Torna all'antico splendore il Presepe marino del Museo Pepoli
Il museo di Trapani ha restaurato il prezioso presepe del '700, opera di Andrea Tipa
- Hai un'attività che vuoi rendere visibile? Fallo ora gratuitamente - CLICCA QUI
Torna all'antico splendore, grazie ad un intervento di restauro appena concluso, l'originale Presepe in materiali marini custodito al Museo Interdisciplinare Regionale "Agostino Pepoli" di Trapani e visitabile già alla riapertura dei musei.
L'opera, realizzata nel '700 dallo scultore trapanese Andrea Tipa (1725-1766), costituisce uno dei pezzi più particolari e originali esposti all'interno del Museo. Agli inizi del XIX secolo il prezioso presepe era custodito nel palazzo nobiliare di Antonio Sieri Pepoli, Barone di San Teodoro, nonno del conte Agostino Pepoli, che lo conservava gelosamente nel salotto di rappresentanza, come uno dei più preziosi gioielli di famiglia.
Il Presepe, un vero e proprio capolavoro dell'artigianato artistico trapanese del Settecento, è un'opera scenografica monumentale in cui concrezioni rocciose, coralli, madreperle, conchiglie si associano a parti scultoree in selenite, il tutto dentro il meraviglioso scenario naturale di una montagna animata da grotte e balze con una straordinaria varietà di rocce, conchiglie e fiori in madreperla e corallo.
"Lo straordinario manufatto - dice il direttore del Museo Pepoli, Roberto Garufi - è considerata una delle migliori opere dello scultore trapanese Andrea Tipa celebre, insieme al padre Giuseppe ed al fratello Alberto, per la sua abilità nello scolpire "in tenero e in piccolo" i più svariati materiali, dall'avorio all'ambra, dalla pietra incarnata al legno".
Il restauro, reso necessario dall'esigenza di effettuare un'attività di ripulitura da troppi decenni rimandata, ha richiesto un consolidamento strutturale degli elementi portanti, il cui cedimento, in parte già in atto, avrebbe potuto irrimediabilmente compromettere la tenuta dell'insieme.
Il restauro ha visto coinvolto in un lavoro di equipe: Cesare Tinì che ha curato il restauro, Roberto Garufi e Daniela Scandariato che hanno diretto i lavori di restauro e orientato le scelte relative al nuovo allestimento, Maria Concetta Scavone che ha condotto le indagini geologiche sui materiali, Angela Morabito le ricerche storico-iconografiche nell'archivio fotografico e nei depositi, infine Luigi Bruno che ha sviluppato le ricerche malacologiche.