso che la Sicilia e Palermo siano il sito da cui le cosiddette autostrade del mare si dipartano. Non solo il collegamento con Pantelleria o Favignama ma anche con Tunisi, Tripoli, Il Cairo, Casablanca, Barcellona, Marsiglia, Genova e Venezia. Rotte più convenienti in una logica di mercato che dovrà guidare questo processo". "La Regione non avrà funzione manageriale - ha spiegato ancora - così come non pensiamo a un nostro esponente che faccia l'armatore. La Regione, in questa operazione, non guadagna e non perde perché il rischio d'impresa è tutto sui privati, a tutela del patrimonio della Sicilia. Ciò fa parte delle condizioni statutarie". "Ultima considerazione importante: siamo pronti a cedere le nostre quote. Quindi nessun insulto agli imprenditori - ha concluso Lombardo - con cui ho discusso e che ho invitato a far parte di questa cordata. Chi lamenta una loro assenza, li porti qui e cederemo le nostre quote al costo del capitale e non un euro in più". Infine, per quello che può riguardare possibili nuove assunzioni  Lombardo ha affermato che "I lavoratori di Tirrenia sono al sicuro ma non ci sarà nessuna nuova assunzione". "Ho letto da qualche parte - ha aggiunto il Governatore - che noi vorremmo assumere in Tirrenia. Ha un surplus di personale, non era gestita da noi ma dallo Stato. Noi non possiamo buttare i lavoratori a mare o in mezzo a una strada. Ci sarà un piano - ha puntualizzato - per cui, non assicurando il turnover, si ridurrà il personale fino a dimensioni accettabili dal punto di vista imprenditoriale".

[Informazioni tratte da Ansa, Adnkronos/Ing, La Siciliaweb.it]

 

 

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29 luglio 2010
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