Torna alla luce l'archivio storico dei fratelli Cafici, archeologi di Vizzini (CT)
Nasce il Centro studi CESCA intitolato a Corrado e Ippolito Cafici
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"L'amore per la ricerca e la conoscenza e il legame profondo con il territorio".
È stato questo il fil rouge che ha accompagnato la vita dei baroni Corrado e Ippolito Cafici, archeologi, paleontologi e malacologi di una delle più illustri e nobili famiglie di Vizzini, di quella tradizione aristocratica, custode del patrimonio archeologico.
Proprietari terrieri e abili amministratori, figli di Vincenzo, deputato nel Parlamento del Regno d'Italia, i due fratelli furono autori di numerose scoperte e relative pubblicazioni scientifiche, in lingua italiana e tedesca, che permisero di delineare un quadro più dinamico della situazione etnica e culturale della Sicilia preistorica.
Carta filigranata del 1500 fatta da un'archivista dell'epoca che, per conto della famiglia Cafici, fece ricerche genealogiche
Ed è ispirandosi al loro lavoro e contributo alla cultura, che nasce il Centro Studi Corrado e Ippolito Cafici-CESCA, nell'ambito di una cerimonia ufficiale avvenuta nella sala consiliare del comune di Vizzini alla presenza del Sindaco, Vito Cortese e dell'Assessore alla Cultura Pietro La Rocca. Un ente di Terzo Settore dedito allo studio e alla ricerca in campo storico, paesaggistico, archeologico ed archivistico dei fratelli Cafici e del territorio vizzinese.
Ma non solo: il Centro Studi si occupa anche delle ricerche di altri importanti studiosi di preistoria della Sicilia, del Continente Eurasiatico e delle regioni del Mediterraneo.
A farne parte archeologi, studiosi, professionisti ed eredi della famiglia, che si prefiggono di censire, inventariare, studiare, conservare e valorizzare il materiale conservato presso l'Archivio Cafici contestualizzandolo da un punto di vista storico-sociale.
L'albero genealogico fatto da uno dei discendenti e che va dal 1500 al 1700
L'archivio, non ancora censito, contiene documenti che risalgono ad un arco cronologico compreso tra il XVIII e gli inizi del XX secolo. Contiene in prevalenza carteggi, sia manoscritti che a stampa, rilegati con lacci in cuoio, relativi a vicissitudini delle famiglie nobiliari della città, e documenti ancora da catalogare sui legami di questa famiglia e dei due fratelli con la massoneria. Ma non solo, ci sono anche lettere e cartoline postali di Corrado ed Ippolito Cafici con i vari enti ed Accademie sia nazionali che europee su argomenti scientifici e missive a firma di Paolo Orsi che riguardano gli scavi ed i ritrovamenti archeologici effettuati nelle proprietà Cafici.
Un taccuino di Ippolito contiene una serie di appunti e disegni di reperti archeologici, forse da lui stesso rinvenuti e un'agenda con l'elencazione di molte conchiglie con annotazioni ancora da decifrare.
L'obiettivo prefissato dal CESCA sarà quello di censire l'archivio e avviare le attività di ordinamento e inventariazione informatizzata. Intanto si sta lavorando ad una serie di eventi in collaborazione con il Comune di Vizzini e che potranno permettere di far conoscere al grande pubblico la vera storia dei fratelli Cafici e nel contempo promuovere e valorizzare le bellezze paesaggistiche del territorio.