Totò Cuffaro si accomoda al Senato: col 10% dei consensi l'ex governatore continua la sua parabola politica
Salvatore Cuffaro è uscito dalla porta ed è rientrato dalla finestra... O meglio: per Salvatore Cuffaro, costretto a dimettersi da presidente della Regione per essere stato condannato in primo grado a 5 anni di reclusione, si è chiusa una porta e si è aperto un portone. E che portone!
L'ex governatore siciliano, infatti, da Palermo si trasferisce a Roma dove occuperà una poltrona del Senato, che si è ''guadagnato'' grazie al 10% dei consensi ottenuto in Sicilia al Senato.
"La Sicilia mi ha dato una grande prova di affetto e fiducia", ha detto Cuffaro giungendo nel comitato elettorale in via Vaccaro a Palermo. "Questa volta festeggio offrendo ai giornalisti caramelle alla carruba. Un prodotto siciliano. Vedremo se piacerà tanto e avrà lo stesso effetto dei cannoli", ha poi affermato scherzando con i cronisti.
Ed euforico per il risultatao (insperato?) Totò Cuffaro ha commentato un po' tutti i risultati di questa larga ed intenza consultazione lettorale... "Per noi sarebbe stato più comodo e avremmo preso più parlamentari confluendo nel Pdl - rivela -. Ma, di contro, avremmo perso la nostra storia e la nostra identità. Il tempo riconoscerà la nostra battaglia e ci darà ragione. Ho fatto gli auguri a Berlusconi, ma l'Udc sarà all'opposizione, anche se sarà un'opposizione costruttiva perché appoggeremo le leggi che riterremo utili per il Paese". Sul rapporto del partito di Casini con la Lega ha poi rivelato: "con loro ci saranno problemi problemi sicuro". Non è mancata la stoccata per la candidata del Pd alla presidenza della regione Sicilia Anna Finocchiaro: "non è riuscita a 'infinocchiare' i siciliani. Anzi un pò sì perché si è trovata una via di fuga con la candidatura al Senato".
Infine una parola ironicamente a favore della Sinistra Arcobaleno, uscita sconfitta da queste elezioni: "Pensare che in parlamento torni il partito Di Pietro e non la Sinistra Arcobaleno, nonostante io non condivida gli ideali, ci mette tristezza".
E al di la della contentezza per la sua vittoria, l'ex governatore siciliano ha già depositato formalmente al Tar del Lazio il ricorso amministrativo per contestare la legittimità del decreto con il quale il presidente del Consiglio Romano Prodi lo ha sospeso dalla carica dopo la sua condanna a cinque anni di reclusione per favoreggiamento.
Il ricorso è stato assegnato alla prima sezione, presieduta da Pasquale de Lise; non ancora fissata la discussione della richiesta di sospensione prima, e di annullamento dopo, del decreto contestato.
Fu lo stesso Cuffaro, il 30 gennaio scorso, a pochi giorni dalla sue dimissioni, a rendere noto di avere appreso che Prodi aveva firmato il decreto con il quale aveva disposto la sua sospensione da presidente della Regione siciliana. "Credo che tale atto sia solo da considerare come una provocazione politica - disse quel giorno - poichè, com'è noto, ho già lasciato spontaneamente la carica con le mie dimissioni irrevocabili. Sono esterrefatto e nel contempo preoccupato per la grave violazione di legge oltre che per l'ennesima scelta operata ignorando le prerogative dello Statuto siciliano, che è legge costituzionale, e dell'autonomia speciale della nostra Regione".